Solidarietà per salvare posti di lavoro
2009, Francia, Saint Galmier, stabilimento Badoit.
Si tratta della storia di Mathys Germain, un bambino ammalato di tumore al fegato e di suo padre Christophe, che per assisterlo nel periodo di malattia aveva esaurito tutte le ferie e i riposi. Il padre cominciò a chiedere giorni di malattia, negati perché appunto non era lui ad essere ammalato.
I suoi colleghi avviarono una raccolta, una colletta di “ore” raccogliendo in 15 giorni 170 giorni di riposi che furono “regalati” al collega (a seguito dell’approvazione, da parte dell’azienda, della possibilità di utilizzarle) per permettergli di assistere il figlio fino alla morte, avvenuta nel dicembre 2009.
Nel 2014, dopo un complesso iter burocratico, in Francia fu approvata una legge che aggiungerà un articolo nel Codice del lavoro che “permetterà a tutti i dipendenti, pubblici e privati, col consenso del datore, di cedere i diritti o parte di essi su permessi e ferie retribuite in favore di un lavoratore con un figlio con meno di 20 anni affetto da una malattia, un handicap o vittima di un incidente di gravità tale da rendere indispensabile una presenza e cure costanti”.
In Italia questa novità è stata recepita nel Job Act, precisamente nell’articolo 24 del D.Lgs. 151/2015: “Fermi restando i diritti di cui al decreto legislativo 8 aprile 2003, n. 66, i lavoratori possono cedere a titolo gratuito i riposi e le ferie da loro maturati ai lavoratori dipendenti dallo stesso datore di lavoro, al fine di consentire a questi ultimi di assistere i figli minori che per le particolari condizioni di salute necessitano di cure costanti, nella misura, alle condizioni e secondo le modalità stabilite dai contratti collettivi stipulati dalle associazioni sindacali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale applicabili al rapporto di lavoro”.
Questa novità è stata recepita sia nel CCNL dei chimici (dal 2015) sia nel CCNL dei metalmeccanici (2018) e da altri Contratti.
Nel caso dei metalmeccanici è specificato che ciò potrebbe avvenire solo in caso di accordo della RSU con l’Azienda.
Ad oggi siamo ben lungi dal raggiungimento di accordi in ogni Azienda del settore, questa possibilità è stata sottovalutata ampiamente e poco recepita come soluzione alternativa al licenziamento in situazioni in cui sarebbe potuta essere utilizzata.
Per citare alcuni esempi in controtendenza: accordo Funivie Savona San Giuseppe, sottoscritto nel 2009; accordo Ctt Nord, 2014; accordo Busitalia Sita Nord, del 2017; accordo Intesa San Paolo del 2015.
Noi crediamo che sia utile ottenere accordi per le ferie Solidali in ogni luogo ove sia possibile. E dovrebbe essere compito sindacale costruire accordi senza particolari vincoli stretti di parentela ma che siano utili alla soluzione dei problemi.
E’ necessario attingere alla solidarietà tra lavoratrici e lavoratori laddove non ci sono abbastanza diritti, questa è la storia del movimento operaio, è la nostra storia ed è il principio di ogni battaglia vinta (o persa) per i diritti di lavoratrici e lavoratori: ad ogni modo in nessun caso pensiamo che la solidarietà debba o possa sostituire la lotta per maggiori diritti.
Quindi, mentre continuiamo a lottare affinché il diritto di cura propria o dei propri cari possa essere tutelato anche a spese dei padroni, che possono metterci la loro parte e smettere di licenziare persone ammalate o in situazione di disagio; mentre difendiamo persone con difficoltà di salute e/o familiari licenziati/e ingiustamente per superamento del comporto, mentre lottiamo per contratti migliori e per maggiori diritti, segnaliamo che cominciare con l’utilizzo e il raggiungimento di accordi di questa misura solidale andrebbe a sostegno di questo percorso e a sostegno di molte lavoratrici e molti lavoratori in difficoltà.