Che fare se si riceve una contestazione disciplinare


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Il Codice Civile, all’art. 2106, e lo Statuto dei Lavoratori (legge n. 300/70), all’art. 7, prevedono e disciplinano espressamente il potere, in capo al datore di lavoro, di irrogare sanzioni disciplinari al lavoratore che non rispetta i doveri che gli derivano dal suo contratto, ovvero i doveri di diligenza, obbedienza e fedeltà nei confronti del datore di lavoro (art. 2104 e 2105 cod. civ.).

Secondo l’art. 7 dello statuto dei lavoratori si possono impugnare le sanzioni attraverso due strade: il collegio di conciliazione tramite il ministero del lavoro locale entro 20 giorni di calendario; oppure attraverso l’ufficio vertenze e il legale del sindacato, nonostante comporti tempi più lunghi.

Con le novità introdotte dalla legge Fornero e, per i neoassunti dal 07/03/2015, dal Jobs Act, in caso di licenziamento è molto difficile, anche a fronte di ragioni fondate del lavoratore, ottenere in tribunale la reintegra sul posto di lavoro. Con le modifiche Fornero infatti, le aziende possono pianificare il costo del licenziamento e mal che vada pagheranno una certa cifra (12 mesi più o meno). Con il nuovo Jobs Act, invece, il giudice non potrà nemmeno valutare la gradualità delle sanzioni (e quindi si rischia, già dalla prima contestazione, la sanzione più grave. Anche per questi motivi cambiare azienda significa partire con meno diritti).

Per questo è necessario ricapitolare diritti, doveri e come ci si deve comportare in caso di provvedimenti disciplinari, senza sottovalutare la situazione.

Ecco un sommario che fornisce strumenti utili per affrontare la situazione:

1. Analizza la lettera di contestazione. E’ meglio farlo con un delegato (con un po’ di esperienza), sindacalista di tua fiducia o con l’Ufficio Vertenze del sindacato;

2. Leggi attentamente il testo della contestazione con l’obiettivo di capire, paragonandolo al contratto nazionale, a quale provvedimento/sanzione disciplinare si  fa riferimento.[Se ritieni, per chiarirti le idee cerca i precedenti legislativi nella documentazione giuridica (vedi ad esempio il sito http://www.di-elle.it/giurisprudenza/59-sanzioni-disciplinari/  e leggi le diverse pagine con le spiegazioni. Inoltre http://www.wikilabour.it/Procedimento%20disciplinare.ashx  )]

3. Osserva la situazione aziendale per capire se la cosiddetta mancanza disciplinare contestata è una cosa frequente o capitata ad altri e che cosa ha comportato;

4. Individua i motivi reali della contestazione: rapporti con il capo, problemi di discriminazione sessuale, rapporti interpersonali, libertà sindacali. A sostegno della difesa individuale si deve organizzare una difesa collettiva mediante assemblee e incontri che portino ad una conoscenza dei diritti e dei fatti contestati;

5. Una contestazione non implica una sanzione disciplinare, perciò bisogna definire una linea difensiva che giustifichi il comportamento sul piano sociale: le ragioni del lavoratore vanno sempre sostenute;

6. Utilizza il modulo prestampato (da richiedere al sindacato) per chiedere l’incontro per le giustificazioni e nomina chi ti deve assistere. L’uso della figura del delegato con esperienza, sindacalista o di un esterno (la legge consente di dare mandato a chi vuoi) va valutato caso per caso;

7. Ricorda, dalla ricezione della lettera di contestazione hai 5 giorni di calendario (compresi sabato e domenica) per chiedere l’incontro per presentare le giustificazioni. Puoi farlo mediante una lettera scritta di richiesta, assistito da un sindacalista;

8. Durante l’incontro per le giustificazioni: non scrivere e non consegnare mai niente in forma scritta; meglio che il lavoratore colpito non parli e lasci la difesa a chi è stato nominato. In ogni caso la controparte prenderà nota delle affermazioni che resteranno agli atti del procedimento e la linea difensiva non potrà essere facilmente modificata. È fondamentale avere coscienza della linea d’azione da seguire;

9. Evita di farti trascinare a discutere i precedenti provvedimenti disciplinari e/o altre contestazioni generiche e non scritte e di negare le cose evidenti. Meglio spiegare il contesto di “eventuale diffusione del comportamento contestato” o ammettere la situazione e respingere l’uso dello strumento disciplinare una volta che i fatti sono chiariti;

10. Ricorda: l’adeguatezza della sanzione e la gravità sono previste nel CCNL e quindi l’eventuale sanzione dovrebbe partire dalla minima prevista. Se il comportamento contestato fosse recidivo, la sanzione sarebbe più pesante. È importante ricordarsi che trascorsi due anni le sanzioni decadono e non fanno precedente.

11. Se vuoi farti assistere per affrontare la situazione, puoi rivolgerti all’ufficio Vertenze portando con te la seguente documentazione. La lettera di contestazione disciplinare ed eventuali altre contestazioni e provvedimenti disciplinari ricevuti negli ultimi due anni, la lettera di assunzione e l’ultima busta paga.