Le donne islandesi escono dal lavoro alle 14.38 per protestare contro le differenze salariali tra uomini e donne.
La disuguaglianza salariale significa che le donne in tutta Europa lavorano in parte gratis.
di Charlotte England, dall’ Independent del 25 ottobre 2016
Traduzione a cura di Sial Cobas
Migliaia di lavoratrici in tutta Islanda questo lunedì sono uscite dal lavoro alle 14.38 per contestare il fatto di guadagnare meno dei loro colleghi uomini a parità di mansione.
L’Islanda è stata definita il paese migliore del mondo dal punto di vista dell’uguaglianza di genere, tuttavia le donne continuano a guadagnare tra il 14 e il 18% meno dei loro colleghi. I sindacati e le organizzazioni delle donne denunciano il fatto che questo gap significa che in ogni giornata lavorativa di otto ore le donne lavorano non pagate dalle 14.38 fino a fine giornata.
Lunedì, dopo essere uscite dal lavoro alle 14.38, migliaia di donne si sono radunate nella piazza centrale di Reykjavik. Uffici, fabbriche, negozi, scuole di tutto il paese si sono trovati senza lavoratrici, e piccoli presidi si sono avuti nelle varie cittadine.
Quest’azione ha dei precedenti: il 24 Ottobre 1975 le donne islandesi si sono prese un giorno di permesso. La partecipazione delle donne fu del 90%. Ma non si tratto solo di astensione dal lavoro salariato. Le donne si astennero anche dal lavoro domestico, dal cucinare, dalla cura dei figli per attirare l’attenzione sul loro importante ruolo nella società, cui non corrisponde adeguato potere politico e uguaglianza salariale.
Nel 2005 le donne lasciarono il lavoro alle 14.08, ovvero da quando si calcola che a causa del gap cominciano a lavorare gratis.
Nel 2008, smisero alle 14.25.
Questo significa che in 11 anni si sono conquistati 30 minuti in più di lavoro pagato (meno di tre minuti in più all’anno), attestando una progressiva riduzione del gap salariale di genere, il cui andamento tuttavia rimane troppo lento.
Significa infatti che se si continua così ci vorranno 52 anni per eliminare del tutto le disuguaglianze salariali tra uomini e donne.
Gylfi Arnbjörnsson, presidente della Confederazione islandese del lavoro denuncia il fatto che è da sessant’anni che è illegale in Islanda discriminare sulla base del genere. I contratti di lavoro devono tener conto del livello di studio e del tipo di lavoro, non se uno è maschio o femmina. “Non possiamo attendere 50 anni per ottenere l’uguaglianza salariale! Qualsiasi tipo di disuguaglianza è illegale e inaccettabile! Pensare di risolvere il problema in 50 anni è un’eternità!”
Purtroppo però, nonostante il grande gap salariale elevato, le donne islandesi sono attualmente quelle con maggiori diritti e migliori condizioni di lavoro di tutta Europa. Secondo un recente studio che piazza il divario salariale islandese al 14%, le donne inglesi guadagnano il 20% in meno dei colleghi maschi. Il che significa che iniziano a lavorare gratis dal 19 ottobre fino a fine anno.