Solidarietà ai lavoratori ricattati e licenziati da Coca Cola
COMUNICATO STAMPA
Ponete che una multinazionale, una di quelle ai massimi livelli, una di quelle che per garantirsi il massimo profitto ponga in atto il massimo sfruttamento dei lavoratori.
Immaginate che da molto tempo i lavoratori siano sottoposti ad ogni forma di ricatto, mediante un’azione sinergica che coinvolge la direzione aziendale e il sistema delle cooperative, e che se non si piegano ad essi vengano semplicemente licenziati.
Tutto questo non succede all’altro capo del mondo, ma a poche decine di chilometri dalla nostra città, e precisamente allo stabilimento della Coca Cola di Nogara.
L’ennesimo cambio d’appalto approda alla consegna della movimentazione merci dello stabilimento in via Molini di Sopra al Consorzio Vega Servizi. Il nuovo appaltatore non garantisce tutti i posti di lavoro e propone a 14 dipendenti un colloquio presso un’azienda a Thiene, in provincia di Vicenza. Una proposta assurda, che però il Consorzio spaccia come “mantenimento del posto di lavoro”. Altri 24 facchini, su un totale di 77, sono ancora in una posizione non completamente risolta. Il sindacato Adl Cobas ha lanciato lo sciopero ad oltranza, ed al presidio permanente davanti ai cancelli della fabbrica sono ora presenti anche le famiglie dei dipendenti.
Non è una situazione nuova per i lavoratori della Coca Cola. Infatti, in tutta la filiera del comparto della logistica, ogni volta che vi è un cambio d’appalto, le condizioni di lavoro, i diritti, e spesso anche il salario, subiscono ritocchi al ribasso. In alcuni casi, come in quello che stiamo raccontando, si verificano anche licenziamenti.
Non si tratta di una lotta che riguarda solo quei lavoratori e il coraggioso sindacato che li rappresenta, ed è per questo che anche noi desideriamo mandare un messaggio di solidarietà a quei lavoratori, precari e truffati.
Pensiamo, al contrario, che sia una vicenda che interessa tutti noi, il modello di sviluppo che subiamo, la disgregazione alla quale tutti noi siamo sottoposti.
Quello che vi proponiamo quindi non è semplicemente un attestato di solidarietà a quelle persone e alle loro famiglie, che da giorni stazionano in presidio davanti ai cancelli dell’azienda, ma un appello a tutte quelle persone che cercano di contrastare un modello di globalizzazione che, mentre permette ai capitali finanziari di non subire alcun vincolo di movimento e nessun limite di sfruttamento, preclude libertà di spostamento agli individui, se non sotto il ricatto dello sfruttamento intensivo, del lavoro gratuito o delle nuove forme di caporalato.
Avete l’occasione di contrapporvi attivamente a queste logiche, portando la vostra solidarietà a quei lavoratori, e magari boicottando i prodotti della multinazionale. Una battaglia di Davide contro Golia, ma solo apparentemente, solo perché non siamo consapevoli della nostra forza, se solo per un attimo svestissimo i panni del consumatore soggiogato e vestissimo quelli del cittadino munito di senso critico. La solidarietà, non quella peregrina e caritatevole, ma quella dispensata per difendere, e talora riconquistare, diritti e dignità, deve rappresentare la nostra moneta di scambio. Esistono armi di distruzione di massa, armi di distrazione di massa, ma anche armi di ricostruzione di massa, e tra loro la solidarietà, agli occhi dei fautori di questo sistema perverso, rappresenta sicuramente la più pericolosa, perché una volta messa in moto, diventa difficile arrestarla!
Chiediamo quindi ai cittadini e alle cittadine, ai lavoratori e alle lavoratrici, di andare fuori dai cancelli della Coca Cola di Nogara, per dare un segnale, per non lasciare soli quei lavoratori che subiscono un paradigma sbagliato della nostra società, perché quelle situazioni lavorative in un futuro non troppo lontano potrebbero riguardare, se non vengono risolte, anche i nostri figli o i nostri nipoti.