Ci vuole un reddito e stop precarizzazione

27 maggio a Roma in piazza

Il Governo allarga le maglie ai tempi determinati, reintroduce i Voucher e taglia il reddito di cittadinanza con l’obiettivo di peggiorare le condizioni dei lavoratori e dei poveri.

Si tratta infatti di un Dl che colpisce i il reddito di cittadinanza, definanziandolo e stravolgendone l’assetto originario voluto dal governo Conte 1 e poi modificato da Draghi, e accentua  la precarietà nei rapporti di lavoro già abbondantemente presente nella legislazione italiana.
Sul reddito di cittadinanza: viene cancellato nella sua già limitata e condizionata versione precedente, introducendo un assegno di inclusione di 500 euro per un anno per le “persone non occupabili” a cui si aggiunge un “supporto per la formazione” di 350 euri mensili anche per contratti a termine, di brevissima durata, con l’obbligo di accettare qualunque tipo di lavoro (decade cioè la clausola della “congruità” dell’offerta) in qualunque parte di Italia…
Sulla precarietà, apre ad una ennesima liberalizzazione  dei contratti a termine, modificandone le causali e rendendoli prorogabili  più volte, reintroduce i voucher  nei settori tipici del lavoro stagionale allargandone l’uso anche diverse figure lavorative, deroga alla contribuzione dei datori di lavoro che potranno usufruire delle prestazioni lavorative senza versare alcunché alla previdenza sociale.
Tutto questo con una normativa, quella che penalizza il reddito di cittadinanza che potrebbe anche essere sanzionata dalla Commissione europea, perché deroga a tutta la legislazione mirata  all’inclusione sociale e alla lotta alle diseguaglianze, utilizzando appunto gli strumenti  del “reddito minimo” variamente declinati.
Tutto ciò costituisce un attacco diretto a chi già lavora sottopagato in un paese in cui i salari sono al palo da 30 anni, complice la debolezza strutturale della contrattazione collettiva e le politiche di concertazione sempre più al ribasso gestite da Cgil Cisl e Uil con i governi che si sono succeduti fino ad oggi. Un paese dove l’inflazione complessiva ha raggiunto l’8.3 % toccando per i beni di prima necessità il 12%, mentre i grandi colossi dell’energia e del fossile condannati a pagare 11 miliardi di tasse sugli extra profitti evadono alla luce del sole queste disposizioni.

Serve altro per chiarire la natura di classe ed esplicitamente padronale del Governo Meloni più del decreto Lavoro approvato dal governo in seduta straordinaria- e straordinariamente provocatoria- del primo maggio scorso?
Contro questa logica e queste scelte un’ampia coalizione sociale di associazioni, sindacati di base, comitati popolari chiama ad una manifestazione nazionale a Roma il prossimo 27 maggio , per un  salario minimo adeguato, per conquistare forti aumenti salariali contrattualizzati e per una difesa ed un rilancio di un vero reddito di cittadinanza. Riteniamo si tratti di un primo passo verso una più adeguata e generalizzata fase di mobilitazione da costruire da qui al prossimo autunno