Lunedì 4 maggio è iniziato in Germania lo sciopero dei macchinisti dei treni merci e dei treni passeggeri che dovrebbe protrarsi per sei giorni, diventando così il più lungo sciopero nella storia della Deutsche Bahn, società che gestisce le ferrovie tedesche, il cui intero pacchetto azionario è in mano allo Stato.
Il Sial Cobas saluta e sostiene la mobilitazione dei macchinisti tedeschi che va oltre la legittima richiesta di aumenti salariali e riduzione dell’orario: in gioco ci sono il diritto di sciopero e di rappresentanza sindacale.
Lo sciopero è stato indetto dal GDL (Gewerkschaft Deutscher Lokomotivführer), il più piccolo dei due principali sindacati dei macchinisti tedeschi, che rappresenta circa 20mila dei 200mila lavoratori della Deutsche Bahn.
I macchinisti di GDL protestano per ottenere un aumento del 5% degli stipendi, la riduzione della settimana lavorativa da 39 a 37 ore, il limite di 50 ore annuali agli straordinari e, soprattutto, per avere la possibilità di negoziare i contratti non solo per i macchinisti, ma per tutto il personale viaggiante.
Questa è forse la posta in gioco più alta, per i lavoratori, per l’azienda e per lo stesso governo tedesco. Si tratta infatti di una delicata e complessa questione di rappresentanza sindacale: nel 2010 infatti, dopo una pronuncia della Corte federale del lavoro, venne sostituito il principio dell’unità salariale con quello della pluralità. In una stessa società, da allora, i diversi sindacati possono condurre trattative e concludere accordi rappresentando soltanto i propri iscritti. Con il risultato che nella stessa azienda possono coesistere diversi accordi salariali. Gdl sostiene di rappresentare non solo i macchinisti (come faceva prima), ma anche il resto del personale viaggiante.
Per venire in soccorso di Deutsche Bahn e di tutte le aziende dove si verificasse una controversia simile, il governo Merkel ha presentato lo scorso ottobre un disegno di legge che concede la prevalenza di rappresentanza al sindacato con più iscritti, concedendo solo a lui il diritto di indire sciopero. Questa norma metterebbe all’angolo il Gdl e altre piccole sigle sindacali. La legge dovrebbe essere approvata dal Bundestag tra qualche settimana per diventare operativa in estate. Ma già alcuni sindacati hanno preannunciato ricorsi alla Corte costituzionale.
Vista la posta in gioco i macchinisti hanno dunque intenzione di tenere duro e la lunghezza dello sciopero potrebbe causare danni all’industria e all’economia, con una diminuzione dello 0,1 per cento nelle previsioni di crescita tedesca per il secondo quarto dell’anno.
Da quando le trattative con Deutsche Bahn sono iniziate, dieci mesi fa, il sindacato Gdl si è astenuto dal lavoro già otto volte. L’azienda taccia il sindacato di irresponsabilità, il GDL, da parte sua, accusa la Deutsche Bahn di presentare proposte irricevibili per guadagnare tempo in attesa del varo della legge antisciopero.
Per ora la mediazione auspicata dalla Merkel è lontana da venire: i macchinisti hanno rifiutato la proposta di Deutsche Bahn, che ha offerto loro – escludendo dalla contrattazione il resto dei dipendenti e quindi di fatto rifiutando la richiesta di rappresentare tutto il personale – un aumento salariale del 4,7 per cento e il pagamento di un bonus “una tantum” di mille euro.