Il mese di novembre finisce come è iniziato: con una nuova agitazione sindacale della durata di 24 ore. Venerdì 29 lo sciopero generale coinvolgerà il settore pubblico e il settore privato. Stop dei trasporti: fermi treni, autobus, metro, tram, autostrade e aerei. Le manifestazioni territoriali riguarderanno anche scuola e sanità. Ma non solo.
Vediamo insieme le ragioni della mobilitazione e cosa può fare ciascun lavoratore e lavoratrice sul suo posto di lavoro e nelle piazze.
Sciopero perché? Sciopero indetto da chi? Nel tuo posto di lavoro sono programmate assemblee retribuite? Assemblee fuori orario, ad esempio se avete usato le 10 ore annue di assemblea retribuita? Ne discutete nei capannelli? Alle macchinette del caffè?
Certo: una giornata di salario pesa quando i salari perdono da anni valore reale, e i contratti in vista non risolvono e non recuperano le perdite.
Restare fermi non può essere l’alternativa. Non partecipare non risolve, anzi: padronato e il Governo di turno continueranno a pretendere sempre di più e, contemporaneamente, a tagliare servizi.
E se non entriamo in campo, in lotta tutte e tutti, insieme, non fermeremo mai i peggioramenti previsti contro di noi.
Lo sciopero del 29 novembre è stato indetto anche da Cgil e Uil che, nelle prime righe del loro volantino, scrivono: “Il Governo ci infliggerà 7 anni di austerità”. E siccome rischia di diventare realtà (visti i 30 anni precedenti in cui non solo i salari hanno perso valore ma anche servizi sociali sono peggiorati), domandiamo a loro e a tutte e tutti noi: cosa possiamo fare?
La prima cosa è tornare a discutere e far decidere in assemblea le richieste da portare avanti al tavolo del Governo, del padronato e nelle aziende.
I sindacati di base, tra cui Sial Cobas, hanno indetto lo sciopero con una avvertenza: non basta la lotta contro il Governo in carica. E’ dai profitti del padronato e delle aziende che si devono (e possono) recuperare soldi.
Il 29 novembre scioperiamo
PER:
- Massicci investimenti sui settori pubblici di Sanità, Scuola, Università, Trasporti, Servizi di assistenza e il taglio drastico delle spese militari
- La stabilizzazione di tutte le precarie e precari e di lavoratrici e lavoratori in appalto della Pubblica amministrazione
- Il rinnovo dei contratti pubblici e privati con aumenti salariali adeguati per recuperare totalmente l’inflazione reale
- Pieno adeguamento delle pensioni all’inflazione reale e abolizione della legge Fornero
- La riduzione generalizzata dell’orario di lavoro e l’introduzione per legge del salario minimo
- La tutela reale della salute e sicurezza nei luoghi di lavoro
- La tutela reale della maternità e della genitorialità
- Massicci investimenti per la tutela ambientale e il risanamento dei territori
- Per la libertà di movimento, i diritti di cittadinanza e l’abolizione della Bossi Fini
- Per la piena indicizzazione di salari e pensioni, necessaria per un vero recupero del potere di acquisto
- In piena solidarietà con tutti i popoli che subiscono guerre, colonialismo e oppressioni feroci, dalla Palestina all’Ucraina
Tra i molteplici CONTRO che ci porteranno, venerdì 29, a partecipare alle mobilitazioni territoriali, ne ribadiamo uno: scioperiamo contro il DDL 1660 sulla sicurezza, che limita le libertà di tutte e tutti coloro che lottano e colpisce gli strati sociali più oppressi e sfruttati, a partire dalle e dai migranti privi di documenti.
L’appuntamento è alle ore 9.30 in piazza Fontana a Milano.
Trovi l’elenco di tutti i proclamanti e gli aderenti QUI.