Sentenza di primo grado Ilva di Taranto, un primo importante, passo

di Marco Caldiroli, dal sito www.medicinademocratica.org del 31 maggio 2021

“Adesso pensiamo alla bonifica e alla ricollocazione dei lavoratori sia nelle bonifiche che nella riconversione produttiva dell’area, svincolando dalla monocoltura dell’acciaio,  includa la chiusura degli impianti attualmente in esercizio a partire dalla area a caldo”.

Riteniamo che sia questo il migliore commento alla storica sentenza di primo grado per l’inquinamento, la morte operaia e per l’intossicazione continuativa delle popolazioni residenti ed esposte alle ricadute delle attività che in modo inadeguato e tardivo solo negli ultimi 10 anni si è tentato di contenere senza neppure arrivare ad attuare le prescrizioni, pur non radicali, della Autorizzazione Integrata Ambientale del 2012.

In più occasioni abbiamo discusso con le realtà locali delle iniziative e degli obiettivi della lotta dei lavoratori e delle popolazioni, Medicina Democratica è infatti anche parte civile nel processo suddetto.

Ricordiamo due tappe, la mozione del Congresso di Medicina Democratica del 2008, svoltosi a Brindisi:

mozione congresso md 2008 brindisi

L’altra tappa, anche se non l’ultima, è stato il convegno tenuto al quartiere Tamburi nell’aprile 2019, riportiamo alcuni passaggi del comunicato stampa a conclusione dello stesso che sottoscriviamo oggi nuovamente e integralmente:

“Al convegno  è emersa la condivisione di temi e iniziative su cui fare convergere, ognuno in autonomia, le iniziative dei comitati e delle associazioni, a partire dal riconoscimento del legame tra tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro e promozione della salute nei luoghi di vita. Occorre partire dalla critica dei processi produttivi insopportabilmente impattanti. La strada è quella di una modifica radicale e tempestiva dei processi produttivi e la chiusura di quelli che non si intende attuare a ciclo chiuso o modificare all’origine (passaggio alla riduzione diretta del ferro senza cokefazione). Occorre dare sostegno alla iniziativa diretta, non delegata, dei lavoratori affinché siano i promotori di un cambiamento radicale nel modo di produrre. Non esistono posti di lavoro sicuri se inquinanti e rischiosi!”
“Per quanto riguarda le responsabilità in corso di accertamento nei diversi procedimenti giudiziari in corso da anni, Medicina Democratica conferma il suo impegno come parte civile in tutti i gradi di giudizio (…) Le bonifiche degli impianti e del territorio possono essere occasione di lavoro e di assunzione delle responsabilità da parte di tutte le società che si sono succedute accompagnate da un rigoroso monitoraggio ambientale e dalla sorveglianza sanitaria dei lavoratori e delle popolazioni con modalità condivise e partecipate da parte degli esposti.
L’obiettivo fondamentale è individuare percorsi in grado di porre in primo piano la tutela della salute dei cittadini e dei lavoratori, quale bene costituzionalmente protetto e indisponibile e il diritto al lavoro, ad un lavoro migliore e a un reddito dignitoso.”

Nella speranza che la sentenza venga conferma in secondo e terzo grado, siamo convinti che la stessa costituisca una importante spinta nella direzione delle bonifiche e della radicale riconversione produttiva dell’area in direzioni diverse e opposte di quelle finora seguite, e non parliamo esclusivamente di ex Ilva.

Marco Caldiroli, a nome del direttivo di Medicina Democratica Onlus

Qui il dispositivo integrale della sentenza odierna

DISPOSITIVO PROC. RIVA + ALTRI