MOVE UP 2021: verso un G20 della salute anziché del profitto sulla sanità

Appello

MEMORANDUM DELLE CITTADINE E DEI CITTADINI

“Per una politica mondiale pubblica della salute, diritto universale e bene comune pubblico mondiale”.

L’obiettivo delle Iniziativa Move Up  2021 è di contribuire alla coscientizzazione  e mobilitazione delle cittadine e dei cittadini in favore di una politica mondiale della salute nel corso del 2021, dominato dalla lotta contro la pandemia Covid19 e marcato da importanti avvenimenti di portata internazionale quali la COP26 (sotto la  copresidenza del Regno Unito e dell’Italia), il G20 e, a livello europeo, l’ICE “No Profit on Pandemic” ed il “New European Deal” .

Lo strumento chiave dell’Azione 2021 è costituito dal presente  “Memorandum dei cittadini. Per una politica mondiale comune pubblica della salute”

Attorno alla redazione del Memorandum dei cittadini, alla sua diffusione ed adesione, sono organizzati  incontri di gruppi di lavoro, dibattiti ed eventi  prima del Global Health Summit del G2O di maggio e  che termineranno con un grande evento culturale cui parteciperanno alcune decine di artisti del mondo intero alla vigilia del Vertice del G20 (fine ottobre) e della COP26 (inizi novembre).


Cosa possono sperare le cittadine e i cittadini e cosa possono fare?

Nel contesto di un sistema mondiale  sconvolto dalle crisi  climatica,  economica, sociale, ecologica e – prima di tutto – sanitaria, la maggiore preoccupazione degli europei a fronte della sindemia endemica provocata dal virus Sars-Cov-2 è rivolta alla campagna di vaccinazione, nella speranza che  possa essere condotta massicciamente, rapidamente e in sicurezza, per poter  ritornare alle proprie attività e recuperare  una condizione, bene o male, di normalità.

Ma nemmeno questa speranza  è  concessa  alla metà della popolazione mondiale più povera (circa 3,6 miliardi,  la cui “ricchezza” è inferiore a quella dei  dieci miliardari più ricchi del mondo!).  Cosa contano i contadini indiani, africani,  brasiliani? Qual’é il potere di decisione  delle grandi masse urbane che vivono nelle baraccopoli delle megalopoli (1,6 miliardi di abitanti)? E che dire dei 2 miliardi  e più di disoccupati e di lavoratori  poveri?

La gran parte della popolazione mondiale può aspettarsi ben poco, perché esclusa dall’accesso ai mezzi di cui dispongono i gruppi sociali agiati dei paesi ad alto e medio reddito per far fronte  alla pandemia in termini di infrastrutture sanitarie (ospedali, laboratori, centri medici, personale medico ed infirmieristico, apparecchiature, logistiche mediche…) e di cura (medicinali,  strumenti di diagnosi, vaccini…).  Ciò vale in particolare per i vaccini ed altri medicinali importanti messi in vendita e coperti da  brevetti privati ed a scopo di lucro da parte di un gruppo ristretto d’imprese farmaceutiche multinazionali  dei paesi del “Nord”. I monopoli della proprietà intellettuale bloccano l’accesso ai vaccini.

La realtà mondiale

La realtà è che le forze economiche e politiche che dominano il mondo non si sono  rese conto della gravità delle distruzioni della vita sulla Terra provocate  nell’ultimo secolo da un modello di sviluppo economico predatorio.  All’origine delle pandemie da zoonosi  (salto di specie animale) vi è la rottura degli equilibri tra le specie viventi. Non è possibile separare la salute degli esseri umani dalla salubrità dell’ambiente naturale.

Parallelamente,  nel corso degli ultimi 50 anni, si sono drammaticamente aggravate le disuguaglianze nei diritti e nelle capacità di azione delle popolazioni all’interno di ciascun paese, tra i vari gruppi sociali e,  ancor più,  a livello mondiale, tra i diversi paesi.

Tutto ciò  ha messo in evidenza la grande, crescente incapacità della comunità “inter-nazionale”  di concepire e mettere in atto politiche comuni di risposta planetaria  alle crisi strutturali in corso.

Un circolo vizioso che nemmeno i “potenti del G20” sono in grado di rompere allo stato attuale delle loro visioni e scelte. Per questa ragione il presente Memoradum non è indirizzato ai dirigenti degli Stati del G20 ma alle cittadine e ai cittadini abitanti della Terra ed in particolare ai movimenti ed organizzazioni della società  civile.

Da: “Nessuno sarà lasciato indietro”; a: “Cambiamo il sistema che mette in disparte miliardi di persone”.

“Nessuno sarà lasciato indietro”.  E’ uno slogan  bello. Peccato che i gruppi sociali dominanti che lo hanno lanciato  abbiano già dimostrato  di  non saper mantenere gli impegni.

Dall’inizio della vaccinazione nel dicembre 2020,  i “lasciati indietro” sono centinaia di milioni. Alla fine del 2021 solo tra il 20 ed il 30% della popolazione mondiale sarà stata vaccinata e sappiamo già in quali parti fortunate del mondo ciò avverrà. Secondo l’OMS, se non vi sono cambiamenti radicali, il numero di persone che nel mondo non avranno una copertura sanitaria di base supererà i 5 miliardi (su 7,7 miliardi). Impensabile che in tale contesto la lotta contro la pandemia  da Covid19  quale oggi condotta possa assicurare il diritto alla salute “ per tutte e tutti”!

“Cambiare il sistema che mette  da parte miliardi di persone” è  la scelta più ragionevole e coerente con l’obiettivo del diritto universale alla salute, approvato dall’ONU (taget 3 dell’Agenda 2030) e diventato un obbligo (non un’opzione) per tutti gli Stati della Terra .

A tal fine, una concreta politica mondiale globale della salute, ora,  nell’interesse di tutti gli abitanti della Terra deve fondarsi sull’analisi e la valutazione rigorose e serrate di due serie essenziali di elementi chiave:

  • i fattori che bloccano; ovvero, i catenacci  da scardinare
  • gli impegni politici, economici e sociali da realizzare.

Solo cosi è pensabile che sarà possibile per la comunità-umanità  passare dall’attuale incapacità di agire collettivamente  all’ azione volta a  costruire una comunità globale di vita su una Terra  abitabile da e per tutti gli esseri viventi.

I  fattori  che bloccano i cambiamenti. I catenacci da scardinare.

I catenacci sono stati installati dai gruppi sociali dominanti,  specie a partire dagli anni ’70.

 I sei catenacci da far saltare 

  1. I sentimenti negativi imposti: paura, insicurezza, sessismo, xenofobia, razzismo, classismo.
  2. Il principio di dominio e di inferiorizzazione (degli esseri viventi più fragili, delle donne, delle popolazioni marginali) che conduce alla discriminazione e all’ ineguaglianza.
  3. La sovranità assoluta che gli Stati esercitano sulle“proprie”risorse naturali del pianeta in nome della  “sicurezza nazionale”, ma in realtà del loro massimo sfruttamento.
  4. La riduzione di ogni forma di vita a merce e a asset finanziario.
  5. La privatizzazione (e finanziarizzazione) dei beni comuni pubblici essenziali ed insostituibili per la vita.
  6. Le spese militari.

Gli impegni concreti da prendere e da realizzare

Alla luce di quanto sopra, é possibile identificare i cammini che cittadine e cittadini, direttamente e indirettamente (attraverso i loro rappresentanti pubblici democraticamente scelti)  devono intraprendere nella  prospettiva di contribuire allo sviluppo di un nuovo  “contratto sociale mondiale” nel  contesto del quale  iscrivere la politica della salute mondiale.

I dominanti  parlano di  “Reset mondiale” per indicare il rafforzamento del sistema. Noi cittadine e cittadini, abitanti della Terra dobbiamo agire per  il perseguimento di quattro cambiamenti fondamentali :

  • sradicare i fattori strutturali della povertà e della esclusione;
  • arrestare il dissesto ecologico, favorendo il risanamento dei sistemi di vita del pianeta;
  • bandire la finanza predatrice della vita;
  • fare la pace; mettere fuori legge la guerra.

Al vertice delle azioni prioritarie si situa la concretizzazione dei diritti universali umani e dei diritti alla vita di tutte le specie viventi  del pianeta. Questo imperativo fondamentale dell’umanità implica una responsabilità collettiva, pubblica, diretta, non trasferibile, che deve ridiventare la funzione primaria delle istituzioni pubbliche democraticamente elette da rinforzare su scala mondiale.

I questo  contesto emergono dieci impegni.

I dieci  impegni per una politica mondiale pubblica della salute 

  • I diritti universali alla e della vita di tutti gli abitanti della Terra devono guidare il divenire dell’umanità.
  • E’ fondamentale ri-pubblicizzare le attività di ricerca e sviluppo (R&S), dal livello nazionale a quello mondiale, partendo dalla messa in comune delle conoscenze scientifiche e tecnologiche nel campo della salute (creazione  della  prima “Casa mondiale della salute”).
  • Elaborare e mettere in atto un “Patto globale della Scienza per la vita e la sicurezza di tutti gli abitanti della Terra”.
  • Abolire i brevetti (privati e a scopo di lucro) sul vivente e sull’intelligenza artificiale. La conoscenza e la salute sono beni comuni pubblici mondiali. Disse Jonas Salk, il medico che creò il vaccino antipoliomelite, a chi voleva brevettare la sua scoperta: “A chi appartiene il brevetto del vaccino? A nessuno. Si può forse brevettare il sole?.
  • Ri-pubblicizzare il servizio sanitario comune, dal livello locale/nazionale  a quello continentale e mondiale in parallelo alla proposta di una ri-pubblicizzazione dell’industria farmaceutica su basi cooperative ai vari livelli territoriali  rilevanti.
  • Rinforzare i processi di riconoscimento dei diritti della natura.
  • Moltiplicare i processi di promozione del riconoscimento dell’Umanità in quanto soggetto istituzionale politico e giuridico, attore chiave della regolazione mondiale.
  • Mettere fuori legge le attività finanziarie speculative e predatrici (paradisi fiscali, prodotti derivati, segreto bancario, le monete private mondiali…) così come la finanza per attività nocive alla salute ed alla vita della Terra  (prodotti sintetici non metabolizzabili, estrazioni minerarie, eenergie fossili….) e la finanza per gli armamenti .
  • La finanza per la vita. Ripensare la ri-organizzazione della finanza mondiale fondata sul primato della finanza pubblica, trasparente e responsabile, di tipo cooperativo, decentrata, libera dai grandi oligopoli finanziari mondiali dei fondi d’investimento privati (i “pirati planetari”).
  • Creazione del Consiglio di Sicurezza dei Beni comuni pubblici mondiali .