Renzi celebra le mamme e dimentica le donne
di Lorella Zanardo, da Il Fatto Quotidiano dell’8 maggio 2017
Una delle grandi conquiste degli ultimi decenni è stata la possibilità di vivere la maternità con autodeterminazione: significa che noi donne possiamo decidere se e quando divenire madri.
Grandiosa conquista delle donne che conduce a maternità più consapevoli con beneficio per le madri, i padri e i figli.
E dunque ho ascoltato con perplessità il discorso del segretario del Pd Matteo Renzi che ci ha ricordato come le “mamme” saranno una delle sue priorità. “La nostra prima parola” ha detto infatti il segretario del Pd Renzi nel suo discorso di insediamento è lavoro, non assistenzialismo, perché il Pd è il partito del lavoro“. La seconda parola “è casa, il luogo in cui viviamo ma che vuole dire anche comunità, ambiente e sicurezza”. E la terza parola è “mamme“, in quanto “è la questione politica del nostro tempo e che nel 2017 la maternità possa essere considerata un ostacolo è assurdo”.
La parola mancante qui è “donne” che possono essere anche mamme, ma non solo e non per forza.
Il tema a cui il segretario voleva probabilmente fare riferimento non si risolve con il termine “mamme”: il tema è la difficoltà per le donne di trovare lavoro e di conseguenza l’impossibilità di pianificare la maternità; il tema sono i bassi salari e stipendi delle donne e di conseguenza la difficoltà a potersi permettere un aiuto nella cura dei figli e figlie; il tema sono i pochi posti disponibili negli asili nido e di conseguenza la difficoltà a gestire casa-lavoro-figli/e; il tema è l’ìmpari distribuzione lavoro in casa-lavoro fuori casa delle donne (le donne italiane sono quelle che si fanno carico di una mole di lavoro casalingo maggiore rispetto alle altre donne europee) e dunque la difficoltà ad occuparsi della prole.
Il terzo punto del programma di Matteo Renzi dunque dovrebbe essere “donne”: l’essere madri ne è una, ma non unica, declinazione.
Fatta questa puntualizzazione aggiungo che mi aspetterei dal programma del segretario, per dare avvio al nuovo corso della politica del Pd come da lui promesso, che la politica che riguarda le donne, venga considerata uno dei punti fondamentali nell’agenda politica del Paese. E con questo smetterei di confinare i temi politici economici e sociali che ci riguardano come argomenti del “femminismo” con tutto il portato discriminante che questo termine, e accade solo in Italia, comporta. Il tema del lavoro delle donne, dei salari delle donne, dei diritti riproduttivi delle donne e della maternità sono di primaria importanza per il Paese, non solo per le donne, che rappresentano il 51% della popolazione.
E dunque mamme non può esaurire la varietà e la problematicità ma anche la ricchezza che ci riguarda.
Dal programma del nuovo presidente Pd chiediamo che tra gli obiettivi che si prefigge sia l’istituzione di un Ministero delle Pari Opportunità, così come avviene in tutti i Paesi civili e moderni, alla cui guida nominare una persona autorevole in grado di ascoltare, comprendere e risolvere quei problemi che ci riguardano e che non sono più procrastinabili.