Si è svolta nei giorni scorsi, dal 25 al 28 gennaio, nella località di El Escorial, nei dintorni di Madrid, il 3° incontro della “Rete Sindacale Internazionale di Solidarietà e Lotta”.
I primi due incontri si sono svolti nel 2013 a Saint-Denis a Parigi; e a Campinas in Brasile nel 2015.
La Rete Internazionale di Solidarietà e di Lotta raccoglie organizzazioni sindacali combattive di diversi continenti, prevalentemente dall’Europa, dall’America Latina, dall’Africa e dal Medioriente. All’incontro hanno partecipato almeno 200 tra delegati e delegate.
Le organizzazioni più importanti che ne costituiscono in qualche modo i “pilastri” e gli imprimono la direzione di marcia sono Sud-Solidaires in Francia, la Cgt, storica organizzazione del sindacalismo libertario nello stato Spagnolo e la CSP-Conlutas, importante confederazione del sindacalismo alternativo e combattivo in Brasile.
Questo terzo incontro è stato importante per almeno due ragioni.
La prima è che ha visto un allargamento delle presenze ad organizzazioni sindacali del continente africano – c’erano delegazioni dal Mali, dalla Costa D’Avorio, dal Senegal; e del Maghreb, con l’Ugtt tunisina, l’Umt del Marocco per arrivare al Sindacato dei lavoratori e delle lavoratrici delle Poste di Palestina. Si tratta di giovani organizzazioni sindacali, soprattutto quelle africane, che esprimo una sindacalizzazione prevalentemente concentrata nel settore pubblico, nei trasporti, nella sanità e nelle telecomunicazioni. E il dato ancor più positivo è quello della forte presenza di donne lavoratrici all’interno di ciascuna di queste delegazioni, fatto rimarcato dalla scelta di dedicare l’intera giornata di sabato 27/1 all’oppressione di genere e alla discussione -sia in plenaria che nei gruppi di lavoro tematici – sulla costruzione della Giornata di lotta Internazionale dell’8 marzo. Ed in continuità con l’esperienza dell’anno precedente, si è deciso l’impegno della Rete nella promozione dello sciopero in occasione di quella giornata, intendendo la mobilitazione come momento comune di lotta delle donne e degli uomini delle classi lavoratrici sul terreno della violenza e dell’oppressione di genere. Con uno sguardo attento alla relazione con i soggetti Lgbt, chiamati anch’essi a mobilitarsi in quella stessa giornata contro l’omofobia e la transfobia.
Nella mattina conclusiva di domenica 28/1, in assemblea plenaria, sono state presentate le comunicazioni dei diversi gruppi di lavoro, sia quelli tematici – genere e 8 marzo, migranti, repressione, autogestione, anticolonialismo – che i Tavoli settoriali (Rete Ferroviaria senza frontiere; educazione, trasporto aereo, salute, telecomunicazioni, commercio e servizi, poste, funzione pubblica, industria dell’auto e metallurgia).
Un momento importante in Plenaria è stata la presentazione di una mozione di solidarietà con la lotta del popolo siriano, contro la dittatura genocida di Assad e gli interventi militari in corso delle diverse potenze impegnate in quel conflitto, preceduta dall’intervento di un rifugiato siriano che ha illustrato l’attività di solidarietà che si svolge in Spagna e in Europa con i rifugiati siriani, invitando la Rete ad un impegno su questo terreno.
Alla fine dei lavori è stata presentata la Risoluzione conclusiva – che è in via di pubblicazione sul sito – che contiene insieme ad elementi di analisi e riflessione su cosa significa costruire sindacalismo di classe e alternativo nel mondo della globalizzazione capitalistica e della sua crisi, un insieme di rivendicazioni e di terreni di attività ed azione su cui le organizzazioni che hanno partecipato all’incontro sono chiamate ad impegnarsi.
Dall’Italia erano presenti oltre al Sial Cobas, il Sindacato di Base di Pavia, L’AdL del Triveneto, il Si-Cobas, l’Usi di Roma, la Cub Trasporti e, dopo essere stata assente nelle edizioni precedenti, la Cub –Confederazione, con il responsabile delle relazioni internazionali.
Tutte le organizzazioni sindacali presenti dall’Italia hanno svolto un ruolo sia nelle plenarie che nelle attività dei gruppi di lavoro e dei Tavoli settoriali, stabilendo relazioni e scambi di informazioni con i rappresentanti di altre organizzazioni di altri Paesi.
Tutto ciò è sicuramente positivo ed importante. Bisogna capire se si traduce in una pratica effettivamente unitaria e convergente nella costruzione del conflitto sociale e delle lotte sindacali al ritorno nel proprio Paese, o se rimane esercizio di relazioni diplomatiche e di “posizionamento” sulle questioni internazionali, coltivando ciascuno rapporti e momenti di scambio in funzione della propria visibilità e della propria immagine.
Il Sial Cobas, per quel che è nelle sue possibilità e nelle sue forze, cercherà di lavorare nella prima direzione indicata, quella di una ricaduta positiva della partecipazione a questi incontri, nella costruzione di conflitto e di azione sindacale collettiva nei luoghi di lavoro e nei territori in cui si è presenti.
Lavorando con l’insieme delle forze sindacali presenti in questa Rete per rafforzarne la dimensione internazionale nell’azione sindacale conflittuale e classista, promuovendo e facendo conoscere in primo luogo la Rete e ciò che si ripromette di fare nella fase che è davanti a noi.