8 marzo. Nawal Soufi al parlamento europeo (video): “corridoi umanitari per i profughi, ora”.

Nawal-2In questo 8 marzo vogliamo dar voce alle parole di Nawal Soufi, giovane volontaria e attivista per i diritti umani italo-marocchina, studentessa di Scienze politiche e mediatrice culturale a Catania, conosciuta come “Mama Nawal”, così l’hanno infatti chiamata alcuni dei primi siriani che ha contribuito a salvare.

Da quando andò ad Aleppo a portare aiuti umanitari, il suo numero di telefono è passato di mano in mano tra i profughi che tentano di raggiungere l’Europa. Era l’alba di una giornata d’estate del 2013 quando le arrivò la prima chiamata dal mare. Una voce maschile le chiedeva di chiamare i soccorsi: erano 500 persone su una imbarcazione che stava per affondare. Da allora le chiamate e i messaggi si sono ripetuti di giorno in giorno. E questa ragazza è diventata per tutti Lady Sos. I profughi chiamano, lei si fa inviare le coordinate dell’imbarcazione, poi le comunica alla Guardia costiera. Con questo metodo ha salvato oltre 20mila persone.

In questi giorni è a Bruxelles, per un audizione organizzata dal Comitato del Parlamento Ue per i diritti della donna proprio sul tema delle donne rifugiate e delle loro famiglie: Nawal ha passato gli ultimi 5 mesi nelle isole greche, assistendo con altri volontari i profughi una volta sbarcati.

Proponiamo – qui il video, a partire dal minuto 21.40 – il discorso di Nawal: dieci minuti di intervento, nei quali ripercorre anche il viaggio fatto partendo dalla Turchia e passando attraverso le frontiere balcaniche – quelle dove da mesi si consumano disastri umanitari – per documentare in prima persona quanto i diritti dei profughi spesso non trovino rispetto ai margini della Fortezza Europa, vista invece da loro come unico luogo dove chiedere accoglienza.

“Corridoi umanitari per i profughi ora”, conclude Nawal.

Ovvero vie legali d’accesso nel continente europeo, oggi più necessarie che mai.

BUON 8 MARZO!

CHE LE DONNE ABBIANO SEMPRE PIU’ VOCE NELLA GESTIONE DI QUELLA CASA COMUNE CHE E’ IL MONDO