Xerox: presidio contro il licenziamento e i trasferimenti

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Ai lavoratori e lavoratrici Xerox: No al licenziamento per GMO, No ai trasferimenti da Napoli a Milano
Il 6 Marzo dalle 9,30 si terrà per l’area di Milano assemblea retribuita.
Un licenziato per GMO (giustificato motivo oggettivo), due trasferiti da Napoli a Milano e uno reintegrato al lavoro: questa è la scelta della direzione per gli ultimi 4 rimasti in cassa integrazione straordinaria dal marzo 2014.

Giancarlo è in Xerox dal 1983, nel 1986 diventa venditore diretto. Da allora ha venduto ai grandi clienti, scandagliato e messo su la rete concessionari. Le disgrazie cominciano nel 2011: il carico di lavoro gli viene diminuito e dall’aprile a luglio 2012 lo sbattono in CIGS. In seguito, la pensata di trasferirlo a Milano e la causa legale. Xerox perde in appello e il giudice del lavoro di Roma annulla il trasferimento. Tra ottobre 2013 e febbraio 2014 ancora pochi clienti… e di nuovo in CIGS fino al 18 marzo 2015. Il capo gli chiede la password per preparare la riattivazione del PC, ma la lettera di licenziamento era già partita con data 12 febbraio. Ad oggi risulta al lavoro e il 9 marzo si terrà l’incontro previsto dalla procedura Fornero al Ministero del lavoro locale. Come sindacato SIAL-Cobas avevamo sollecitato il capo personale lunedì 15 febbraio affinché, alla fine della CGIS, ci fosse un rientro al lavoro senza problemi per tutti. Risposta sibillina: forse non per tutti.
Ecco la risposta chiara: con un licenziamento e due trasferimenti, Xerox colpisce duramente sia i diretti interessati a cui sconvolge la vita sia tutti i colleghi a cui arriva un segnale ancora una volta negativo e pesante. La società va bene – così raccontano nelle riunioni – però si permette di fare un licenziamento per giustificato motivo oggettivo , come se una multinazionale con 581 dipendenti possa davvero subire problemi economici per un solo lavoratore…eppure professionale (8° livello quadro) e storicamente capace. Oggi gli si dice che non serve: ma nel periodo trascorso hanno inserito altri a fare il lavoro??
La discriminazione nei suoi confronti andrà capita meglio e approfondita, ma è chiaro che la mancanza di lavoro per lui nel 2011 era l’anticipazione della CIGS e, dato che non se ne era andato con i licenziamenti incentivati, è stato discriminato e trasferito a Milano. La direzione ha perso la causa perché il trasferimento non era legittimo e appena possibile, ha sbattuto Giancarlo di nuovo CIGS. E adesso, un minuto dopo la fine della CGIS, arriva il licenziamento. La causale della CIGS per crisi aziendale “per evento improvviso e imprevisto” prevede il rientro al lavoro al termine della CIGS. Nella scelta della direzione, invece, è evidente un altro gesto discriminatorio. E’ un affronto alle leggi e alle istituzioni. Il sindacato SIAL-Cobas propone di adottare tutte le iniziative di pressione, protesta e scioperi e di aprire una vertenza sindacale con l’obiettivo di far rientrare al lavoro Giancarlo e far ritirare il licenziamento e annullare il trasferimento dei due lavoratori di Napoli a Milano. La Fiom di Napoli ha emesso un comunicato che chiede di “ritirare il licenziamento e i trasferimenti effettuati”. La direzione Xerox come molte altre società approfittano della legge Fornero che ha svuotato l’art. 18 e reso più complicata l’annullamento del licenziamento e la reintegra sul posto di lavoro. La sanzione massima potrebbe essere solamente economica. Ma le aziende se ne fregano e sono disposte a pagare il prezzo.
Con l’approvazione del Jobs Act tutto si complica ulteriormente per i neo assunti, per i licenziamenti individuali economici, disciplinari e sui licenziamenti collettivi che non dovranno più sottostare a criteri di legge. Per queste e molte altre ragioni è necessario dare una prima risposta di lotta e sarebbe necessario discutere e preparare cosa fare a livello aziendale per evitare la applicazione del nuovo art. 18 Fornero-Renzi oltreché una battaglia generale per i diritti.
La direzione ci costringe a pensare, fare i conti e trovare risposte all’altezza dei tempi per difendere Giancarlo e per difendere tutti. Il singolo lavoratore non va lasciato solo con la via legale che ormai rischia di essere un arma spuntata a meno che non si riesca a dimostrare la discriminazione.
Con i trasferimenti punitivi, la direzione manda un altro segnale negativo a cui si deve reagire per evitare che questo strumento torni in vigore per impaurire e far piegare la testa a molti.
Quando si dice che siamo tornati agli anni ’50: a quei tempi la Rank Xerox arrivava in Italia, e per cercare di fermare la sindacalizzazione attuava un trasferimento punitivo: un tecnico (Fiom-Cgil ) di Milano veniva spedito su una nave a Genova. Se il buongiorno si vede dal mattino, nel giorno della approvazione del Jobs act, non ci siamo. E’ diffusa l’idea che si preparino tempi cupi: per questo è necessario dare risposta a queste decisioni punitive e discriminanti e non accettare passivamente.
Il licenziamento, il trasferimento colpisce anche te, digli di smettere …
lì, 23 febbraio 2015 RSU SIAL-Cobas