Di fronte ai nuovi licenziamenti, la vertenza operaia fa la lotta di classe con i libri. Circa 7.000 persone hanno attraversato la terza edizione del Festival di letteratura Working Class “Noi saremo tutto”, organizzato da Edizioni Alegre, dal Collettivo di Fabbrica Gkn e dalla Soms Insorgiamo in collaborazione con Arci Firenze.
La tre giorni, dal 4 al 6 aprile scorsi al presidio dell’ex Gkn a Campi Bisenzio, ha visto la partecipazione di Radio Sherwood e Radio Wombat, con il supporto della Rosa Luxemburg Stiftung e la direzione artistica di Alberto Prunetti.
Nel parcheggio della fabbrica, dopo vent’anni, è apparsa la Venere Biomeccanica: una scultura monumentale, alta cinque metri, costruita con materiali industriali di recupero dal network “Odissea negli spazi”, nato a Firenze dal network dei Social forum.
Sial Cobas era presente con il “Manuale di autodifesa salute e sicurezza sul lavoro” (a sottoscrizione per ex Gkn).
Letteratura working class, poesia operaia, musica popolare, autobiografia sociale, critica letteraria militante, fino al racconto che arriva dai territori deindustrializzati così come dai ristoranti e dalle zone di sacrificio, come Taranto, la cui resistenza nata attorno all’Ilva è entrata in convergenza con la lotta dell’ex Gkn: sono alcuni dei temi affrontati dagli ospiti arrivati da tutta Italia e diverse città d’Europa.
Obiettivo dell’iniziativa, spiegano gli organizzatori, è “riprendere la parola, la memoria, il senso, l’empatia, la sensibilità. Narrarci è la terapia necessaria a tenere botta a questo tempo, al ‘loro’ tempo, al non avere più tempo. Serve alla ex Gkn oggi perchè possa servire domani a tutte e tutti. Anche per questo un Festival non può bastare. Le proposte che riceviamo ogni anno e che abbiamo cercato di riassumere in questa edizione del festival, sono tantissime. Il Festival è arrivato a proteggere la fabbrica. La fabbrica vuole ripartire con il Festival”.
La costruzione di un immaginario working class è fondamentale per la lotta delle classi subalterne e per costruire un’alternativa alla deriva bellicista e anti-ecologista dell’economia. Per questo la proposta di un polo permanente della cultura working class entra a pieno titolo nel progetto di reindustrializzazione.
Di seguito qualche foto e il comunicato a firma di Collettivo di fabbrica – Lavoratori Gkn Firenze:
Chiediamo la dichiarazione della pubblica utilità sull’area ex Gkn da parte del nascente Consorzio industriale pubblico della piana fiorentina. Per dare in gestione l’area a chiunque la voglia veramente reindustrializzare.
Siamo pubblica utilità
1. A salvaguardia del “saldo occupazionale del territorio”: 400 posti di lavoro sono stati bruciati da logiche speculative. 400 posti di lavoro devono essere ricreati
2. A difesa del territorio: perché la fabbrica ha consumato il suolo e questo consumo non può essere ridotto a mero estrattivismo. Su quel suolo ormai “consumato” dall’immobile fabbrica, deve sorgere benessere sociale, lavoro, diritti
3. Per la transizione climatica dal basso, reale: se reindustrializzazione deve essere, si riparta da prodotti ecologicamente avanzati
4. Per uno degli esperimenti sociali più avanzati nel contesto dato: la fabbrica socialmente integrata, basata su forme di controllo operaio, sociale, dal basso
5. A guardia di una alternativa: perché la ex Gkn mostra un esempio contagioso di uscita dalla crisi dell’automotive e fortemente alternativo alla follia della conversione bellica dell’industria
6. A impulso della narrazione della nostra classe, della nostra memoria, di una prospettiva: il polo della cultura working class che riunisca archivi operai, progetti documentaristici, letteratura e storia operaia e delle lotte sociali
7. Perché abbiamo un piano. L’unico
8. Perché le fabbriche non possono vivere “consumando i territori”, i territori non devono lasciare che la speculazione “consumi” le proprie fabbriche
9. Perché una produzione ecologicamente avanzata non può vivere se non cambiando il mondo attorno: che la fabbrica socialmente integrata sia impulso e interfaccia delle comunità energetiche e del cicloattivismo
10. Perchè fabbriche aperte e organizzate fanno comunità solidali e consapevoli. Fabbriche aperte, teatri, circoli, e case del popolo vive, territori sicuri.
Perchè se si vince qua, si cambia i rapporti di forza a favore di tutte e tutti #insorgiamo