Riportiamo la lettera aperta che i delegati della Fiom degli stabilimenti Fiat rivolgono al segretario e alla dirigenza del sindacato dei metalmeccanici. Interessante perchè riassume le vicissitudini dei lavoratori Fiat di questi ultimi anni, l’arroganza di Marchionne, le menzogne sui piani aziendali, il supersfruttamento, l’espulsione di migliaia di lavoratori, la repressione sindacale e soprattutto il mutamento di linea della Fiom, fino alla paralisi di oggi. (tratto da www.sindacatounaltracosa.org)
Quello che sta avvenendo all’interno del comparto automobilistico italiano, segnerà per molto tempo il modello di prestazione lavorativa, dipendente/datore di lavoro , in questo Paese.
La Fiom-Cgil, tutta è chiamata ad un operazione di contrasto rispetto alle azioni messe in campo da parte datoriale e istituzionale, che non lascia margine di riflessione.
Bisogna muoversi ora e senza esitazioni! La vicenda che vede protagonisti il nostro Sindacato e la Casa Automobilistica “ex torinese”, è nota a tutti.
Tuttavia riteniamo necessario fare una sintesi che ci permetta di chiarire alcuni aspetti contraddittori sul comportamento dei vertici sindacali (territoriali e nazionali), rispetto a ciò che ci eravamo detti di voler fare , ma che in realtà pare non si stia facendo.
La Fiat nel 2010 fa un azione politico/imprenditoriale, unica e allo stesso tempo autoritaria, nei confronti dei propri dipendenti .
L’azienda, guidata a mó di padre/padrone dal suo Ad. Sergio Marchionne , decide di uscire da Confindustria per creare un suo Contratto Specifico di Lavoro. Questo nuovo sistema di contrattazione interna, mette a dura prova le relazioni sindacali con la Fiom , che è l’unico sindacato a dire “no” al Ccsl. Si disse “no” cinque anni fa, perchè apparve chiaro da subito che le nuove condizioni di lavoro imposte in quel testo, avrebbero danneggiato irreversibilmente i diretti interessati: i Lavoratori.
Orari di lavoro flessibili, straordinari obbligatori triplicati rispetto al precedente accordo , malattie non pagate , rapporti sindacali praticamente azzerati…. divieto di sciopero! Questi alcuni punti che lo rendevano inaccettabile allora , esattamente come oggi . A tutto questo va aggiunta la prova di forza più importante , nella sua gravità , che il padrone metteva in campo : il sindacato che non avesse sottoscritto in nuovo contratto sarebbe stato estromesso dalle fabbriche… il ricatto è ormai chiaro a tutti.
Avvenne prima a Pomigliano e poi in tutti gli altri stabilimenti. Soltanto dopo circa quattro anni e una sentenza della corte costituzionale siamo riusciti a rientrare in Fiat .
I segni di questa lunga attesa si sono manifestati da subito: in nostra assenza abbiamo perso quasi tutti i tesserati e molti dirigenti; i delegati hanno a disposizione, per fare attività all’interno degli stabilimenti, solo le 8 ore della legge 300; siamo fuori da ogni tavolo di contrattazione con l’azienda , insomma siamo ridotti a semplici comparse .
Ma nonostante tutto questo, nonostante l’adesione minima agli scioperi contro il a Ccsl, non abbiamo mai perso coerenza!
Una cosa però l’abbiamo riscontrata immediatamente , i lavoratori stanno dalla nostra parte , ci riconoscono come unico sindacato in grado di far valere i loro diritti!… I lavoratori si aspettano, da noi delegati, azioni decise, di contrasto effettivo rispetto alle ingiustizie che subiscono quotidianamente in fabbrica a causa dell’accordo firmato cinque anni fa, tra Fiat e sindacati gialli, appunto il Ccsl.
Fatta questa premessa , veniamo alla questione che oggi ci vede costretti a scrivere questo documento: la sospensione da parte della Fiom Nazionale (e non solo a Melfi!) delle iniziative di sciopero negli stabilimenti Fiat.
In tre Stabilimenti : Pomigliano , Sevel e Melfi, la Fiat ha comandato i Lavoratori a lavorare di sabato e di domenica. Si è deciso di partire proprio dagli scioperi sugli straordinari obbligatori, perchè coincidono con quella salita produttiva che avrebbe smascherato il nuovo contratto nella sua disumana richiesta di flessibilità, attraverso ritmi e turni di lavoro insostenibili…. Noi rivendichiamo di contrastare l’applicazione del Ccsl fin quando non si saranno ripristinate condizioni di effettiva trattativa! Noi rigettiamo i 20 turni!
Questo la Fiom ha detto e scritto di voler fare, questa è la scelta che corrisponde all’esigenza dei Lavoratori, i quali riconoscono lo sciopero come indispensabile strumento di rivendicazione dei diritti persi.
Ed è esattamente ciò che in tutte e tre le Fabbriche abbiamo fatto, restituendo ai Lavoratori il diritto di sciopero… Messo in discussione, quindi, non solo dal Ccsl!
Consapevoli che le azioni di contrasto al Ccsl sono in linea con le indicazioni della Fiom Nazionale, non capiamo per quale motivo, oggi, di fronte al primo vero banco di prova messo in campo dalla nostra organizzazione, tramite le Rsa di Stabilimento, abbiate deciso di fare retromarcia!
Non crediamo dipenda dal numero delle adesioni dei lavoratori agli scioperi (così per come ci viene motivato dai diversi Segretari Regionali e Responsabili Nazionali ), visto che il numero di scioperanti è almeno triplicato rispetto a quello degli scioperi proclamati dalla Cgil e dalla Fiom nazionale negli ultimi anni.
Anche laddove si è espressa a maggioranza la volontà dei delegati a voler mettere in campo iniziative di sciopero, poi comunque si è assunta la linea espressione della Dirigenza! Non possiamo diventare quel che combattiamo…. Lo sciopero è un diritto di tutti, questi scioperi sono UN DOVERE di tutti noi!
A Melfi non si produrrà un nuovo modello d’auto, ma IL NUOVO MODELLO DI SFRUTTAMENTO DEI LAVORATORI E DEL LAVORO!!!! La FIOM ha preso l’impegno, e quindi deve fermare questo processo! Ridimensionare il problema nella sua discussione e soluzione esclusivamente a quel territorio, è stato e sarebbe un errore madornale, che può rappresentare l’epilogo negativo della battaglia che dentro le fabbriche abbiamo sostenuto duramente noi delegati insieme ai lavoratori che rappresentiamo!… Bisogna ristabilire gli opportuni livelli di conflitto e di generalizzazione del “Modello Melfi”, estendo la discussione a tutto il Gruppo Fiat e Indotto!
Rinunciare , proprio in questa fase , all’unico strumento di lotta che la Fiom e le sue R.S.A. posseggono per contrastare l’arroganza padronale , sarebbe un errore enorme, che, a nostro avviso, inciderebbe anche e non poco in proiezione delle imminenti elezioni R.L.S. in Fiat. I lavoratori ci riconoscono il merito di fare sempre e comunque le battaglie che riteniamo giuste, e non solo quelle convenienti! Ed è da quest’ultimo elemento che dobbiamo ripartire, perché domani le ragioni del nostro sacrificio diventino le ragioni di una vittoria , dura sicuramente, ma che ci vede unico e ultimo baluardo di democrazia in un mondo , quello Fiat, dove spesso la legge si ferma ai cancelli d’ingresso.
Infine, al Segretario Generale , ricordiamo una frase detta in occasione dell’anniversario dei 110 anni della Fiom a Bologna al suo Dirigente della Cooperativa Rossa per cui lavorava da giovane. Lamentandosi per il freddo , ebbe come risposta che dovevano sacrificarsi tutti in nome e per le logiche del P.C.I. A quel punto Tu facesti notare che, pur avendo in tasca la medesima tessera, e pur comprendendo tutte le ragioni, il freddo continuavi a sentirlo lo stesso!!
Caro Segretario , noi capiamo le dinamiche per cui oggi la Fiom organizza un percorso di lotta a lungo termine, ma… “il sindacato deve rappresentare le condizioni di chi lavora , e non deve guardare in faccia a nessuno!!!
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