Rete Sindacale Internazionale: costruire l’internazionalismo nelle nostre lotte quotidiane

Da più di sei mesi il mondo vive con la pandemia di Covid-19. Come abbiamo detto già nel marzo 2020, questa pandemia non è stata creata dal capitalismo, ma il capitalismo è direttamente responsabile della sua diffusione globale e delle drammatiche conseguenze sanitarie e sociali.

La mancanza di protezione sociale per gran parte della popolazione mondiale – una parte significativa della quale vive già in condizioni di estrema povertà (cibo, alloggio, salute, istruzione, ecc.) – gli attacchi ai diritti dei lavoratori e la distruzione dei servizi pubblici nelle regioni del mondo dove questi diritti e beni comuni esistono, tutto questo forma un tutt’uno: il capitalismo, il cui principio è la ricerca del profitto per una minuscola minoranza, a scapito degli interessi di coloro che hanno solo la loro forza lavoro per vivere.

La pandemia COVID-19 ha mostrato come i capitalisti e i loro governi non potevano e/o non volevano affrontare un’emergenza sanitaria di questa portata. Sono i lavoratori nei luoghi di lavoro, le persone nei quartieri e nei comuni, che hanno preso in mano la situazione, hanno creato la solidarietà, hanno inventato la resistenza collettiva. Il movimento sindacale, il luogo in cui è organizzata la nostra classe sociale, deve pubblicizzare queste esperienze, sostenerle e aiutarci a coordinarle. Visto che nessuno lavora al nostro posto, che nessuno decida per noi!

Le donne, i migranti e i popoli colonizzati sono stati tra i più esposti alla pandemia perché spesso svolgono lavori molto utili alla comunità. Ma il patriarcato, il maschilismo, il razzismo e il colonialismo rimangono. Sono incoraggiati dalle forze reazionarie, che detengono il potere dello Stato in molti paesi. L’uguaglianza dei diritti per tutti non deve essere solo uno slogan, ma una forte linea guida per le nostre rivolte, nel rispetto dell’autonomia di ogni movimento.

La pandemia serve anche come pretesto per nuovi attacchi da parte dei capitalisti contro la nostra classe sociale: mettere in discussione i diritti precedentemente conquistati dalle lotte, la generalizzazione della precarietà, l’aumento della povertà, l’accaparramento delle terre, le guerre, … I loro metodi sono diversi, a seconda dei contesti locali, ma hanno una cosa in comune: far pagare la gente!

A loro non importa del futuro del pianeta o della posta in gioco ecologica: sia quelli che lo affermano apertamente (Trump è il loro leader, ma ce ne sono molti altri), sia quelli che fingono di preoccuparsi ma lavorano per mantenere il sistema capitalista che è, per definizione, anti-ecologico.

Lotte nere negli Stati Uniti, movimenti sindacali e studenteschi a Hong Kong e in Cina, scioperi e manifestazioni in Bielorussia, rivolta popolare in Libano, lotte sindacali unitarie in Brasile, giornate nazionali di manifestazioni e scioperi in Francia, in Italia o nello Stato spagnolo, mense popolari in Uruguay, manifestazioni in Corea o in Giappone. La lista delle nostre resistenze, delle lotte per una radicale trasformazione sociale è lunga: ce ne sono molti altri che meritano di essere menzionati. La nostra unità è uno dei nostri punti di forza essenziali.

La Rete Sindacale Internazionale di Solidarietà e Lotta chiama a federare le nostre lotte, a costruire un concreto internazionalismo dei lavoratori e delle classi popolari; la nostra Rete è uno strumento per questo, a disposizione di tutti.