Emiliano Brancaccio: brevetti, ovvero il sistema dei parassiti che rallenta la ricerca

Trascrizione a cura del Sial Cobas dell’intervista di Emiliano Brancaccio a “Eresie” su Rai Radio 1 del 7 maggio 2021.

“Dopo il ripensamento di Biden e, al seguito, di Macron e Draghi, si è riproposta l’idea che i vaccini debbano essere considerati un bene comune mondiale. Gli ostacoli però sono tanti perché le case farmaceutiche e le grandi aziende di tutti i settori si oppongono alla sospensione dei brevetti.

In particolare, le grandi aziende sostengono che i brevetti , i diritti di proprietà intellettuale, tutti i vincoli legali che privatizzano la conoscenza tecnico scientifica, sono necessari per garantire una giusta remunerazione alle aziende che effettuano investimenti nella ricerca.

Senza l’esclusiva sui brevetti la ricerca non può più avere luogo?

Secondo chi la pensa in questo modo, anche solo sospendere i brevetti sarebbe una forma di esproprio che porterà solo a un calo degli investimenti nella ricerca e quindi, a lungo andare, porterebbe solo danni alla collettività.

Questa linea di difesa delle aziende, sostenuta anche dal governo di Angela Merkel, non è supportata da adeguate prove empiriche, anzi, l’evidenza suggerisce addirittura la tesi opposta.

I brevetti rallentano la ricerca

Su questo fatto c’è addirittura accordo tra studiosi di diverse scuole di pensiero, per esempio tra marxisti e liberisti. Perché? Perché i marxisti spiegano che la conoscenza scientifica è un processo cumulativo che si sviluppa solo se non viene brevettata, ma alcontrario, se viene messa in comune, cioè se viene resa disponibile per tutti, magari tramite investimenti pubblici. Invece i liberisti segnalavano che eliminare i brevetti eliminerebbe le posizioni di monopolio tecnologico e quindi aumenterebbe la competizione tra le aziende e così stimolerebbe le innovazioni. Da questo punto di vista, c’è chi fa notare, giustamente, che le grandi rivoluzioni industriali del passato e l’enorme diffusione di conoscenza che quelle rivoluzioni portarono, sono potute avvenire solo perché il sistema dei brevetti dell’epoca, era ancora molto blando, molto debole.

Oggi però, che il sistema di difesa dei brevetti è potente e pervasivo a livello mondiale, c’è chi dice che siamo entrati in una fase diversa del capitalismo. Si tratta del “capitalismo del monopolio intellettuale”, ossia di un sistema che, pur di favorire la rendita monopolistica di poche grandi aziende, di fatto ostacola l’avvento di nuove rivoluzioni tecnico-scientifiche.

Quindi, non solo nel caso dell’emergenza Covid-19, ma più in generale, chi difende il sistema dei brevetti, di fatto difende un sistema di parassiti, un sistema che se fosse esistito anche nei secoli passati, saremmo rimasti tutti a marcire in un buio feudalesimo della scienza e della tecnica.”