il licenziamento di Armando del CSI colpisce anche te!

Digli di smetterla e di ritirarlo.

Il 23 gennaio 2024 salvo sorprese si terrà la prima udienza presso il Tribunale di Milano promossa da Armando licenziato dal 23 ottobre 2023 (lettera consegnata il 2 novembre) per i fatti avvenuti il 25 settembre. Cioè, viene licenziato per l’uso dell’auto aziendale fuori orario e per un malinteso di pochi minuti sull’orario di lavoro.

Le pene previste dal contratto nazionale chimici sono: art. 38 – il licenziamento scatterebbe solo dopo 5 giorni di assenza ingiustificata (e non per qualche eventuale minuto di differenza) inoltre l’uso eccezionale non previsto dell’auto aziendale (quando la sua era nel parcheggio della società CSI) non dovrebbe portare ad una grave sanzione come il licenziamento.

Chi si è mosso per chiedere il ritiro del licenziamento: La RSU (rappresentanza sindacale unitaria) del CSI, della IMQ spa, i sindacalisti Fim-Cisl, Fiom-Cgil e SIAL-Cobas che hanno indirizzato la richiesta ai gruppi dirigenti delle società del gruppo IMQ. C’è stata anche una raccolta di pareri tra i dipendenti. Per ora nessuna risposta positiva ma la conferma dell’avvocato dell’azienda che depositeranno la loro memoria difensiva.

Alla prima udienza che succede: la legge prevede che il giudice debba promuovere un accordo tra le parti. In generale le aziende che hanno effettuato un licenziamento ingiusto e su cui rischiano di perdere la causa puntano, e in gran parte riescono, a trovare un accordo economico e liquidare i lavoratori. La nostra richiesta era e resta il ritiro del licenziamento con il reintegro nel posto di lavoro. In ogni caso di quello che succederà Vi terremo aggiornati (può essere utile che ci lasciate la vostra mail a: info@sialcobas.it ).

Pensieri che girano: ma quanto gli manca ad andare in pensione? A parte che, se anche lo riempissero d’oro il colpo del licenziamento peserebbe notevolmente su chi resta in azienda ed è da evitare; il ritiro/reintegra invece ripristinerebbe anche se in ritardo, una ferita che ha colpito tutti/e.

Pensione sì, pensione no: la pensione pubblica resta un importante obiettivo ma i Governi che si succedono continuano l’opera di peggioramenti. Le penalizzazioni sulle pensioni anticipate, l’allungamento dell’aspettativa di vita, il contributivo e l’innalzamento dell’età renderebbero necessaria una risposta collettiva di contrasto. E la Naspi non è una soluzione da augurare a nessuno.

Le sentenze sui licenziamenti: le aule dei tribunali in genere hanno tempi lunghi e quindi i responsabili aziendali e la società hanno tempo mentre i lavoratori colpiti debbono fare i conti quotidiani con le spese, il mutuo, ecc. Segnaliamo una sentenza recente “Il caso del licenziamento di un lavoratore che, mentre torna a casa per ragioni di servizio, si ferma al mercato per fare la spesa.” https://www.wikilabour.it/segnalazioni/rapporto-di-lavoro/corte-di-cassazione-sentenza-6-dicembre-2023-n-34107/ (bisogna tener conto, comunque, che nessun caso è uguale all’altro).

La solidarietà fino al reintegro comunque è utile per tutte e tutti per evitare che il “colpirne uno per educarne cento” peggiori le condizioni di vita e lo stress nei luoghi di lavoro. Diversi pensano che “tanto alla lunga la vincono sempre loro”. Resistere di fronte alle ingiustizie è anche un modo per far cambiare la realtà in meglio. Un risultato positivo per effetto dell’azione collettiva sarebbe importante e comunque invitiamo ognuno a far sentire la voce per favorire il reintegro e il superamento del licenziamento.

E sarebbe un risultato positivo non solo per Armando ma per tutti/e.

Lì,15-01-2024