No al licenziamento per motivi disciplinari: le ragioni, i torti.
Perché è sproporzionato e ingiusto e Roberto deve tornare al lavoro.
Perché se passa colpisce anche te.
Come molti sapranno Roberto è stato licenziato per una serie di ritardi e assenze ingiustificate avvenute tra dicembre e gennaio. Alcune contestazioni sono state recapitate durante il ponte di fine anno e anche la presenza sindacale era ai minimi termini. Il fatto conclusivo è successo a gennaio e la direzione Olon ha deciso per il licenziamento.
Il lavoratore alla prima contestazione ha spiegato a voce i suoi problemi famigliari e poi di fronte ad altre contestazioni ha dato per scontato che aveva esposto le motivazioni e la direzione ne avrebbe tenuto conto.
Passato il ponte alla prima assenza ingiustificata prolungata la direzione ha usato l’argomento della recidiva per giustificare il licenziamento.
Detto francamente quel che non è condivisibile è l’uso formale delle contestazioni disciplinari per ottenere il licenziamento di chiunque in un momento di debolezza e di problemi che possono capitare a chiunque.
Il lavoratore che è stato licenziato non ha mai creato problemi nei 17 anni di attività nel gruppo Antibioticos/Olon; tra l’altro ha accettato o subito anche il trasferimento da Settimo Torinese a Rodano e si è dovuto ricostruire rapporti affettivi e sociali.
E’ necessario ricapitolare diritti, doveri, come ci si deve comportare (anche alla luce delle novità della legge Fornero e per i neoassunti del Jobs Act). In sintesi è molto difficile quasi impossibile, anche a fronte di ragioni fondate del lavoratore ottenere in tribunale la reintegra sul posto di lavoro. Sarà per questi motivi che in molte aziende da mesi le direzioni scelgono un capro espiatorio e provano a fare un licenziamento per vedere che reazione provocano. In questo modo mettono alla prova il singolo lavoratore (malcapitato su cui provare gli effetti delle nuove leggi). Il vero deterrente verso le direzioni aziendali era il vecchio art.18 per il rischio della reintegra sul posto di lavoro.
Mentre con le modifiche Fornero possono pianificare il costo del licenziamento e mal che vada pagheranno una certa cifra (12 mesi più o meno).
Quindi ogni lavoratore deve drizzare le antenne e non sottovalutare nessuna infrazione disciplinare.
Con il nuovo Jobs Act il giudice non potrebbe nemmeno valutare la gradualità delle sanzioni (e quindi si rischia già dalla prima contestazione la sanzione più grave. Anche per questi motivi cambiare azienda significa partire con meno diritti).
Di fronte alle contestazioni disciplinari, di addebito come usa Olon dovete tenere presente che si può e si deve chiedere per iscritto incontro per le giustificazioni (ed è meglio dare le giustificazioni solo verbalmente assistiti da delegato o sindacalista con un minimo di esperienza.