Ci sono tanti buoni motivi per scioperare contro la politica economica del governo Meloni. Il principale è che – come sempre – i sacrifici vengono chiesti a lavoratori dipendenti e pensionati, mentre, sgravio fiscale dopo sgravio fiscale e condono dopo condono, si premiano i padroni e gli evasori.
Ma tra le tante nefandezze presenti nella legge di bilancio del governo Meloni ce ne sono tre che ci riguardano direttamente in quanto dipendenti comunali.
La prima è l’assenza di risorse aggiuntive, rispetto a quelle stanziate negli scorsi anni, per il rinnovo del nostro contratto. Ci propongono dunque aumenti del 5,78%, pari a un terzo dell’inflazione registrata nel triennio 2022-2024.
La seconda è il taglio dei trasferimenti ai Comuni: –130 milioni nel 2025, –260 milioni nel 2026, –440 milioni nel 2027.
La terza è il blocco del turn-over: i Comuni potranno sostituire solo il 75% dei dipendenti che hanno lasciato il lavoro perché pensionati o dimissionari.
È facile prevedere quale sarà il risultato di questi provvedimenti: organici ridotti, dipendenti sempre più anziani e demotivati, peggioramento qualitativo dei servizi comunali e affidamento di una parte di essi ad aziende private e (finte) cooperative.
Questo per noi è inaccettabile.
Rivendichiamo salari commisurati all’aumento del costo della vita e un piano straordinario di assunzioni negli Enti Locali per garantire ai cittadini servizi di qualità erogati da personale qualificato e assunto a tempo indeterminato.
Basta con i tagli e con l’affidamento dei servizi comunali a privati che pagano i propri dipendenti 5 o 7 euro all’ora, senza diritti e in condizioni di estrema precarietà!
Oltretutto, se il governo centrale mira in maniera diretta ad impoverire il lavoro ed il servizio pubblico, anche i governi locali sembrano impegnati sulla stessa direttiva. Le politiche occupazionali del Comune di Milano negli ultimi anni ne sono dimostrazione.
Il 29 novembre scioperiamo anche noi!
Ci troviamo in piazza Fontana, a Milano, alle ore 9.30.