Basta lavoro povero! 29/11 in piazza per il lavoro educativo e di cura

“Basta lavoro povero! Basta impoverimento della qualità dei servizi! Basta tagli ai finanziamenti degli Enti locali da cui dipende il lavoro sociale!”. Sono gli slogan delle operatrici e degli operatori sociali e sociosanitari che, venerdì 29 novembre, parteciperanno allo sciopero generale insieme al Sial Cobas, Cub e Si Cobas. L’appuntamento, lanciato da diverse sigle sindacali, è alle 9.30 in piazza Fontana a Milano.

Le lavoratrici e i lavoratori lottano per:

  • l’internalizzazione dei servizi pubblici esternalizzati e del personale che ci lavora
  • contratto unico di settore (in riferimento a quello delle committente pubbliche) con aumenti salariali sostanziali indicizzati all’inflazione
  • la salute, la sicurezza e la prevenzione da burn out

Contro: l’obbligo degli albi professionali per i dipendenti e la ricaduta di un ulteriore impegno economico e di tempo per iscrizione e aggiornamento a carico delle e dei singoli lavoratori e lavoratrici.

“Saremo in piazza il 29 novembre e continueremo a costruire organizzazione sindacale dentro e fuori i luoghi di lavoro contro le politiche di questo governo: la manovra finanziaria e i suoi tagli a tutti i ministeri a partire da scuola e sanità; contro il regime di guerra, le spese militari, i respingimenti di persone che immigrano da paesi colonizzati ed espropriati alla ricerca di una vita migliore – si legge nel comunicato congiunto delle operatrici e degli operatori sociali e sociosanitari Sial Cobas, Cub e Si Cobas -. Contro un governo autoritario che fomenta le divisioni e la disgregazione all’interno del paese e sostiene guerre e genocidi. Contro chi nei luoghi di lavoro vorrebbe nascondere i problemi sotto il tappeto e reprimere la critica e le libertà sindacali. Contro le morti sul lavoro, lo smantellamento e la privatizzazione del welfare, la speculazione di appalti e sub appalti. Per la sicurezza, la salute e il protagonismo diretto di tutte/i lavoratrici e lavoratori, cittadine e cittadini, in ogni luogo di lavoro e nel territorio. In difesa del lavoro delle donne e contro il divario salariale donna/uomo. Per il riconoscimento sociale e la dignità del lavoro educativo e di cura. Per porre un argine all’impoverimento generale, all’aumento della marginalità e delle fragilità, per rispondere all’aumento dei bisogni di cura e di solidarietà servirebbe un maggiore investimento pubblico sui servizi alla persona e un miglioramento sostanziale delle condizioni di lavoro di chi ci lavora”.

La cosiddetta “fuga dal settore” è indotta dalle scelte politiche nazionali e locali, dai continui tagli alla spesa pubblica, dalla contrattazione nazionale, dalla proliferazione di contratti poveri del terzo settore che riducono salari e diritti, dal sistema di bandi e appalti al ribasso che compromettono la qualità e la continuità di servizio.

O si inverte la rotta oppure sempre più servizi chiuderanno e verranno privatizzati a discapito delle comunità e dei territori.

Ecco il comunicato congiunto Sial Cobas, Cub, Si Cobas: