Assemblea milanese di “Pubblico Impiego in Movimento”: per una ripresa dell’iniziativa del sindacalismo di base

Pubblico ImpiegoVenerdì 4 marzo si è svolta presso la sede Rsu del Comune di Milano l’assemblea milanese di “Pubblico Impiego in Movimento”. Erano presenti circa 30 persone, delegate/i e attiviste/i di Comune di Milano, Regione Lombardia, Asp Golgi Redaelli, Inps, Comune di Cologno Monzese, A.O Salvini di Garbagnate, Comune di Busto Arsizio, Comune di Legnano, in rappresentanza di diverse organizzazioni del sindacalismo di base : si cobas, sial cobas, slai cobas, confederazione cobas, cub, adl, sgb (mi scuso se ho dimenticato qualcuno). L’assemblea ha approvato un documento (vedi sotto) con cui si impegna:

1) a costituire un coordinamento che si riunirà periodicamente con l’obiettivo di condividere informazioni, analisi e iniziative;

2) a promuovere e partecipare attivamente all’assemblea nazionale “pubblico impiego in movimento” che si terrà il 9 aprile a Bologna.

PER UNA RIPRESA DELL’INIZIATIVA DEL SINDACALISMO DI BASE NEGLI ENTI PUBBLICI

Nella fase attuale, il capitalismo si autoalimenta attraverso l’appropriazione e la privatizzazione dei beni comuni, la mercificazione dei fondamentali diritti umani al cibo, alla casa, alla salute e all’istruzione, lo smantellamento dei servizi pubblici e la loro sostituzione con prestazioni a pagamento.

L’attacco senza precedenti al salario, ai diritti e allo stesso posto di lavoro dei dipendenti pubblici a cui oggi assistiamo -basti pensare alla decisione del governo di stanziare per il rinnovo dei contratti una cifra risibile e offensiva, al blocco del turnover, allo smantellamento delle provincie, alla cosiddetta “riforma Madia”- avviene in questo contesto, nazionale e internazionale.

Questo attacco è portato sia con strumenti politici, attraverso trattati, direttive, leggi, decreti. Sia, alla bisogna, attraverso l’intervento degli apparati repressivi dello stato (polizia e magistratura). Sia, infine, con strumenti mediatici e culturali, attraverso la creazione dello stereotipo del dipendente pubblico assenteista e fannullone.

Questa situazione richiede una risposta decisa e radicale da parte dei lavoratori e dei cittadini utenti dei servizi, e interpella direttamente la galassia del sindacalismo di base che, messe da parte le sterili contrapposizioni del passato, deve perseguire l’unità d’azione su contenuti e obiettivi semplici e concreti:  la difesa dei beni comuni e dei servizi pubblici; del diritto di sciopero e di assemblea;  del posto di lavoro, del salario e della salute dei lavoratori. Contenuti ed obiettivi su cui vogliamo sfidare, mettere alla prova e coinvolgere anche i lavoratori e i delegati che, pur militando nei sindacati confederali, non vogliono rinunciare a difendere  gli interessi e i diritti del mondo del lavoro.

Questa azione richiede un paziente lavoro di analisi, controinformazione e coscientizzazione, rivolta sia ai lavoratori che ai cittadini utenti dei servizi, e la partecipazione e il sostegno a tutte le forme di lotta e di resistenza che si sviluppano nei luoghi di lavoro.

Occorre inoltre rivendicare il metodo dell’autoconvocazione, dell’unità dal basso e della democrazia assembleare come strada maestra per il coinvolgimento dei lavoratori nella difesa dei loro diritti e interessi.

Sulla base delle considerazioni precedenti,

1) ci impegnamo ad incontrarci periodicamente per condividere informazioni, analisi e iniziative;

2) aderiamo all’assemblea nazionale dei delegati e dei lavoratori “pubblico impiego in movimento” prevista per il prossimo 9 aprile;

A questa assemblea proporremo di dare vita ad una giornata di mobilitazione unitaria –articolata in assemblee e/o presidi cittadini – su una piattaforma  che contenga i seguenti punti irrinunciabili:

Incrementi salariali che recuperino interamente la perdita del potere d’acquisto subita nel periodo 2010-2015.

Recupero degli arretrati persi negli anni del blocco contrattuale.

Incremento del Fondo per il salario accessorio al fine di consentire nuove progressioni orizzontali e/o cambi di fascia per tutti i lavoratori.

Opposizione al recepimento nei contratti delle cosiddette “legge Brunetta”, della cosiddetta “riforma Madia” e del Jobs Act .

Difesa del sistema pensionistico e sanitario pubblico e opposizione all’inserimento nei contratti di norme che introducano l’obbligatorietà di previdenza e sanità integrativa.

Riduzione generalizzata dell’orario di lavoro a 35 ore per chi lavora sui turni e/o su 6 giorni.

Assunzioni adeguate a garantire e migliorare lo standard dei servizi erogati ai cittadini.

Stabilizzazione dei precari attualmente in servizio.

Contrasto alle esternalizzazioni.

Diritto delle RSU e delle organizzazioni sindacali degli enti appaltanti all’informazione e alla contrattazione sugli affidamenti a terzi di lavoro e servizi.

I partecipanti all’assemblea milanese “pubblico impiego in movimento” del 4 marzo 2016