20/10/2023: giornata di lotta

20 OTTOBRE 2023 SCIOPERO GENERALE

Noi lavoratrici e lavoratori come stiamo? Questo Servizio e questo settore come stanno?

Il lavoro in questo paese come sta?

Perché scarificare un giorno di paga e sospendere la cura dell’utenza?

Forse perché la qualità della cura e lo sviluppo di un Servizio pubblico socio-sanitario come quello in cui lavoriamo noi sono strettamente connesse alle condizioni di lavoro, al trattamento del personale, alla cura e alla manutenzione dell’ambiente di vita e di lavoro.

Forse perché per prendersi cura di altre persone è necessario poter progettare, confrontarsi, ridurre lo stress, essere riconosciuti e rispettati economicamente e professionalmente.

E se non siamo noi per prime/i a crederci e impegnarci per difendere queste condizioni necessarie difficilmente lo farà qualcun altro al nostro posto.

In questo paese è in atto, ormai da qualche anno, una “fuga dal settore”: servizi che chiudono, altri che sono costantemente sotto organico, progetti che non partono… con una ricaduta diretta sulla qualità e la continuità della cura.

Perché?

Forse perché l’impegno necessario, la responsabilità richiesta, il valore del lavoro educativo-assistenziale non sono per nulla riconosciute né dalla politica, né dalle organizzazioni datoriali e lo dimostrano i tagli alla spesa pubblica, contratti del terzo settore “privato sociale”, lo scarso investimento in formazione, progettazione, sicurezza.

Lo dimostrano, al di sopra di ogni caratterizzazione locale o specificità di Servizio, i continui processi di privatizzazione ed estrenalizzazione che portano essenzialmente ad abbassare il costo del lavoro, a frammentare e disgregare la continuità della presa in carico, l’organizzazione dei Servizi, la costruzione di legami e sinergie col territorio.

Quello che succede nel nostro settore è solo un riflesso di ciò che succede in tutto il mondo del lavoro in questo paese, nel mercato del lavoro povero e impoverito.

Ci troviamo di fronte a un’emergenza salariale senza precedenti, frutto di un’inflazione da profitti rispetto alla quale l’intervento del Governo sulla decontribuzione (taglio del cuneo fiscale) porterà ad una differenza irrisoria in busta paga e in compenso produrrà un ulteriore taglio dei servizi.

Nelle manovre di governo ci sono: aumento delle spese per gli armamenti, taglio del reddito di cittadinanza, smantellamento del welfare e de-finanziamento della spesa sociale (persino in settori basilari come la sanità).

Si favorisce un’ulteriore precarizzazione del lavoro (con l’allungamento dei contratti a termine e si reintroducono i voucher).

Crediamo importante porre all’attenzione di tutti i lavoratori e le lavoratrici il tema della costruzione di una vertenza generale su salario, pensioni, reddito, riduzione dell’orario per difendere e sviluppare un’occupazione di qualità.

Crediamo sia importante farlo attraverso la convergenza in una spinta più ampia e condivisa con i movimenti per la giustizia climatica e sociale, movimenti per il diritto alla casa e all’abitare; una vertenza generale che va costruita dal basso e che metta insieme lotte generali e lotte locali ed aziendali.

CONTRO L’ATTACCO AL POTERE D’ACQUISTO DEL SALARIO

CONTRO IL LAVORO POVERO E PRECARIO

CONTRO LA CANCELLAZIONE DEL REDDITO DI CITTADINANAZA

CONTRO L’AUMENTO DELLE SPESE MILITARI

PER L’INDICIZZAZIONE DEI SALARI IN RAPPORTO ALL’INFLAZIONE

PER UN SALARIO MINIMO DI ALMENO 10 € L’ORA

PER UN REDDITO DIGNITOSO PER TUTTI E TUTTE

CONTRO GUERRE E POVERTA’ CASA, SALARIO, DIGNITA’