Francia: il segretario della CGT si prepara a trattare? La base si deve auto-organizzare.

martinez FranciaNon sarà sfuggito a nessuno, e ancora meno alle migliaia di compagni, di giovani e di lavoratori in sciopero, indipendentemente dal loro colore sindacale e politico che, dopo 90 giorni di picchetti, manifestazioni e azioni di ogni tipo, il movimento si è chiaramente indebolito. E’ un buon segno per preparare un 14 giugno che non si risolva in un punto d’onore, ma in motivo di orgoglio del movimento contro la Loi Travail? Certamente no. E’ possibile rimediare? Senza dubbio, ma occorre che la dirigenza del principale sindacato del paese, alla testa dei settori più avanzati che hanno intrapreso la battaglia più dura contro la Loi Travail, si prepari davvero allo scontro e non a dialogare col nemico.

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Il leader della CGT Martinez si prepara ad andare fino in fondo o a dialogare?

Di Jean-Patrick Clech, da Revolution Pérmanénte

Isolamento

C’è, senza dubbio, un effetto di usura, in particolare nei settori che sono stati protagonisti della maggior parte delle azioni di blocco in queste ultime tre settimane, come le raffinerie, che hanno sospeso lo sciopero nella maggior parte dei siti. Là dove bisognava giocare ancora di più la carta dell’interprofessionalità – al di là del livello locale dove spesso si è realizzata – le punte più avanzate della protesta non hanno potuto fungere né da cassa di risonanza della collera di decine di migliaia di altri lavoratori, ma neanche da trampolino di lancio per l’entrata in campo di altri settori.

Minacce

C’è stato, nello stesso tempo, un governo che ha alzato i toni. Ci sono state le minacce di requisizione, da un lato e, dall’altro, il ricorso a personale in sostituzione degli scioperanti (nel settore petrolchimico, dei trasporti e delle nettezza urbana). Questa è un’altra lezione di questa ultima fase del movimento: il governo è pronto a tutto per smontare l’impatto degli scioperi. Da parte nostra, occorre che ci si prepari ad imporre gli scioperi, ricorrendo ai picchetti per non far entrare nessuno e all’autodifesa. A Parigi, la situazione è meno critica a livello di raccolta dei rifiuti perché il sindaco (che guida una coalizione Partito Socialista – Partito Comunista – Verdi) ha ottenuto che la CGT lasciasse entrare e uscire i camion dell’immondizia guidati da personale non in sciopero e ricorrendo a imprese private (Veolia, Derichebourg, etc.) che raccolgono abitualmente i rifiuti in metà della capitale.

Pallone

C’è, ovviamente, il football e gli Europei. Molti direttivi di federazioni, a cominciare dai ferrovieri, ripetevano da mesi che il momento dell’ ora o mai più  per sferrare il colpo decisivo sarebbe scattato con l’inizio degli Europei. Ma cosa apprendiamo ora dalle direzioni delle confederazioni sindacali? Che Martinez, segretario nazionale della CGT, non vuole “rovinare la festa”…Avrete capito che se si tratta di guardare un match tra amici, basta un televisore.

Da quando i ferrovieri, i lavoratori della RAPT, dei trasporti municipali di Marsiglia, gli spazzini devono partecipare all’organizzazione della festa? Quando El Khomri, Valls e Macron ci vogliono “fare la festa”?

Invito

E poi, infine, c’è il falso invito al dialogo per organizzare una messinscena lanciato dalla Ministra del Lavoro (su ordine di Matignon e dell’Eliseo) verso Martinez, per venerdì 17, e che il leader della CGT ha accettato. Non è più questione di “ritiro di un testo né correggibile, né negoziabile”. Ormai, con Martinez si va a trattare col nemico, che sa di avere il tempo dalla sua parte, per “ritirare i 5 articoli che costituiscono la colonna vertebrale del testo” e “ridiscutere” l’articolo 2 sull’inversione della gerarchia delle norme.

Nulla è perduto, la partita non è ancora finita!

Con simili dirigenze, a cominciare da quella della CGT, con simile costanza e determinazione…inutile dire che anche i più determinati si sentono isolati, se non abbandonati.

Anche da un punto di vista puramente tattico, Martinez avrà potuto constatare, dal discorso pronunciato dalla raffineria di Lavéra sabato scorso, che nonostante il bel tempo la platea era piuttosto ridotta, in ogni caso non numerosa quanto un mese fa, quando Martinez si era recato a parlare ad un picchetto al deposito di  Douchy-les-Mines.

Ci sono tanti motivi per continuare ad esigere, come hanno fatto molte assemblee generali dei ferrovieri a livello della loro federazione, che le dirigenze sindacali non firmino, né dialoghino, sia nel caso del Decreto Base (l’accordo aziendale in fase di negoziazione alle Ferrovie dello Stato SNCF), che nel caso della Loi Travail.

Ci sono talmente tanti motivi per rafforzare, realmente, l’auto-organizzzazione, in modo che siano le assemblee generali dei lavoratori in sciopero a decidere come proseguire la lotta!

Ci sono talmente tante ragioni, infine, per cercare di realizzare un Incontro Nazionale dei Settori in Lotta ed in Sciopero, perché dalla base, a livello delle direzioni locali e di settore, a livello dei lavoratori in sciopero e dei gruppi di militanti in mobilitazione, noi abbiamo veramente molto da dire, perché il 14 giugno non sia l’”ultimo round”, come titolava la stampa domenica scorsa.

Abbiamo ancora qualche settimana per farli arretrare, ma questo non sarà possibile se oggi ci viene imposta la fine della “partita” e se ci viene ordinato di tornare al lavoro!