Grecia: agricoltori in piazza e scontri contro l’austerity e il taglio delle pensioni

grecia agricoltoriIl 12-13 febbraio ad Atene sono tornate le proteste, con un’imponente manifestazione anti-austerità.

Nel centro della capitale greca sono scoppiati violenti scontri tra migliaia di agricoltori, circa 2mila provenienti da Creta, che protestano contro l’aumento delle tasse e la riforma delle pensioni e reparti della polizia in assetto anti-sommossa. Secondo il quotidiano locale To Vima, i contadini si sono riuniti davanti alla sede del ministero dell’Agricoltura lanciando pietre e ortaggi contro le forze dell’ordine, che hanno reagito con gas lacrimogeni e granate assordanti. Da oltre due settimane, inoltre, le associazioni degli agricoltori bloccano le autostrade in segno di protesta contro una prevista riforma delle pensioni. Inoltre, torna ad aleggiare lo spettro della “Grexit”, dopo che il Pil del paese ellenico è tornato ad essere negativo negli ultimi tre mesi. Tecnicamente non è ancora recessione, dal momento che per esserlo servono due trimestri negativi, ma la crescita nel 2015 è stata solo dello 0.2%.

(Più sotto video di Eronews).

Lo scorso 15 agosto i ministri delle Finanze dei paese membri dell’eurozona avevano approvato a Bruxelles il nuovo piano di salvataggio per la Grecia, che prevedeva un pacchetto di aiuti di 86 miliardi di euro nei prossimi tre anni. Il piano era stato approvato in cambio di una serie di misure adottate dal governo greco, tra cui: aumenti di tasse, la fine dei privilegi fiscali per le isole e alcune categorie produttive (come gli armatori) tagli di spese e, appunto, riforma delle pensioni.

Il documento con la riforma delle pensioni inviato a Bruxelles dal governo della Grecia prevede la fusione dei sei principali fondi pensionistici delle varie categorie in un unico fondo e tagli alle pensioni future, di chi cioè lascia il lavoro a partire da quest’anno: i tagli dovrebbero oscillare tra il 15 per cento (per le pensioni più basse ma comunque superiori ai 750 euro mensili) e il 30 per cento (per le pensioni più alte). Vengono fissati inoltre dei limiti mensili massimi: 2.300 euro per le pensioni singole (ora è di 2.700 euro) e 3.000 euro per chi accumula più di una pensione (attualmente è a 3.680), e viene poi fissato un limite mensile minimo di 384 euro al mese (il resto dipenderà dai contributi). La riforma proposta introduce infine dei contributi previdenziali più elevati: un punto percentuale per i datori di lavoro e 0,5 punti percentuali per i dipendenti. Gli agricoltori protestano contro l’aumento previsto delle loro aliquote contributive (saranno triplicate). Il governo ha risposto che gli agricoltori hanno ricevuto negli anni molte sovvenzioni statali e che la riforma è necessaria per garantire le pensioni future.