La cassa integrazione non basterà! E chi non ce l’ha? Reddito di quarantena al 100%.

La cassa integrazione non basterà! E per chi non ce l’ha!

Reddito di quarantena al 100%.

Delegazioni di lavoratrici e lavoratori hanno cercato di portare le loro ragioni al Prefetto di Milano che ha negato l’incontro rimandando tutto al D.L. 9 del 2 marzo 2020 che è già entrato in vigore per dare una prima soluzione ai tanti problemi che la emergenza Coronavirus ha evidenziato.

Le delegazioni di varie realtà avrebbero rappresentato al Prefetto perché si facesse da tramite con il Governo e le istituzioni per trovare le giuste soluzioni di salvaguardia del reddito al 100%. Cosa che il decreto del Governo non prende in considerazione.

Al Prefetto e alle altre istituzioni compreso il Governo e il parlamento dovrebbe interessare la raccolta delle voci, dei problemi dai diretti interessati e/o per il tramite dei sindacati di base presenti (ADL-Cobas, SIAL-Cobas, Cub e S.I. Cobas) e altri non sindacalizzati.

Risulterà evidente che è inadeguata e sbagliata la risposta del Prefetto “non si ritiene di dover tenere riunioni e incontri su temi già affrontati e risolti in atti o documenti”.

La difesa d’ufficio degli atti del governo risulta inutile se poi migliaia di persone, di nuclei famigliari si ritroveranno scoperti dagli ammortizzatori sociali previsti o coperti solo parzialmente.

La necessità di avere il reddito al 100% da sola rende evidente che anche per chi è disponibile la cassa integrazione ordinaria o in deroga o il FIS (fondo integrazione salariale) il provvedimento del Governo è insufficiente.

Si troveranno i modi di presentare le richieste sul piano generale, regionale e nelle singole realtà in una logica di rivendicazione che deve superare il semplice allargamento degli ammortizzatori sociali come la cassa integrazione che non paga neanche l’80% ma circa 6 euro lordi (a cui vanno detratti i contributi e le tasse). Di fronte ad una nuova emergenza vanno estesi gli ammortizzatori sociali a chi non ce li ha, riconsiderati e rivisti al meglio per tutti. E’ ora di dire basta con i 5 o 6 euro all’ora quando si va in cassa integrazione. La catena degli appalti dei servizi pubblici rende evidente i differenti trattamenti tra le diverse figure (dipendenti pubblici, privati più o meno precari) ed è necessario riconsiderare la reinternalizzazione del servizio.

Perciò le iniziative dovranno continuare e ci si è dati nuovi appuntamenti ed è previsto un prossimo incontro aperto a tutte le realtà del lavoro  martedì 10 marzo presso la camera del non lavoro alle ore 18.00 in Via Volta 22 per decidere le prossime iniziative.

lì, 4 marzo 2020

ADL-Cobas Lombardia adlcobaslombardia@gmail.com

SIAL-Cobas info@sialcobas.it