“Voi come state? A cosa serve questo 26 marzo, collegato allo sciopero globale per il clima del 25 marzo?”

Insorgiamo per la difesa del pianeta e dell’umanità:

solidarietà, organizzazione, convengenza delle lotte

“Voi come state? A cosa serve questo 26 marzo, collegato allo sciopero globale per il clima del 25 marzo?”

Questa è la domanda che gli operai della GKN di Campi Bisenzio pongono a ciascuno di noi nel paese…

“A fermare la guerra, la precarietà, a pretendere giustizia climatica?”

Da una lotta di fabbrica che parte dal contrastare licenziamenti e delocalizzazione e avanza con un’assemblea permanente che si interroga su cosa e come produrre… cresce, da diversi mesi ormai, una chiamata ad insorgere e si intreccia con le ragioni che guidano, da più di quattro anni, le mobilitazioni dei giovani di Friday For Future… la convergenza sta nella necessità un cambio radicale del modello di sviluppo, dei rapporti di produzione, di consumo, di potere. Andare a Firenze il 26 marzo potrebbe avere anche questo significato: affermare il legame necessario che c’è tra pace, giustizia sociale, climatica e di genere: allarghiamo lo sguardo e proviamo ad unire le lotte.

Proprio a Firenze, 20 anni fa, si svolse il primo Forum Sociale Europeo che vide decine di migliaia di delegati e delegate venuti da tutto il continente per discutere di lotta al neoliberismo, al razzismo e alla guerra. Allora, oltre alla necessità permanente della lotta di classe, era il tempo di contrastare anche la guerra in Iraq.

Oggi, senza dimenticare le guerre che in questi vent’anni anni non sono mai terminate, in diverse parti del pianeta, è il tempo di contrastare e denunciare l’invasione russa contro l’indipendenza ucraina e chiedere il ritiro immediato delle truppe. Contestualmente rifiutiamo la logica dell’arruolamento nei nostri paesi e delle politiche di riarmo; crediamo che la Nato andrebbe sciolta in quanto blocco imperialista, espansionista, belligerante, nonché ostile all’imperialismo russo. Riconosciamo il diritto alla resistenza del popolo ucraino, dei suoi lavoratori e lavoratrici, sosteniamo i processi di solidarietà e autorganizzazione dal basso in atto in quel paese, l’opposizione alla guerra delle femministe, così come le mobilitazioni dei pacifisti russi e della sinistra russa di opposizione.

Con una guerra in atto che rischia di assumere proporzioni mondiali, il tema della Transizione Ecologica viene ancor più accantonato anzi tutti sappiamo che alla base delle operazione bellica c’è anche la contesa per l’accaparramento delle risorse naturali, in quanto meccanismo necessario al modo di produzione capitalista e delle sue logiche folli di crescita economica infinita e diseguale.

Intanto che il governo italiano parla di ritorno al carbone e si fanno ipotesi su nuove forme di energia nucleare, invece di una progettazione e un investimento seri per l’utilizzo delle energie rinnovabili, le bollette di casa aumentano, così il prezzo dei carburanti e dei beni alimentari e vanno ad aggravare le condizioni di vita in un contesto sociale già critico.

In un quadro europeo in cui in questi anni è continuato a crescere il profitto di pochi e sono aumentate precarietà e povertà delle classi lavoratrici. In particolare l’Italia – come riportato da recenti dati OCSE- è il paese che negli ultimi trent’anni anni ha registrato una contrazione in negativa dei salari -2.9% a fronte di un costo della vita sempre in aumento e continua a mantenere forti disparità salariali tra uomini e donne a parità di mansioni).

Un paese in cui le delocalizzazioni, in ambito produttivo, fanno il paio con le esternalizzazioni dei Servizi, nel terziario, a partire dai settori della sanità, assistenza, educazione, nonostante la diffusione della pandemia da Covid-19 abbia dimostrato a più livelli l’inadeguatezza dello smantellamento del pubblico e dei servizi territoriali, non si avvertono segnali di cambio di rotta, anzi da nord a sud vengono tagliate risorse ai servizi pubblici, peggiorandone la qualità, per passarle in mani private e contemporaneamente vengono peggiorati i contratti di lavoro di chi in questi settori vi opera.

Contro la follia e l’ingiustizia di un sistema che distrugge e sfrutta vite e territori, la nostra risposta non può che essere quella di far crescere capacità e forme di organizzazione dentro e fuori i luoghi di lavoro, nei territori che abitiamo; far crescere la pressione verso le classi dirigenti per tentare di determinare un po’ di più la destinazione d’uso delle risorse pubbliche, a partire dai fondi del PNRR, in un’ottica di cura e crescita egualitaria, rimettendo al centro concetti quali la salute pubblica, beni comuni.

“Le nostre vite valgono più dei loro profitti”.

Rifiutiamo l’idea che questa situazione possa essere affrontata mandando armi, soldi, soldati sul campo di battaglia; vogliamo contrastare la logica dell’economia di guerra e delle politiche di riarmo

Chiediamo il disarmo e lo spostamento dei 26 miliardi di spese militari annuali verso investimenti in sanità e ambiente, per una transizione ecologica reale

Crediamo che la “cosa” pubblica (proprietà, gestione delle risorse e dei servizi) debbano tornare ad essere centrali nella risposta ai bisogni della popolazione (casa, salute, istruzione)

Vogliamo che nei luoghi di lavori ci sia piena libertà e democrazia sindacale che significa dare riconoscimento alle rappresentanze presenti e che tavoli di contrattazione si siedano coloro che lavorano e organizzano lavoratrici e lavoratori

Il 25 e 26 marzo 2022 saranno due giornate di mobilitazione sociale, politica, sindacale; noi a Firenze ci saremo. Invitiamo tutte e tutti a confrontarsi, scambiarsi idee e materiali su questi temi e sul senso di queste mobilitazioni che vogliono volgere lo sguardo verso il futuro.