Costruire il futuro dei CDD

20150320_160222 Costruire il futuro dei CDD: a difesa della continuità lavorativa ed educativa per la qualità dei Servizi

L’assemblea del 20 maggio scorso indetta dal sindacato SIAL-Cobas ha avviato un primo confronto pubblico con il contributo del Presidente di Medicina Democratica Giorgio Duca, Paola Longo dell’Associazione ANEP, Nicola Delussu di Cobas Sanità e diversi interventi compresi quelli dei rappresentanti degli operatori sociali. Nelle prossime settimane si andrà ad un incontro con i lavoratori del settore e sulla base di queste valutazioni si cercherà di definire una piattaforma di confronto con le istituzioni.
Regione Lombardia nella Giunta del 21 maggio 2015 ha prodotto una nuova delibera (X/3612/2015) che non risolve nulla. Dice semplicemente che esistono due profili formativi di educatori: quello proveniente da Scienze dell’

Educazione (L/19) e l’educatore professionale (LSNT/2) proveniente dalla facoltà di Medicina e Chirurgia. Sottolinea che gli enti gestori devono avvalersi degli educatori dell’uno o dell’altro tipo tenendo conto delle gravità presenti nel CDD. Alle ASL il compito di vigilare. Il presidio del 29 aprile davanti ai CDD di Cusano M.no, quello del 19 maggio sotto la Regione e l’incontro con l’Assessore Cantù per ora non hanno portato a risultati utili.
Il sindacato SIAL-Cobas ribadisce che la Regione Lombardia si deve attivare per la messa all’ordine del giorno del problema presso la Conferenza Stato – Regioni.
Questo è l’unico ambito in cui può essere definito – nella salvaguardia della qualità del servizio alla disabilità grave (CDD, RSD, ecc.) – qual è la transizione necessaria per chi non ha il titolo di educatore professionale di indirizzo sanitario: si tratta di stabilire criteri per la giusta valutazione dell’esperienza maturata nel settore, del titolo in possesso e della riqualificazione anche teorica al fine di poter continuare a lavorare nell’ambito della disabilità grave. Per il futuro si deve fare in modo che ci sia un solo percorso formativo per la categoria di educatore, pertanto le Università dovranno adottare un piano di studio conseguente alle necessità sociali.
L’azienda IPIS (Insieme per il Sociale) e i suoi proprietari/azionisti e cioè i quattro comuni di Bresso, Cinisello B.mo, Cusano M.no e Cormano, invece di attendere con le mani in mano la sentenza del Consiglio di Stato fino al prossimo 1° ottobre, dovrebbero avviare una trattativa per affrontare il problema del bando tenendo conto delle indicazioni della legge dello Stato. Perciò rinnoviamo l’invito a riprendere il confronto con tutti gli attori per definire una soluzione che avvii il percorso per un nuovo bando. I responsabili dei 4 comuni devono far sentire la loro voce in Regione, al Ministero della Salute e alle Commissioni Parlamentari affinché si arrivi al più presto alla Conferenza Stato- Regioni.
Per i genitori, per gli utenti dei Servizi socio-sanitari è importante salvaguardare la qualità del servizio. La continuità educativa e la transizione alla Riqualificazione è un elemento che garantisce un posto di lavoro e un posto di lavoro di qualità. Dobbiamo evitare che ci sia un peggioramento del servizio che spinga i CDD fuori dal settore socio- sanitario verso il settore socio-educativo che comporterebbe spese a carico delle famiglie e il rischio per gli operatori ed educatori di essere sostituiti da personale meno qualificato.
La qualità del servizio si difende anche attraverso la disponibilità dei lavoratori alla riqualificazione.
Il 27 maggio dopo l’orario di lavoro si terrà al centro di Cusano M.no un’assemblea dei lavoratori per valutare a che punto siamo e che fare.

Lì, 25 maggio 2015