IMQ: mensa e ticket, migliorare la qualità, ridurre il costo per i lavoratori

Mensa e Ticket: migliorare la qualità, ridurre il costo per i lavoratori e passare il Tickets da 5,68 cartaceo a 8 euro elettronico

Mensa, indennità mensa, ticket restaurant in busta paga, quali contributi e quali tasse?

Nella sede IMQ di Milano è presente il servizio mensa grazie ad un accordo sindacale. Il contributo attuale, a carico del lavoratore, pari a 0,74 euro, è trattenuto direttamente dallo stipendio netto per ogni pasto effettivamente consumato.

In quella di Amaro (UD), si applica una convenzione con una mensa esterna. Anche in questo caso il contributo a carico del lavoratore, per ogni pasto consumato è di 0.74 euro.

Fin qui tutto normale! Salvo proporre di migliorare la qualità degli alimenti, ma anche il metodo di cottura e perché no, di ridurre il costo per singolo pasto a carico del lavoratore, producendo così un effetto positivo sul suo salario.

Nelle altre sedi, nelle quali non è previsto un servizio mensa né una convenzione, al lavoratore è fornito un ticket di 5.68 euro. Lo stesso trattamento è riservato ai lavoratori che si recano, per lavoro, presso le varie sedi dislocate sul territorio. Lavoratori ai quali, a fronte dell’erogazione del ticket, viene trattenuto un importo di 0,74 euro per “contributo mensa”. Ci chiediamo perché i lavoratori siano costretti a versare tale contributo, che in realtà è dovuto, per accordo sindacale, esclusivamente da coloro i quali utilizzano il servizio mensa. Di conseguenza non dovrebbe essere dovuto per chi usufruisce di ticket.

La legge di Bilancio 2020, ha definito che dal primo gennaio 2020, la detassazione del ticket cartaceo, passa dagli attuali 5.29 ai 4,00 euro. Quindi è ipotizzabile che a far data dal 1 gennaio di questo anno, sia il lavoratore, sia l’azienda si vedano costretti a versare la differenza tra i 4.00 e i 5,69 euro? Stessa cosa dicasi per il periodo che va fino al dicembre 2019, per il quale la detassazione era prevista per importi fino a 5.29 euro contro il valore del ticket di 5,68 euro.

Quanto sopra per comprendere che in futuro potremmo vederci obbligati a gestire problematiche relative a pagamenti dovuti ad INPS e Agenzia delle Entrate riguardanti le tematiche in precedenza espresse.

Partendo dal presupposto che:

– con 5,68 euro risulta oggettivamente difficile mangiare;

– esiste la possibilità di utilizzare un ticket elettronico detassato fino al valore di 8 euro;

… poniamo la prima richiesta ragionevole …

Passare al ticket elettronico, rivalutando la cifra e portando il valore a 8 euro.

Per quanto riguarda l’ipotesi anticipata in precedenza, relativamente alla possibile richiesta da parte di INPS e Agenzia delle Entrate, di pretendere la differenza tra il valore del ticket fruito dal lavoratore ed il valore detassabile, di seguito si indicano i probabili scenari:

  • Agenzia delle Entrate: la problematica è sanabile mediante “dichiarazione integrativa a sfavore, versando gli importi mediante ravvedimento operoso.”
  • INPS: “In Inps non esistono procedure transattive. Bisogna considerare che si può far valere la prescrizione quinquennale per i contributi, quindi una parte dal 2014 sono prescritti se nessun ente creditore ha interrotto la prescrizione.

Ai lavoratori, alle RSU, ai sindacati e infine alla direzione spetterà decidere come affrontare il futuro sulla fruizione dei ticket e sulla gestione degli arretrati.

lì, 14 settembre 2020