Scendiamo in strada contro la violenza maschile. Trasformiamo il dolore per l’ennesimo femminicidio in forza collettiva.
Giovedì 23 ottobre alle 19 ci troviamo in via Grassini a Bruzzano, quartiere a Nord di Milano, davanti al cortile dove è stata uccisa Luciana Ronchi, vittima di femminicidio. La donna, 62 anni, accoltellata dall’ex mercoledì mattina, è morta in ospedale dopo ore di agonia. E’ una ferita profonda per una comunità, quella delle palazzine rosse di Abitare Società Cooperativa, che cerca quotidianamente di costruire relazioni di solidarietà, contrastare l’isolamento e rendere la periferia un luogo accogliente, coeso, vivibile. Nessuna donna deve sentirsi sola, nessun uomo può dire che questo non lo riguarda.
Sono più di 70 i femminicidi in Italia solo nel 2025. Oggi Luciana Ronchi. Pochi giorni fa Pamela Genini. A Bruzzano, quartiere a Nord di Milano, è il terzo in pochi mesi. Dietro i numeri ci sono volti, storie, vite spezzate dalla violenza maschile. La violenza di genere non è un problema individuale, ma collettivo e culturale. Per reagire è importante riconoscerla, non sentirsi sole, sapere che si possono trovare percorsi e persone di supporto.
Ma la prevenzione non può essere lasciata al volontariato o alla buona volontà dei singoli: deve diventare una priorità politica e sociale. Non può esserci giustizia sociale senza giustizia di genere.
La violenza maschile contro le donne non è un fatto privato, ma un problema politico e collettivo. Mentre i dati mostrano come l’assenza di prevenzione alimenti la violenza di genere, l’educazione sessuale nelle scuole è ferma a 50 anni fa. La commissione Cultura della Camera ha approvato mercoledì 15 ottobre un emendamento che vieterebbe l’educazione sessuale e affettiva nelle scuole secondarie di primo grado: il percorso formativo diventerebbe impossibile per ragazzi tra gli 11 e i 14 anni.
E’ urgente e necessario impegnarci ancora di più per rafforzare la rete territoriale di contrasto alla violenza di genere e per investire nella prevenzione, nella cultura del rispetto e dell’uguaglianza. È da questo sentimento che nasce la volontà, spontanea e collettiva, di organizzare un momento di memoria e di solidarietà: un abbraccio al figlio di Luciana, alla sua famiglia, e a tutte le donne che subiscono violenza.
Questa sera vogliamo esserci, con la nostra rabbia e la nostra solidarietà. Come sindacato, sentiamo la necessità di denunciare l’assenza di politiche strutturali contro la violenza di genere, la precarietà che isola le donne, la carenza di risorse per i centri antiviolenza.
La violenza sulle donne è anche una questione di lavoro, di autonomia economica, di diritti negati.
📍 Ci vediamo giovedì 23 alle ore 19, per una camminata da via Grassini a Piazza Bruzzano, insieme alle persone del quartiere e alle realtà solidali del territorio.