Il pubblico impiego ha appena rinnovato le RSU di circa 3 milioni di lavoratrici e lavoratori. Al voto ha partecipato circa il 60% degli aventi diritto al voto, percentuale che risente certo del Covid e del lavoro a distanza, ma anche dello scarso potere di incidere concesso alle RSU da leggi e contratti sempre più restrittivi.
È stata comunque una scadenza significativa, in cui centinaia di migliaia di dipendenti pubbliche/ci hanno espresso, di fatto, un consenso molto alto, intorno al 90%, ai sindacati confederali. Una reazione che non stupisce, in una fase di forte disgregazione in cui organizzarsi e partecipare è difficile.
I sindacati di base quattro anni fa avevano raccolto complessivamente 80.000 voti presentando una quindicina di liste diverse, quest’anno forse anche di più. Questi numeri e l’estrema frammentazione che ci caratterizza non ci aiutano a costruire lotte vincenti nell’interesse delle lavoratrici e dei lavoratori che, pur in piccola percentuale, siamo chiamate e chiamati a rappresentare.
Tentativi intersindacali insieme in una lista sola sono stati realizzati al comune di Milano (SLAI-Cobas, SIAL-Cobas, ADL Cobas) come in Regione (SIAL-Cobas e S.I. Cobas). Abbiamo una presenza di RSU anche in Città Metropolitana di Milano e a Melzo.
Non è questa la sede per interrogarsi su frammentazione e unità. Tentativi di lavoro in comune sono stati fatti di recente nella costruzione dello sciopero generale del 18 ottobre 2021, indetto da 15 sigle, e proseguono in alcune scadenze attualmente in preparazione. Tuttavia i risultati concreti sono scarsi. Lo sciopero del 11 ottobre è stato un passo avanti nella capacità di confrontarci, ma non in termini di impatto né di conquiste per lavoratrici e lavoratori.
Eppure urge affrontare radicalmente le tante vertenze del pubblico impiego: salari e contratti bloccati o assolutamente inadeguati, organici insufficienti, esternalizzazioni, precarietà, pensioni allontanate, salute e sicurezza sul lavoro, accorpamenti di enti e servizi eccetera.
È possibile promuovere coordinamenti a livello di comparto o a livello locale di delegate e delegati RSU, a partire dai sindacati di base ma che non escludano nessun delegato o delegata disponibile, indipendentemente dalla lista in cui è stato/a eletto/a, e lo stesso per le/gli RLS? Si possono costruire insieme, usando i permessi sindacali, momenti di formazione sindacale comune e vertenze congiunte, e se ce ne saranno le condizioni anche campagne, con l’obiettivo di far pesare i problemi di lavoratrici e lavoratori per il miglioramento delle condizioni economiche e salariali, servizi di qualità e rientro delle privatizzazioni ed esternalizzazioni?
A partire da inchieste sulle condizioni di lavoro (carichi di lavoro e stress, lavoro agile, pagelline, ecc.) ci si può impegnare per non restare confinati in minoranza nelle singole realtà e dare forza a un processo di cambiamento che è sempre più necessario.
Abbiamo tutti bisogno di agire congiuntamente per:
- fare campagne di informazione/controinformazione rivolte a lavoratrici e lavoratori
- costruire su obiettivi concreti l’unità possibile con chiunque li condivida
- reinventare l’azione collettiva, sindacale, sociale ed ecologista, basandoci sui contenuti.
Per parlarne e verificare la possibilità di coordinare le RSU elette del Pubblico Impiego vi proponiamo di sentirci per verificare le disponibilità riscontrate pensando poi a riunioni possibilmente territoriali dove iniziare il confronto dandoci con ostinata pazienza la possibilità di incontrarci e coordinarci poi anche nazionalmente.
x contatti info@sialcobas.it
SIAL Cobas Pubblico Impiego