A 5 settimane dall’inizio dello stato di agitazione delle lavoratrici della Sodexo, la posta in gioco di questa lotta ha scatenato le ire e l’isteria della multinazionale. Stamani, 22 marzo, si sarebbe dovuto tenere l’incontro previsto dalla procedura di raffreddamento per lo stato di agitazione tra l’azienda ed il comitato di lavoratrici “sciopero 8 marzo” rappresentato dalla RSU Cobas Marzia Ricoveri. Invece al posto di tale incontro immotivatamente spostato “a data da destinarsi” sono giunte a tre lavoratrici delle pulizie tre contestazioni disciplinari… Ma procediamo per ordine.
Il comitato di donne, inserito nella rete “Non una di meno”, ha organizzato per settimane la presa di parola e di mobilitazione contro la violenza sociale cui le lavoratrici sono sottoposte. Lo sciopero dell’8 marzo ha mostrato all’interno dell’ospedale di Cisanello la determinazione e il non farsi intimorire da una diversità di violenze: stipendi da fame, malattie professionali non riconosciute, stress correlato dovuto alla piena ingerenza dell’azienda sui tempi di vita, insulti e offese da parte di capi-settore per “mantenere” alto il terrore tra le lavoratrici. Ma soprattutto la condivisa e pubblica consapevolezza che sullo sfruttamento di queste donne delle pulizie è in ballo il presente ed il futuro della sanità pubblica. Dalla denuncia delle cattive condizioni d’igiene e sicurezza, dovute alla scarsità di materiale e della inadeguata procedura di sanificazione, che si riversano a cascata su pazienti e lavoratori, la mobilitazione ha intaccato il velo di omertà. Oltre a un’associazione di medici ed alcuni sindacati addirittura l’assessore regionale Saccardi – in riferimento alle recenti infezioni (come il morbillo) che hanno attaccato anche i dipendenti dell’ospedale di Pisa – ha dovuto prendere parola per evitare di far degenerare questa situazione di estremo imbarazzo per l’ospedale di eccellenza pisana di Cisanello.
Gli stessi sindacati confederali, abituati ad accomodarsi in tutto e per tutto con i vertici della Sodexo e dell’AOUP, hanno rivendicato le stesse cose che da un mese le lavoratrici del comitato “agitano” all’interno e all’esterno dei reparti di pulizia.
Le lavoratrici del Comitato stamani 22 marzo hanno indetto una conferenza stampa davanti al pronto soccorso di Cisanello, dove hanno esposte le novità della mobilitazione:
- Lo stato di agitazione ha già messo in luce le criticità gravi dell’organizzazione del lavoro, portando, per la prima volta in questi anni, le capo-settori a presentarsi a lavoro anche il fine settimana – esattamente come le altre lavoratrici. Inoltre la Sodexo ha dovuto iniziare a rifornire il materiale di pulizia, anche se siamo ben lontani dalla corretta quantità e qualità dei prodotti.
- Tante lavoratrici si stanno rifiutando di svolgere supplementari obbligatori e di “coprire” buchi e turni all’ultimo momento. Il rifiuto dell’aumento dei carichi di lavoro è totale e generalizzato: soltanto poche colleghe ricattate ed illuse dall’azienda, stanno continuando a “massacrarsi” per accontentare la Sodexo
- Lunedì 20 marzo e stamani l’USL ha condotto delle Ispezioni che stanno certificando quanto ormai è sotto gli occhi di tutti e per le quali è urgentissimo trovare rimedio. Scarse condizioni d’igiene dovuta alla mala organizzazione del lavoro; prodotti non a norma nelle lavanderie e nei carrelli; carichi di lavoro eccessivi che rendono insalubre e insicure le attività lavorative; rischio biologico effettivo per le dipendenti dei servizi in appalto.
- Martedì 21 marzo tre lavoratrici, tra cui la rappresentante sindacale e rappresentante della sicurezza dei lavoratori, ricevono tre contestazioni disciplinari da parte dell’azienda. Le motivazioni sono quelle di aver evidenziato agli uffici, fuori dall’orario di lavoro, l’inadeguatezza del materiale di lavoro, ed – udite udite! – aver indossato degli indumenti raffiguranti un logo simile a quello aziendale con la parola “Sciopexo al poso di Sodexo”. Robe da matti, sarebbe da dire, se non testimoniassero l’estrema fragilità di un’impresa che invece di preoccuparsi di risolvere lo stato di agitazione sta gravemente compromettendo le condiziono di lavoro, e dell’utenza, all’interno della sanità pisana.
- Stamani alle ore 8,00 una delegazione di lavoratrici della Sodexo ha raggiunto l’edifico 200 dell’Azienda Ospedaliera, per incontrare il direttore generale Tomassini. Tale incontro è scaturito dalla mobilitazione e dallo sciopero dell’8 marzo, e alla luce della mancata conciliazione dovuta all’intransigenza della Sodexo, si è rivelato di estrema importanza per la battaglia delle lavoratrici. La recente approvazione del decreto legge che riguarda la piena responsabilità solidale dei committenti in materia di appalti, ha dato ancora più forza alle rivendicazioni delle lavoratrici della Sodexo. Il direttore generale si è quindi impegnato a recepire i punti della piattaforma portata avanti dallo stato di agitazione e a contattare la Sodexo per “risolvere la situazione”, compreso il necessario dietrofront sulle gravi intimidazioni espresse dalle recenti contestazioni disciplinari.
“Da marea a burrasca”, così conclude il comunicato stampa del comitato di donne delle pulizie dell’ospedale di Pisa. Una battaglia di giustizia e dignità che sta scoperchiando le gravi responsabilità di aziende, multinazionali ed istituzioni pubbliche sulle condizioni sanitarie e su quelle della vita delle centinaia di dipendenti che vi operano. Le lavoratrici annunciano che lo stato di agitazione, se la Sodexo non cambierà registro e non si adopererà per risolvere i conflitti posti in queste settimane, si trasformerà in sciopero permanente.
Di seguito il comunicato stampa distribuito dalla lavoratrici questa mattina.
Noi lavoratrici delle pulizie della Sodexo, impiegate nell’Azienda Ospedaliera Pisana, è più di un mese che siamo in uno stato di agitazione contro le vergognose condizioni in cui siamo costrette a lavorare. Dopo lo sciopero dell’8 marzo che ha mostrato la determinazione del nostro comitato a ottenere garanzie di sicurezza, salute e dignità per il nostro lavoro, stamani doveva tenersi il secondo incontro con la Sodexo, nella procedura di raffreddamento dello stato di agitazione.
La Sodexo ha risposto invece con un attacco senza precedenti nei nostri confronti.
L’incontro previsto per oggi è stato “rinviato a data da destinarsi”.
Nel frattempo a lavoro il nostro stato di agitazione ha prodotto l’attenzione della USL che ha fatto un’ispezione verificando le gravi carenze che da tempo denunciamo.
Supplementari usati sistematicamente per contratti da 3 ore il giorno. Condizione di rischio biologico altissime e nessuna formazione sulla sicurezza delle pulizie ospedaliere. Turni compilati di giorno in giorno senza alcun rispetto delle nostre vite di lavoratrici, donne, madri. Lo sciopero dell’8 marzo ha messo alla ribalta la nostra condizione e non intendiamo fermarci proprio adesso!
Ieri mattina sono state consegnate a tre lavoratrici, tra cui una nostra Rappresentante Sindacale nonché Rappresentante delle condizioni di sicurezza, delle contestazioni disciplinari. Questi provvedimenti sono stati rivolti alle lavoratrici che hanno avuto il merito in questo stato di agitazione di “indossare una maglietta con un logo simile a quello dell’azienda” e a causa della normale attività sindacale prevista dallo stato di agitazione sono state accusate di aver messo in evidenza la mancanza di materiali di lavoro idonei.
Per tutto questo come comitato delle lavoratrici, dopo il grande sciopero dell’8 marzo, facciamo presente all’Azienda ospedaliera pisana, come anche ratificato dal decreto legge del 17 marzo scorso sulla responsabilità solidale del committente negli appalti, che deve cessare immediatamente questo atteggiamento intimidatorio da parte della Sodexo e non rispettoso delle legittime richieste di noi donne.
Non ci fanno paura le ritorsioni e i provvedimenti disciplinari. Siamo nel giusto e la pretesa dei nostri diritti non farà alcun passo indietro.
Non ci scoraggiano i rinvii degli incontri fissati da settimane da una multinazionale che guadagna milioni di euro sul nostro lavoro di pulizie e sanificazione, ma che non è disposta a riconoscere nelle nostre buste paghe quella retribuzione dignitosa e quei materiali idonei a lavoro.
Non abbasseremo la testa proprio adesso che vediamo la nostra forza crescere. Ci stiamo preparando per trasformare la nostra marea in burrasca, lo stato di agitazione in sciopero permanente.
LOTTARE OGGI PER NON SOFFRIRE DOMANI!
Pisa, 22 marzo 2017