Cgt Stato Spagnolo contro ipotesi di infortunio per coronavirus: 100% del salario per chi è malato, in quarantena o si occupa dei figli

Pubblichiamo la traduzione del comunicato della CGT dello Stato Spagnolo, membro della Rete Sindacale Internazionale di Solidarietà e di Lotta”, al decreto del governo dell’11 marzo che stabilisce che “i periodi di isolamento o contagio dei lavoratori provocati dal virus COVID-19 verranno considerati, con carattere eccezionale, situazione assimilata a infortunio sul lavoro, esclusivamente per la prestazione economica della Previdenza Sociale. In entrambi i casi la durata di questa prestazione eccezionale sarà stabilità dalla durata del certificato medico. Potrà avere diritto a questa prestazione qualsiasi lavoratore dipendente o autonomo che sia in forza lavoro al momento del fatto scatenante. La data del fatto scatenante sarà la data in cui ha avuto inizio l’isolamento o il contagio, fatto salvo che il certificato medica venga rilasciato posteriormente”.

COMUNICATO DELLA CGT

La classe lavoratrice non può pagare la crisi del COVID-19

La pandemia del COVID-19 non può essere una scusa affinché per l’ennesima volta Governo e Padroni scarichino sulle spalle della classe lavoratrice le conseguenze di questa crisi. Come CGT chiediamo al Governo che questa situazione non solo non determini una perdita di diritti, ma anche non fermi la giusta iniziativa di smantellamento delle ultime due riforme del lavoro.

Ci troviamo in una situazione di pericolo per la salute delle persone in cui già si iniziano a vedere i tagli sulla sanità prodotti negli ultimi anni e che ora si traducono in mancanza di mezzi umani e materiali per far fronte al problema. Questo irrefrenabile impulso dei nostri politici di privatizzare la sanità pubblica ci sta chiedendo il conto, e le conseguenze in alcuni casi saranno fatali.

Non comprendiamo come Governo, impresa e sindacati concertativi contemplino, tra le misure per fronteggiare l’emergenza sanitaria, i licenziamenti, le sospensioni temporali del lavoro o la riduzione della giornata lavorativa. Temiamo che il Consiglio dei Ministri, attraverso la negoziazione collettiva che si sta svolgendo in questo momento, ci consegni ad uno scenario in cui, ben lontani dal garantire impiego e stabilità ai cittadini, verranno accordate norme che contribuiranno ad aumentare la disoccupazione e la precarietà.

Come CGT esigiamo che il Governo garantisca che le persone che non possono recarsi al lavoro come conseguenza della chiusura delle scuole o per la cura dei familiari malati percepiscano il salario integrale, senza nessuna riduzione. Diversamente sarebbe aggiungere più dolore e sofferenza alla classe lavoratrice e specialmente alle donne lavoratrici che sono coloro che maggiormente si fanno carico del lavoro invisibile e non retribuito delle cure.

Non ci sembra neanche sufficiente il pagamento del 75% della paga base (come da art. 5 sull’isolamento e infortunio in via eccezionale) per le persone colpite dal coronavirus o per chi debba sottomettersi a isolamento preventivo. Si deve garantire che venga percepita la retribuzione integrale in tutti i casi.

Comprendiamo che siamo davanti ad uno scenario straordinario, però non si risolve tagliando i diritti e che, dopo tutto, l’anello più debole della catena, i lavoratori e le lavoratrici, non devono pagare il prezzo di questa situazione.

La salute e il benessere delle persone è l’importante.

Segretario Permanente del Comitato Confederale

CGT