Il lavoro ai tempi dell’EXPO

sala expo

Da 70mila nuove assunzioni grazie all’Expo promesse da Letizia Moratti a diecimila contratti sottoscritti. Si apre la vetrina internazionale grazie ad una selva di apprendistati, stagisti e ribassi anche del 30 per cento. Diciottomila saranno i volontari. Il grande evento per testare forme di lavoro gratuito.

Articolo di Michele Sasso, da L’Espresso del 30 aprile 2015:

Letizia Moratti era così sicura del balzo in avanti nelle assunzioni da farlo diventare slogan in campagna elettorale:«70 mila posti di lavoro grazie all’Expo» prometteva tappezzando Milano di manifesti.

Il sindaco che ha strappato la candidatura alla turca Smirne non è stato riconfermato nel 2011 e dopo quattro anni quella promessa di inondare la città di nuove opportunità è stata tristemente smentita da fatti: solo 10 mila nuovi assunti secondo i dati dell’osservatorio mercato del lavoro della Provincia di Milano che monitora i nuovi contratti sottoscritti.

Mentre nell’intera Provincia si contano 150 mila disoccupati e tra il 2007 e il 2014 il tasso è schizzato del 108 per cento, il grande evento ha portato perlopiù impieghi precari.disoccupazione

L’eden di una grande vetrina internazionale come volano per l’occupazione e lo sviluppo della città grazie a quattro miliardi di investimenti è sfumato.

In questi ultimi giorni all’interno del sito ci sarà una staffetta di mestieri: fuori novemila tra muratori, falegnami e montatori e dentro addetti alla logistica, accompagnatori, baristi e cuochi.

Centinaia di figure per una selva di impieghi. Dentro i padiglioni ci saranno apprendisti che per sei mesi dovranno imparare e formarsi per poi lasciare quel posto perché i padiglioni verranno smontati. In questo caso infatti apprendistato e periodo complessivo di lavoro coincidono. E nessuno si aspetta di essere richiamato per la prossima esposizione universale in Kazakistan tra due anni o nel 2020 negli Emirati Arabi Uniti.

E poi volontari del servizio civile trasformati in hostess e dipendenti costretti a fare turni di lavoro sette giorni su sette senza nessuna certezza di orari. E per chi ha passato la selezione ecco il contratto con la sorpresa: ribasso del trenta per cento del salario.

io non lavoro gratis per expo«Nel 2013 Expo presentava il fabbisogno: 23 mila unità solo per funzionamento, di questi quasi 18 mila sono volontari» spiega Andrea Fumagalli, docente di economia politica all’università di Pavia:«Lo scopo? Testare forme di lavoro gratuito per un evento eccezionale. Se andrà bene  si allargherà ad altri settori per abbattere la disoccupazione. Dimenticando che però si ottiene una produttività molto bassa con il lavoro usa e getta».

Quanto sarà apprezzato questo modello lo capiremo solo ad ottobre ma intanto si apre la nuova frontiera del lavoro completamente gratis come primo impiego, dopo che il Paese ha vissuto quindici anni di lavoro precario. Una svalorizzazione verso il basso che serve a far risparmiare milioni di euro.

IL CONTRATTO PIRATA

Per spianare la strada a contratti più flessibili a luglio 2014 si firmò un protocollo tra sindacati e società. Benedetto anche dal ministro del Lavoro Giuliano Poletti il documento mette a disposizione dei Paesi stranieri un contratto di lavoro standard per le future assunzioni: quello classico del commercio, per sua natura poco costoso e assai flessibile.

E poi al centro dell’accordo la possibilità di sfruttare l’apprendistato come forma stimolo per l’occupazione giovanile, flessibilità sull’organizzazione dell’orario di lavoro, riposi, ferie e permessi.

Infine l’introduzione di una procedura in grado di prevenire o risolvere le controversie su discipline contrattuali o sindacali, evitando gli scioperi.

«In questo modo – disse Poletti – dimostriamo che i contratti a termine e di apprendistato sono usabili e positivamente in un contesto come questo».

Una deroga che ha permesso alle agenzie impegnate nella selezione di «addetti ai grandi eventi», professionisti di «marketing, ticketing, sales» e «operatori della logistica, sicurezza» di mercanteggiare sul costo.

Il coniglio dal cilindro è un contratto del terziario Cnai, “ribassato” del 20-30 per cento rispetto a quello ufficiale. Per chi viene assunto con il “Cnai” la retribuzione media è di 1.100 euro lordi, per un orario di lavoro classico (tra le 28 e le 36 ore settimanali). In busta paga ci saranno insomma 800-900 euro al mese.

La logica per tutti è quella di “affittare” dipendenti al minor costo possibile. Ecco esperti di traduzione inquadrati come hostess, addetti alla ristorazione con contratti “in somministrazione”, non sono assunti direttamente dalle aziende ma grazie a questa scorciatoia garantiscono prezzi bassi e tanti pasti.

«Basterebbe il rispetto dell’orario di lavoro previsto dalle leggi per fermare le attività» sottolinea Antonio Lareno della Cgil:«Oggi Expo è un buco nero: non c’è nessuna certezza dei contratti applicati: chi vigilerà sugli orari, le mansioni, la sicurezza, la giungla di figure?».

Dulcis in fundo anche per aver certezza dell’orario si è pensato che il vecchio foglio firme possa bastare (invece della timbratura via badge) che permette di rimanere impiegati oltre l’orario senza lasciare nessuna traccia.

IL DIPENDENTE VOLONTARIO

P1000190Il colosso Manpower è stato incaricato di trovare le figure professionali necessarie. La sfida dell’agenzia specializzata in risorse umane è selezionare cinquemila profili entro maggio.

Mille direttamente per Expo spa e gli altri per i padiglioni. Partito in ritardo (a febbraio erano appena 59) il pasticcio delle selezioni last minute è esploso dopo l’articolo del “Corriere della sera” che racconta come otto su dieci hanno rinunciato.

La caccia al profilo giusto accelera nell’ultimo mese quando sono stati contattati 600 under 29 che però hanno detto «No, grazie».

I motivi della rinuncia sono chiari: nessuna certezza del tipo di contratto, formazione obbligatoria (retribuita?) e in tanti rifiutano un offerta da 500 euro al mese che arriva a meno di due settimane dall’apertura del sito. In pratica l’offerta è lascia tutto e inizia domani.
«Per la selezione abbiamo optato uno standard uguale per tutte le 156mila candidature arrivate, una classifica unica approvata a fine marzo. Questo è il motivo del ritardo» spiega Stefano Scabbio amministratore delegato di Manpower .

Dopo una valanga di polemiche e precisazioni “l’Espresso” è in grado di raccontare anche cosa succede dietro le quinte, tra i cinquanta dipendenti Manpower che si occupano di selezioni e contratti.

«L’ordine è quello di selzionare sclusivamente solo online con i test per candidati, in pratica non vediamo nessuno e li prendiamo a scatola chiusa senza nessun colloquio. L’unico contatto è il telefono: chiamiamo e li “invitiamo” a firmare il contratto il giorno successivo», spiega A.

La pressione è tanta ma Manpower non ha voluto firmare nessun contratto specifico per i sei mesi straordinari della kermesse internazionale.

«Progressivamente è cresciuto il carico, garantendo la fascia oraria tra le 9 e le 23. Siamo costretti a questo ritmo per risparmiare tempo perché nonostante questi turni non riusciamo a soddisfare le richieste» continua la specialista di risorse umane.

Risultato? Zero ferie, nessun permesso e le canoniche due settimane di vacanza sono rinviate a novembre o dicembre.

«È vero il lavoro è pesante, alle persone è stato chiesto un super un impegno ma presto saranno premiate» conclude Scabbio.

Il caso limite è il dipendente “invitato” a presentarsi anche nel giorno di ferie. Ecco come viene presentato il grande evento:«Grazie ai programmi volounteers tutti i dipendenti e i familiari potranno avere la possibilità di essere parte attiva dell’accoglienza e nel supporto per i visitatori e di ampliare le proprie esperienze in un contesto internazionale che arricchirà il proprio percorso formativo e di crescita».

IL SERVIZIO CIVILE COME ACCOMPAGNATORE

C’era una volta il volontario che portava gli anziani dal medico o guidava il furgone per il trasporto disabili.

Un anno di servizio civile con il rimborso dello Stato (da poco più di quattrocento euro) per aiutare le amministrazioni locali, fare esperienze o partire per progetti oltre frontiera.

Lo Stato stanzia per 40 mila volontari 115 milioni di euro e sono previsti 12 mesi di impegno nei settori dell’assistenza (che assorbe in media il 60 per cento dei volontari), della protezione civile, dell’ambiente, del patrimonio artistico e culturale o dell’educazione. Un occasione da sfruttare per molti come trampolino nel mondo del lavoro.

Oggi per l’evento straordinario milanese è stato creato anche un bando straordinario: 110 under ventotto anni chiamati apposta per dare una mano dentro il sito.

Cinquanta svolgeranno il servizio con l’associazione Arci, altri 60 con la Caritas ambrosiana, e poi da giugno altri dieci se ne aggiungeranno provenienti dal bando ordinario.

Dopo i sei mesi tutti proseguiranno l’esperienza nei centri della Caritas lombarda dove in tanti si prendono cura dei migranti o seguono progetti contro la fame e di sviluppo nel mondo.

Durante l’apertura dei padiglioni che faranno? Quattordici di loro saranno ad accogliere visitatori all’edicola, il padiglione della Caritas. Altri 63 staranno nei cluster, nove spazi espositivi dedicati a Paesi più poveri, i restanti saranno a Cascina Triulza, dove è previsto l’Expo dei popoli.

Per tutti l’indicazione è chiara:«Accompagnare i visitatori alla scoperta di un luogo in cui ciascuno possa fare esperienza pratica delle modalità in cui si declina la libertà di impegnarsi per la costruzione del mondo futuro».