CHE FA, CONCILIA? NON CON IL BANDO TELELAVORO!
GIOVEDI’ 9 GIUGNO
PRESIDIO IN PIAZZA CITTA’ DI LOMBARDIA
dalle 12.30 alle 14
La giunta Maroni taglia sul telelavoro: come fantasmi!
Negati i nostri diritti, inascoltate le nostre richieste, la Regione Lombardia non ci ascolta, non ci considera, non conosce le nostre problematiche … non ci vede
Giovedì 9 giugno, dalle 12,30 alle 14, alla sede della giunta regionale della Lombardia, in piazza città di Lombardia, presidio di un folto gruppo di “fantasmi” che faranno in modo di farsi vedere e sentire per il ritiro e la riscrittura del provvedimento.
Il nuovo, iniquo bando, con il quale si assegnano 74 postazioni di telelavoro per il triennio 2016-2019 (su 3.000 dipendenti!) si è dimostrato quanto di più discriminante, illegittimo e pasticciato si potesse immaginare.
Ci sarà chi pur avendo “tanto diritto” non avrà la “postazione” e chi avrà il “posto” pur avendo “meno diritto”, un pasticcio che discrimina, esclude e provoca grosse sofferenze a lavoratrici e lavoratori in stato di “debolezza e fragilità” a causa delle proprie difficili condizioni di salute e famigliari.
Il nuovo bando di telelavoro proprio non ci piace perchè:
il metodo di selezione non risponde a minimi requisiti di equità: un dipendente può accedere con punteggio (= situazione di disagio) inferiore a quello di colleghi esclusi;
esclude a priori dipendenti che pure possiedono i requisiti, per la sola “colpa” di essere in una Direzione piuttosto che in un’altra;
vengono valutate solo situazioni di invalidità e non situazioni di handicap e/o di salute;
i requisiti di accesso sono estremamente più restrittivi del passato, senza dare il tempo sufficiente per adeguare la documentazione alle nuove richieste;
non è prevista una riserva di posti per casi di sopravvenute esigenze: per 3 anni i dipendenti che si trovassero ad acquisire i requisiti successivamente alla chiusura del bando sono esclusi;
mette a carico dei dipendenti una parte dei costi che per la normativa competono al datore di lavoro;
la commissione valutatrice è priva delle necessarie competenze.
Conciliazione tempi di vita e di lavoro? A parte le belle parole spese in diverse occasioni, la giunta lombarda nei fatti restringe i pochi spazi già esistenti.
I tentativi di dialogo con l’amministrazione non hanno prodotto risposte positive: ai rilievi di iniquità del bando si risponde con ulteriore discrezionalità!
Chiediamo il ritiro del bando e l’apertura del confronto sindacale da cui esca un nuovo bando più equo e inclusivo!
Le delegate e i delegati RSU
Lista unitaria SI Cobas – SIAL Cobas