Tunisia: la giustizia autorizza il matrimonio di una minore incinta di un familiare

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da le Parisien del 13 dicembre 2016

Traduzione a cura di Sial Cobas

La giustizia tunisina ha autorizzato il matrimonio di una bambina di 13 anni con un familiare che l’ha messa incinta, provocando l’indignazione delle organizzazioni per i diritti umani e dell’infanzia, che ritengono invece si tratti di uno stupro legalizzato.

L‘articolo 227 bis del Code pénal tunisien prevede una pena di 6 anni di carcere per chiunque “abbia commesso senza violenza un atto sessuale su una bambina di meno di 15 anni compiuti”, ma prevede anche che “il matrimonio del colpevole con la vittima fa cadere la sanzione”. 

La bambina originaria della regione di Kef (nord-ovest della Tunisia) ha «13 anni e 11 mesi e non è stata violentata», ha dichiarato Chokri Mejri, il portavoce del tribunale di primo grado di Kef, a proposito di una ragazzina sul cui caso si è espressa la giustizia tunisina autorizzando il matrimonio con un familiare che l’aveva messa incinta.

«Abbiamo ascoltato la bambina e dopo aver verificato tutti i dettagli abbiamo ritenuto che era pronta al matrimonio. La prova è che è incinta», ha aggiunto, evocando una gravidanza di due o tre mesi.

La bambina avrebbe avuto un rapporto sessuale col fratello dei suoi due cognati. «Le due famiglie hanno chiesto il matrimonio per evitare lo scandalo». Il tribunale di Kef ha dato il suo semaforo verde e la firma del contratto di matrimonio è stata lo scorso 5 dicembre.

Per l’istituto di protezione dell’infanzia si è trattato di una violenza sessuale

La festa organizzata dopo la firma del matrimonio è stata annullata dopo l’intervento dell’istituto della protezione dell’infanzia di Kef che ha richiesto anche l’annullamento del contratto di matrimonio.

La responsabile di questo organismo, Houda Abboudi ha dichiarato: «quando si tratta di una bambina di 13 anni non si può parlare di rapporto sessuale consenziente. Si tratta di una violenza sessuale». «La sentenza non ha tenuto conto dell’interesse di questa bambina (…) che finisce addirittura per trovarsi sposata col suo violentatore». Questo costituisce «una violazione della sua integrità fisica e mentale».

La presidentessa dell’Association tunisienne des femmes démocrates (ATFD), Monia Ben Jemia, ha definito questa vicenda «scandalosa». «Dei giudici ritengono che all’età dei 13 anni, essendo già sviluppata, la bambina possa essere stata consenziente in un atto sessuale, ma non si può parlare di consenso chiaro e consapevole a quell’età, non si è nemmeno fatta educazione sessuale a scuola». Secondo Monia Ben Jemiaen l’articolo 227 bis deve essere assolutamente abrogato!

La Tunisia è considerata un paese pioniere dei diritti delle donne all’interno del mondo arabo, ma queste ultime continuano ad essere discriminate in molti casi. Un progetto di legge contro le violenze contro le donne, scritto nel 2014, attende ancora di essere esaminato in Parlamento.

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“Abbiamo bisogno della tua firma per eliminare l’articolo 227 bis del Codice Penale Tunisino che distrugge la vita di tante bambine. Lo stupro deve essere punito, non celebrato con un matrimonio!”