Da Il Centro, quotidiano online del 5 gennaio 2015.
La Fiom Cgil provinciale ha indetto un nuovo sciopero alla Sevel di Atessa (Chieti) per venerdì 8 gennaio 2016. La stessa organizzazione sindacale annuncia inoltre un’assemblea per programmare con i lavoratori altre iniziative di lotta. Per il segretario generale Fiom, Davide Labbrozzi, «il 2016 si apre all’insegna della riconquista dei diritti persi. Il momento positivo per la Sevel non può essere accompagnato da tutti gli accordi di svendita dei diritti sottoscritti in questi anni». Lo scorso dicembre la Fiom aveva indetto scioperi per l’eliminazione delle pause lavoro. «Il mese di dicembre – aggiunge Labbrozzi – ha rappresentato per i lavoratori della Sevel un mese di lotta sindacale, di confronto tra la gente che lavora e di reale contrapposizione alle logiche aziendali che prevedono l’imposizione netta delle decisioni condivise soltanto con chi ci sta. Abbiamo gettato le basi per una reale svolta e il nostro chiaro obiettivo è di rimettere in moto la macchina sindacale, fortemente devastata dalle politiche iper concertative messe in atto dalle altre organizzazioni sindacali. Vogliamo dire no alla riduzione delle pause, all’innalzamento dei carichi di lavoro, agli straordinari selvaggi, al contenimento dei salari, alla gestione a senso unico della vita delle persone. Chi produce ricchezza – dice Labbrozzi – va coinvolto in tutte le decisioni e chi rende possibile il raggiungimento dei tanti obiettivi deve beneficiare del benessere economico prodotto. È inaccettabile che la qualità della vita sia in caduta libera, con accresciuto aumento di malattie derivanti da stress, che i salari Sevel, all’interno del mondo metalmeccanico, risultino essere sempre più bassi. Il 2016 – conclude la Fiom – rappresenta un anno delicato per i dipendenti Sevel, un anno che rischia di dare un colpo di grazia definitivo al pianeta dei diritti e del sistema sindacale. La tanto sbandierata crescita dei volumi, che noi consideriamo positivamente, non è accompagnata dalla crescita dei diritti di chi lavora, ma, invece, dalla continua e progressiva riduzione degli stessi. La Sevel continua a non chiarire un aspetto fondamentale su come saranno soddisfatte le richieste produttive del 2016. Sappiamo che i numeri saranno più alti di quelli realizzati nel 2015 e cosa accadrà alle persone che già lo scorso anno sono state chiamate a prestare lavoro di sabato e di domenica?».