Ilva: AcciaiItalia spa, la cordata italiana con Cassa Depositi e Prestiti si aggiudicherà la fabbrica fallita?

cessione ilvaOggi 30 giugno è il termine ultimo per la presentazione delle offerte di acquisto non vincolanti in base al bando pubblicato a gennaio dal governo, i cui termini sono stati prorogati con il decimo decreto Ilva varato l’1 giugno. L’effetto più immediato del passo indietro fatto nei giorni scorsi dal gruppo turco Erdemir è stata la nascita della cordata italiana per il salvataggio dell’Ilva, da sempre vista con uno occhio favore dal governo.  E’ stata formalizzata la decisione di dar vita a una una newco, AcciaiItalia spa, dove Cassa depositi prestiti entra in cordata con Arvedi e Delfin, la holding del patron di Luxottica Leonardo Del Vecchio.  La partecipazione del gruppo che gestisce il risparmio postale degli italiani ha ottenuto il via libera del cda che si è riunito il 28 giugno su convocazione del presidente Claudio Costamagna, fortemente voluto da Renzi alla guida della CdP… Cassa Depositi Prestiti farà la sua parte nella cordata attraverso Cdp Equity

Sembra che nessuno dei tre soci italiani avrà più del 50%. La quota di Cdp dovrebbe aggirarsi intorno al 45%, quella di Delfin fra il 30-35% e Arvedi stare sotto il 20%. A Giovanni Arvedi, titolare dell’omonimo gruppo siderurgico e ideatore del progetto ambientale e industriale per risanare e rilanciare l’Ilva, riandrà la gestione operativa dei complessi siderurgici del Gruppo, ovvero Taranto, Genova e Novi Ligure che agiranno in sinergia con le sue acciaierie di Trieste e Cremona.

Il finanziamento del progetto prevede l’emissione di un bond a cui saranno chiamate a partecipare le banche creditrici dell’Ilva, a partire, secondo quanto risulta all’ANSA, da Intesa San Paolo. Questa cordata dovrà ora vedersela con l’altra cordata in campo costituita dal tandem ArcelorMittal e Marcegaglia. Al momento i due fronti sembrano ben divisi, ma la vicenda Ilva insegna che i colpi di scena possono arrivare in ogni momento.

Stando all’ultimo decreto, prima di valutare gli interventi economici verranno giudicati i piani ambientali proposti dai concorrenti. E il processo per la vendita dell’azienda, da un anno e mezzo in amministrazione straordinaria, durerà almeno sei mesi.

La newco è aperta ad altri partner fra cui lo stesso gruppo Erdemir (controllata dal fondo pensione dei militari turchi) che pur avendo abbandonato la partita si è lasciato aperto la possibilità (concessa dal bando di gara) di rientrare nella procedura dopo che la troika di esperti nominati dal governo avranno espresso il loro parere sui piani ambientali presentati dai concorrenti, ovvero verso novembre.

Commento di Alessandro Marescotti di Peacelink

“Il gruppo turco Erdemir rinuncia a fare l’offerta per acquistare ILVA. Eppure era l’unico che non avesse debiti e avesse la solidità finanziaria per investire. A differenza di Arcelor Mittal che invece ha subito perdite per quasi 8 miliardi di dollari nel 2015.

Ero con il fiato sospeso di fronte alle voci che i turchi potessero comprare ILVA dando altro tempo all’agonia di questa fabbrica inquinante. Temevo il peggio, specie dopo il decimo decreto. Ora sono sereno.

Quando ho visto che l’unico gruppo in buona salute economica si ritirava, ho avuto la conferma: l’ILVA non è conveniente da comprare in quanto perde 2,5 milioni di euro al giorno (dati Corriere della Sera). Neppure con l’offerta dell’immunità penale e il prestito da non restituire contemplato nel decimo decreto.” 26 giugno 2016