Grecia: l’Europa rifiuta i soldi ad Atene finché le riforme non saranno adottate

grecia-manifestazione_650x447UN ALTRO STALLO GRECO

La crisi greca si avvia verso un nuovo stallo, dopo che i ministri delle finanze dei partner europei hanno rifiutato ad Atene l’ultima tranche di aiuti del piano di salvataggio, a causa dei ritardi nell’adozione delle ulteriori privatizzazioni e delle misure di austerità previste come condizionalità per il salvataggio. Nel mentre, la crisi economica peggiora, la società greca si disgrega, tra disoccupazione alle stelle e vertiginoso aumento della povertà assoluta, e il governo Tsipras è sempre più in difficoltà, con scontri tra polizia e gruppi anarchici in aumento e un autunno che si preannuncia di fuoco.

di Tyler Durden, da Zerohedge  del 6 settembre 2016

Una delle battute ricorrenti e da più tempo in circolazione nella finanza europea è quella della Grecia insolvente che fa finta di fare le riforme (sta per lo più ritardando e posticipando i tagli richiesti al bilancio, molti dei quali coinvolgono impopolari licenziamenti di massa dei dipendenti pubblici), mentre l’Europa finge di inviarle denaro (la maggior parte del denaro va a vari creditori, in particolare la BCE e l’FMI). A dire il vero, uno dei motivi per cui il salvataggio greco dell’anno scorso fu preparato – e accettato – in fretta e furia è che, proprio come Varoufakis aveva previsto, l’Europa non aveva altra scelta che “salvare” la Grecia ad ogni costo, dal momento che questo significava evitare danni alla posizione debitoria della BCE, che avrebbe potuto portare a ricadute con effetto domino. Questo spiega anche perché i fondi sono stati prontamente bonificati ad Atene, solo per far si che Atene potesse poi rapidamente rigirarli e bonificarli tutti indietro.

Questa particolare farsa però adesso è di nuovo in pericolo, perché senza scadenze o cedole imminenti da pagare alla troika e sulle quali poter fare default, l’Europa ha deciso di giocare duro, e come ha riportato Reuters durante la notte, citando Handelsblatt, la Grecia ancora una volta è di fronte ad uno stallo con i suoi creditori sul piano di salvataggio poiché i paesi della zona euro questo mese si sono rifiutati di rilasciare ulteriori fondi ad Atene. Dopo aver approvato una prima tranche di 10,3 miliardi di euro questa primavera, di cui finora sono stati rilasciati 7,5 miliardi, i 19 ministri delle finanze dovrebbero erogare il resto questo mese, ma si dice che il pagamento sarà negato per il resto dell’anno. Un ulteriore incontro dei ministri delle finanze è previsto per il 21 settembre.

Atene è di nuovo riuscita a far infuriare i suoi pari nell’euro, perché finora ha approvato solo due delle 15 riforme che erano una condizione del pacchetto di salvataggio dello scorso anno; inoltre la Grecia ha ritardato la privatizzazione del patrimonio statale, per l’ulteriore frustrazione dei ministri delle finanze della zona euro che ne discuteranno i progressi venerdì.

Dovrebbero essere erogati altri fondi nell’ambito del meccanismo europeo di stabilità (ESM), che darà alla Grecia fino a 86 miliardi di euro (72 miliardi di sterline) di assistenza finanziaria entro il 2018 in cambio delle riforme. La riduzione del debito dovrebbe essere concessa in tranche, incluse le misure a breve termine per prorogare il debito della Grecia, con una ulteriore riduzione attesa dopo il 2018, compresi il differimento degli interessi e tetti al tasso di interesse.

I diplomatici hanno detto che l’Eurogruppo discuterà soltanto una relazione sui progressi della Grecia in occasione della prossima riunione dei ministri delle finanze.

Il rapporto dello stallo è arrivato dopo che il direttore dell’ESM ha detto nel fine settimana che la Grecia dovrebbe essere in grado di garantire le misure di alleggerimento del debito, almeno a breve termine, ma solo se ha iniziato ad attuare le restanti riforme. “Abbiamo lavorato su queste misure e potrebbero essere implementate molto presto”, ha detto Klaus Regling al quotidiano greco Ta Nea.

Citato dal The Guardian, Regling ha detto: “speriamo che il governo implementi le restanti azioni pregresse molto presto”. I funzionari dell’UE chiedono che Atene perseveri nei piani per la creazione di un nuovo fondo di privatizzazione, venda specifici beni statali e riformi la sua amministrazione.

Con o senza nuova liquidità, tuttavia, l’infinita depressione greca continua: dopo otto anni di crisi finanziaria del paese, la vita è diventata più difficile per la maggior parte dei greci. La disoccupazione è la più alta in Europa e una rilevazione nel mese di giugno ha riscontrato che la povertà estrema era salita dal 2,2% della popolazione nel 2009 al 15% l’anno scorso – per un totale di 1,6 milioni di persone.

Altrettanto negativamente, il sostegno più a lungo termine per aiutare il paese a ridurre il suo opprimente debito del 176% del PIL non arriverà fino a dopo la fine del piano di salvataggio, ha detto Regling. Tuttavia, il Fondo Monetario Internazionale – che non partecipa al terzo programma di salvataggio della Grecia – ha insistito sul fatto che il sostegno a lungo termine tra cui la cancellazione del debito debba avvenire prima.

Così, mentre l’ultima cosa di cui l’Europa ha bisogno in questo momento è un’altra crisi greca, questa potrebbe essere in fermentazione: i media greci hanno detto che Atene fronteggia un compito monumentale per far passare le riforme altamente impopolari e salvaguardare l’ultima tranche “disperatamente necessaria” di 2,8 miliardi di euro di finanziamenti, seguita entro la fine dell’anno dall’inizio dei colloqui a lungo promessi per la ristrutturazione del debito. Il governo fa affidamento sui colloqui come premio di consolazione per compensare un pacchetto di austerità estremamente impopolare che include tagli alla spesa, aumenti delle tasse e riduzioni delle pensioni richieste dal piano di salvataggio, ha detto il quotidiano Kathimerini.

Ha aggiunto che i rumori provenienti da Bruxelles “la dicono lunga sui livelli di fiducia dei paesi della zona euro” nel governo greco, mentre ostacolano la capacità del primo ministro, Alexis Tsipras, di annunciare misure anche modeste per aiutare le persone più colpite dalla crisi economica prolungata della Grecia .

Ma forse il problema più grave è che la società greca sta rapidamente degenerando in uno stato di caos. Come riporta Kathimerini, una serie di attacchi quasi quotidiani lanciati da sedicenti anarchici contro le unità delle forze dell’ordine di stanza al di fuori della Università Tecnica Nazionale di Atene e nel quartiere Exarchia hanno messo la polizia greca in piena allerta, preparandosi alla possibilità di un autunno pieno di incidenti – a partire dalle dimostrazioni in programma a Salonicco in occasione della Fiera Internazionale di Salonicco.

“Ogni due giorni circa 15-200 ragazzi incappucciati lanciano attacchi attorno al UTNA, lanciando bombe incendiarie alle unità anti sommossa della polizia e dando fuoco ai cassonetti”, ha detto una fonte della polizia a Kathimerini.

Un recente titolo di prima pagina di un giornale anarchico nazionale parla delle intenzioni dei gruppi anti-sistemici nei prossimi mesi. Nell’articolo, dal titolo “Tutti odiano la polizia”, i lettori sono invitati a stringere il pugno e sorridere mentre “entriamo in un periodo di difficoltà.”