L’impegno che avevamo assunto qualche mese fa è stato mantenuto. Dopo un lungo viaggio dall’Italia e un estenuante passaggio delle diverse frontiere abbiamo consegnato in mattinata un’ambulanza e diversi aiuti umanitari a un ospedale di Kherson in Ucraina, la città occupata dai russi e successivamente liberata dagli ucraini nel novembre del 2022. Siamo entrati a velocità sostenuta e senza cinture di sicurezza perché è più facile scappare dall’auto se necessario. In una città spettrale, con decine di palazzine colpite dall’artiglieria russa e evidenti segno di una furiosa battaglia. Il fiume Dnipro è ancora oggi la linea del lunghissimo fronte di guerra. A est dello stesso, a circa 6 km dalla sponda del fiume, sono assestate le forze russe che quotidianamente colpiscono la città. La direttrice dell’ospedale ha voluto farci visitare tutta la struttura colpita anch’essa qualche mese fa da un missile che ha sfondato il solaio di due piani e incendiato una parte del fabbricato. Nella assoluta precarietà di una struttura ospedaliera che ormai risponde alle emergenze sanitarie della città e del fronte, a prescindere dalla sua specializzazione iniziale, il personale medico opera in difficoltà indicibili a partire dalla necessità di garantire la sicurezza anche ai degenti durante i numerosi allarmi quotidiani. Tutti, compreso il personale addetto alle pulizie
,è chiamato a saper dare i primi soccorsi. Sulla terrazza dell’ospedale abbiamo potuto vedere larga parte della città ai piedi del fiume fino a quando ci è stato caldamente consigliato di rientrare perché a rischio cecchini.
L’impressione sulla situazione generale è di profonda stanchezza del popolo ucraino dopo due anni di guerra. Gli scarsi risultati della controffensiva di primavera hanno demoralizzato non poco e aperto a scenari di guerra di lungo periodo mentre la condizione sociale appare sempre più complessa. È il vicolo cieco di una pace giusta, come la chiamano gli ucraini, che al momento pare tuttavia irraggiungibile mentre si ha la necessità di continuare a fronteggiare l’esercito russo nella consapevolezza diffusa di un progressivo abbandono dell’ucraina da parte occidentale. Crediamo che la solidarietà, la fratellanza con i popoli che lottano per la libertà e l’indipendenza sia importante e per questa ragione vogliamo continuare ad agirla.
Sergio Bellavita USB e Giuseppe Tiano SIAL-Cobas – riceviamo da Kherson (Ucraina) 22-01-2024