Sindacato infermieri USA risponde alla Corte Suprema

Stati Uniti: il sindacato delle infermiere NNU condanna la cancellazione delle garanzie sull’aborto dalla costituzione da parte della Corte suprema

26 giugno 2022

Le infermiere iscritte al sindacato considerano l’aborto una prestazione sanitaria di base e, in quanto sindacato di prestatrici di cure sanitarie dedito alla difesa del migliore interesse delle pazienti, National Nurses United (NNU) si oppone a ogni tentativo volto a restringere il controllo e la libertà di scelta delle pazienti sulla propria salute e il proprio corpo. I principi base dell’assistenza medica prevedono che le pazienti godano di autonomia, autodeterminazione e dignità a livello fisico, di vita e di somministrazioni di terapie. Introdurre una tale eccezione, l’esclusione del diritto di interrompere una gravidanza colpendo soltanto le persone che hanno capacità riproduttiva, non è solo una cattiva politica sanitaria, è anche immorale, discriminatorio, misogino, violento, inaccettabile e viola l’etica dell’assistenza sanitaria che noi infermiere ci impegniamo a rispettare.

Che oggi la Corte suprema, nel caso Dobbs vs. Jackson Women’s Health Organization, annulli la sentenza Roe vs. Wade del 1973, costituisce un vergognoso e pernicioso attacco su larga scala contro le donne, le persone in età fertile e le famiglie. Questo provvedimento fa parte di uno sforzo coordinato da parte della destra per smantellare i diritti umani e civili duramente conquistati negli Stati Uniti, e per controllare le lavoratrici sottraendo loro autonomia e potere sui propri corpi. Questa decisione va contro le convinzioni e i valori della grande maggioranza di cittadine e cittadini statunitensi e rappresenta addirittura un attacco alla democrazia.

«L’aborto è una prestazione sanitaria. È semplice.» ha dichiarato Jean Ross, infermiera e presidente di National Nurses United. «È scandaloso e assolutamente inaccettabile tacciare di illegalità un servizio di cui hanno bisogno solo le persone suscettibili di restare incinta. Noi infermiere abbiamo il dovere di difendere sempre le nostre pazienti ed è esattamente quello che continueremo a fare: lottare per i diritti delle pazienti di decidere della propria salute e di avere il controllo sul proprio corpo. Non avremo tregua finché questo diritto non sarà ristabilito per tutte».

Come infermiere, sappiamo che l’annullamento della sentenza Roe vs. Wade avrà degli effetti devastanti sull’accesso delle nostre pazienti ai più fondamentali livelli di salute, sicurezza e benessere. Nei più di venti stati che hanno già adottato leggi o emendamenti costituzionali ad hoc, l’interruzione volontaria di gravidanza sarà immediatamente vietata. Tuttavia, come prestatrici di servizi sanitari, sappiamo per esperienza che non si smetterà di abortire. Si continuerà in clandestinità, perché si tratta di una necessità medica vitale, di un servizio sanitario di base.

Abortire diventerà semplicemente più costoso, più difficile da realizzare e, in molti casi, meno sicuro. Quelle che hanno soldi e risorse potranno continuare a ottenere delle interruzioni di gravidanza sicure, le altre no. Quelle che non possono trovare luoghi sicuri e cliniche per accedere all’interruzione di gravidanza faranno ricorso a dei metodi fai-da-te. Come ha detto una delle nostre infermiere professionali, «molte donne moriranno inutilmente».

Il diniego di questa prestazione pregiudicherà gravemente le persone a basso reddito e quelle che già scontano un accesso precluso o insufficiente all’assistenza sanitaria, come le donne nere, latinoamericane e immigrate, e aggraverà le disuguaglianze esistenti. Pensiamo che l’annullamento della sentenza Roe vs. Wade sia solo il primo passo: rovesciare un diritto sanitario di quasi mezzo secolo apre a questa Corte suprema estremista e alla destra autoritaria la porta ad attacchi a molte altre libertà che molti considerano acquisite, come il diritto alla contraccezione, il matrimonio interrazziale e i diritti lgbtq+. Questi attacchi ai diritti umani fondamentali nuocciono a tutti i lavoratori e le lavoratrici. In quanto sindacato di una professione a prevalenza femminile, che ha difeso senza sosta la giustizia in materia di genere e di salute, siamo perfettamente consapevoli di come i diritti e la giustizia procreativi siano inestricabilmente connessi alle nostre vite professionali. La giustizia riproduttiva – che è legata alla giustizia economica, razziale e di genere – è una priorità per le infermiere e dev’essere una priorità per tutte le lavoratrici e i lavoratori. Gli attacchi organizzati contro la possibilità di abortire, le scelte riproduttive, l’accesso all’assistenza e alle prestazioni sanitarie e l’autonomia fisica fanno parte di un programma politico antisociale, antidemocratico, sessista e razzista.

«La responsabilità di invertire l’impatto di questa orribile decisione della Corte suprema incombe interamente al Congresso», ha dichiarato Bonnie Castillo, direttrice esecutiva di NNU. «Sia alla Camera che in Senato c’è la maggioranza per trasformare in legge le garanzie contenute nella Roe vs. Wade, ma bisogna che il Senato elimini l’ostruzionismo. I senatori che affermano di voler proteggere il diritto delle donne a disporre del proprio corpo devono essere pronti a modificare il regolamento del Senato perché si possa arrivare al voto su questo tema cruciale. I senatori si trovano di fronte a una scelta difficile: mantenere la regola antidemocratica e arcaica che paralizza il Senato, o proteggere il diritto delle donne di scegliere. È venuto il momento di prendere posizione per le donne e per la giustizia riproduttiva e sanitaria.»

La giustizia riproduttiva è indispensabile a ogni democrazia in cui le lavoratrici devono potersi davvero esprimere sul posto di lavoro e nella comunità. Affinché possiamo esprimerci sul lavoro, sovvenire ai bisogni delle nostre famiglie e difendere i nostri interessi politici, dobbiamo avere il diritto umano di mantenere la nostra autonomia fisica, cioè di poter decidere se e quando vogliamo avere figli, e di crescerli in comunità sicure e sane. Come ha detto Rebecca Goldfader, che è una nostra iscritta e una militante di lunga data per la giustizia riproduttiva, «la capacità di scegliere e la riappropriazione della nostra capacità riproduttiva sono il fondamento di una società libera».

Le infermiere e altre lavoratrici e lavoratori della sanità difendono senza tentennamenti gli interessi delle loro pazienti e hanno ottenuto, grazie all’azione collettiva, delle percentuali d’organico garantite, dei dispositivi di protezione contro il Covid-19 e moltissimi altri miglioramenti del servizio sanitario. Tuttavia tutti questi progressi sono in pericolo poiché la destra autoritaria usurpa le nostre libertà fondamentali.

Le infermiere non tollereranno questi attacchi. Continueremo ad agire in solidarietà con i nostri colleghi, le nostre pazienti e le nostre comunità per difendere i diritti umani per i quali si sono battute, conquistandoli nel corso di secoli di lotta negli Stati-Uniti. E proseguiremo la nostra lotta senza tregua per la giustizia sociale, politica ed economica lavorando collettivamente, partecipando alle elezioni locali e nazionali, e non lasciando mai cadere la nostra lotta sul posto di lavoro per creare un servizio sanitario equo e di alta qualità.

(traduzione a cura di SIAL-Cobas)

https://www.nationalnursesunited.org/press/nurses-condemn-supreme-court-overturn-of-constitutional-right-of-abortion