L’8 gennaio migliaia di maestre della scuola dell’infanzia e delle elementari hanno scioperato e manifestato davanti alla sede del ministero dell’Istruzione contro la sentenza del Consiglio di Stato che rischia di espellere i diplomati magistrali dalle graduatorie a esaurimento (Gae). La richiesta è confermare nei ruoli i 6mila neoassunti con riserva che hanno superato o stanno superando l’anno di prova e assumere i 44mila inseriti con riserva nelle Gae che insegnano da molti anni. Se non arriva subito un decreto legge sarà ancora sciopero il primo e il 23 marzo.
Riportiamo i dati riportati dalla Cub Scuola:
SCIOPERO DELL’8 GENNAIO: DIAMO I NUMERI
Dai dati sull’andamento dello sciopero dell’8 gennaio forniti dal MIUR e purtroppo non disaggregati per ordine di scuola è comunque possibile trarre molte interessanti indicazioni. Proverò a fornirne alcuni arrischiando una valutazione.
I docenti che hanno scioperato a livello nazionale sono 28.441 su 814979 colleghi in servizio e cioè il 3,4%. Un dato apparentemente modesto ma solo apparentemente.
Se, infatti si parte dal fatto che lo sciopero non ha coinvolto la scuola secondaria, gli ata e, solo per celia rilevo che in questo settore non c’è stato nemmeno uno scioperante, i dirigenti, è evidente che ha scioperato più del 10% dei colleghi e delle colleghe e cioè molti di più di quelli che partecipano agli scioperi del sindacalismo di base e di quello istituzionale.
Se ipotizziamo, inoltre, che il grosso degli scioperanti è stato fra le insegnanti diplomate magistrali direttamente coinvolte, si può ragionevolmente ipotizzare che in questo segmento di categoria ha scioperato oltre il 40% delle colleghe anche se non va sottovalutato il dato, importantissimo, delle molte colleghe non direttamente coinvolte che hanno partecipato allo sciopero e delle scuole chiuse l’8 gennaio.
Infine, il fatto che almeno un terzo delle scioperanti e degli scioperanti fosse in piazza l’8 gennaio, che molti abbiano affrontato un viaggio faticoso, ci da un ulteriore elemento di giudizio positivo sulla giornata dell’8 gennaio.
Proviamo ora, sempre sulla base dei tabulati ministeriali, a fare alcune valutazioni più articolate.
Le regioni nelle quali l’adesione è stata più alta sono:
Liguria 9,1%
Sardegna 8,84%
Piemonte 6,82%
Toscana 5,83%
Lombardia 4,92%
Come è noto, Sardegna e Toscana sono sempre le due regioni più combattive fra i lavoratori della scuola. Si tratta comunque di una partecipazione straordinaria che testimonia, con ogni evidenza, la partecipazione di lavoratori e lavoratrici non direttamente coinvolti negli effetti dell sentenza indecente.
Le città dove la partecipazione è stata più alta sono
Genova 11,67%
Torino 10,76%
Pisa 10,67%
Sassari 10,54%
Livorno 9,66%
Trieste 8,81%
Cagliari 8,65%
Nuoro, 8,09%
Savona 7,92%
Ravenna 6,93%
Lucca 6,33%
Ferrara 6,17%
Milano 6%
Viene confermato il dato che già emergeva considerando la partecipazione allo sciopero a livello regionale. Lo sciopero si è svolto in misura massiccia nel centro nord più la battagliera Sardegna.
La differenza così netta rispetto al sud si può spiegare col fatto che in quest’area non sono state fatte immissioni in ruolo ma sono stati dati solo incarichi con l’effetto che non c’è stato il trauma del passaggio dalla condizione da docenti a tempo indeterminato a quella di lavoratori senza garanzie.
Si tratta, comunque di una prima ed approssimativa valutazione che va approfondita sia dal punto di vista quantitativo mediante la raccolta di dati scuola per scuola che, soprattutto, qualitativo mediante la valutazione dell’andamento dello sciopero.