La vertenza Alitalia si trascina tra accelerazioni (Calenda e la campagna elettorale) e frenate, in cerca di un compratore per quella che doveva essere la compagnia di bandiera.
Mentre il Sole24Ore di ieri dava notizia – non smentita – del rientro in pista di Air France-Klm e Delta Airlines in alleanza con EasyJet, il pretendente più indiziato – Lufthansa – ieri ha spiegato di essere interessato solo dopo « una significativa» ristrutturazione. Secondo Spohr la «NewAlitalia» ristrutturata dovrebbe essere più piccola in termini di personale e di flotta.
Reuters riporta che Lufthansa manterrebbe solo «metà» dei 10.800 lavoratori, sarebbe interessata solo alla parte «aviation» e offrirebbe la miseria di 250 milioni di euro puntando a mantenere solo fra i 90 e 100 aerei sugli attuali 123 della flotta.
Easyjet sostiene di avere «un’offerta migliore di Lufthansa» e quindi la nuova cordata guidata dalla low cost inglese pare ora in testa nella corsa ad Alitalia.
La Cub Trasporti continua a chiedere la nazionalizzazione di Alitalia e a tenere alta la mobilitazione dei lavoratori, proclamando lo sciopero di 24 ore per venerdì 19 gennaio in tutto il settore aereo e indotto. «I commissari non si stanno muovendo bene – attacca il responsabile Cub Antonio Amoroso – . È vero, hanno tagliato dirigenti e rinegoziato gli extra costi sul carburante ma non quello più pesante sul leasing degli aeromobili. Noi abbiamo fatto un esposto alla procura di Civitavecchia sugli appalti e sull’uso degli ammortizzatori sociali. L’ultimo accordo, firmato a ottobre anche dall’Usb per 6 mesi di cassa integrazione per 1.600 full time equivalent sta lasciando a casa a zero ore 400 lavoratori di cui 100 dell’Information technology, ormai abbandonati a loro stessi. Nessuno dice che il costo del lavoro in Alitalia è ormai al livello di RyanAir e che tagliando realmente gli extracosti la compagnia sarebbe in utile: per questo c’è la fila di acquirenti. L’unico a non accorgersene è il governo», conclude Amoroso.
Riportiamo il volantino di CUB Trasporti, che lancia lo sciopero del 19 gennaio dell’intero comparto aereo-aeroportuale e indotta Alitalia.
CALENDA CONTINUA AD ERUTTARE VELENO: IL MINISTRO NON HA DIGERITO IL VOTO DEI LAVORATORI ALITALIA AL REFERENDUM DEL 24.4.2017.
UN MINISTRO DALLA PARTE SBAGLIATA! A FIANCO DI CHI HA SACCHEGGIATO ALITALIA E CHE VUOLE VENDERLA E SMEMBRARLA
Ecco un’altra buona ragione per i lavoratori AZ di partecipare allo:
SCIOPERO VENERDÌ 19 GENNAIO 2018 – 24 H DELL’INTERO COMPARTO AEREO-AEROPORTUALE-INDOTTO
Sono deplorevoli le continue esternazioni di Calenda contro i lavoratori Alitalia: è paradossale che un Ministro finga di non capire le ragioni e le valutazioni di migliaia di lavoratori/cittadini che, democraticamente (…votando!), hanno smascherato e respinto la stangata che Governo e le altre OO.SS avevano preparato con l’accordo del 14 aprile 2017 al Mise, in merito al futuro della ex-Compagnia di Bandiera italiana.
Se non fossero indegne certe affermazioni di Calenda, sarebbero risibili: i lavoratori non hanno respinto un piano di rilancio di Alitalia ma l’ennesimo saccheggio della categoria e del nostro Paese.
450 MLN DI EXTRACOSTI: SACCHEGGIATI I LAVORATORI E L’INTERO PAESE
Quanto è emerso sui circa 450 mln l’anno di extracosti che hanno schiantato Alitalia ha portato alla luce le RAZZIE E GLI ERRORI COMPIUTI NELLA GESTIONE DELLA EX-COMPAGNIA DI BANDIERA ITALIANA, DALL’AVVIO DELLA PRIVATIZZAZIONE: continuare ad ignorare tutto questo è iresponsabile e manifesta la complicità delle istituzioni!
CALENDA: I SUOI COMPITI E LE SUE RESPONSABILITÀ
Invece di attaccare la categoria, il Ministro Calenda si dovrebbe spendere per capire come sia stato possibile che le altre OO.SS. abbiano firmato l’intesa sui licenziamenti e sui tagli mentre la stessa compagnia dichiarava significativi extracosti (…tutti meno l’extracosto sul carburante che è rimasto ben nascosto anche in quell’occasione!), al netto dei quali il conto economico Alitalia sarebbe stato in attivo.
Invece di tentare di ridicolizzare la legittima e democratica espressione di voto dei lavoratori, il Ministro Calenda (…nominato in un Governo che si è costituito senza alcuna consultazione!) dovrebbe spiegare come abbia potuto ritenere il Piano AZ, bocciato dai lavoratori, un vero progetto industriale, nonostante il parere contrario degli esperti e l’evidente “emorragia” determinata dai suddetti extracosti.
IL MINISTRO CALENDA HA LA MISSIONE DI LIQUIDARE L’ALITALIA
Evidentemente Calenda, ieri come oggi, pretende solo di portare a termine lo smantellamento dell’Alitalia, regalando il ricco mercato del trasporto aereo italiano ai Paesi concorrenti. Il suo ridicolo attacco ai lavoratori è sferrato solo per tentare di convincere l’opinione pubblica che la colpa del fallimento di Cai e di Sai sia dei lavoratori, provando ad assolvere le fallimentari gestioni che si sono succedute, con il plauso dei Governi che si sono avvicendati (…compresi i 2 a cui ha partecipato a pieno titolo da Ministro nell’Esecutivo Renzi e Gentiloni!).
Certo è che non passerà sotto silenzio la responsabilità di Calenda di aver sponsorizzato la definizione di un Bando di vendita e smembramento di Alitalia che i Commissari stanno attuando, a partire dalla cancellazione del settore informatico e dalla imminente esternalizzazione delle attività amministrative, nonchè dalla sospensione in Cigs nella Compagnia di Bandiera dapprima di 1400 lavoratori f.t.e. fino a ottobre 2017, divenuti poi 1600 dipendenti f.t.e. fino ad aprile 2018 (..un taglio sottoscritto dagli altri sindacati che hanno tradito il voto referendario) e senza dimenticare le centinaia di precari lasciati a casa dopo 60 mesi di servizio (…altro accordo della miseria!) e che devono tornare a lavorare.
I LAVORATORI NON RESTERANNO IN SILENZIO. FERMIAMOLI!
15.1.2018
Cub trasporti – AirCrewCommittee