sciopero metalmeccanici
Una giornata di lotta utile e necessaria! Per cambiare strada?
Motivi per scioperare e riprendere le lotte seriamente ce ne sono molti.
Il contratto sperimentale del 2016 (Ipca, premi variabili, assorbimenti) va disdettato!
Lo sciopero indetto da Fim, Fiom e Uilm ha dei titoli condivisibili; è un elenco di problemi da risolvere, in parte sul piano generale e in parte nella categoria.
Il sindacato SIAL-Cobas invita lavoratrici e lavoratori a promuovere la partecipazione alla giornata di lotta nelle assemblee e ad aprire una discussione sui temi per trovare ricette valide che aiutino a risolvere i problemi.
Dichiarare che “è necessario aumentare i salari con i contratti nazionali e di secondo livello e attraverso la riduzione delle tasse sul lavoro dipendente” va bene se poi si cambia strada rispetto al contratto del 2016, quello “innovativo” secondo la Federmeccanica, che ha portato pochi aumenti a livello nazionale e, a livello aziendale, difficoltà a fare la contrattazione, che viene imposta per lo più su premi variabili.
Oltretutto in molti casi continua la via della distruzione della contrattazione aziendale con la disdetta degli accordi sindacali.
Tassazione: se la priorità è far pagare gli evasori e i ricchi, allora si deve fare sul serio, perché non si faranno strappare niente con la protesta una tantum.
La disoccupazione, l’aumento della cassa integrazione, le continue delocalizzazioni e ristrutturazioni comportano la necessità di una riduzione dell’orario di lavoro accompagnata da una serie di norme che impediscano la delocalizzazione delle realtà produttive e un miglioramento delle condizioni di lavoro con la riduzione dei ritmi.
Ammortizzatori sociali: sarebbe sufficiente ripristinare le leggi come erano prima della Fornero e di Renzi e allargare ai settori non protetti la validità degli istituti.
La riduzione della precarietà dovrebbe significare cambiare le leggi e disdettare nei contratti nazionali e aziendali eventuali deroghe concesse.
Salute e sicurezza potranno migliorare solo se ci sarà una ripresa di protagonismo contro la monetizzazione e un uso generalizzato delle ore di assemblea, allo scopo di capire e contrastare le nocività del ciclo produttivo di fabbrica e di ufficio e costruendo vertenze per il superamento delle condizioni di lavoro nocive all’interno delle aziende e sul territorio.
Il contratto nazionale è in scadenza: la sperimentazione si è esaurita e i risultati sono miseri perciò andrebbe buttato alle ortiche oppure c’è qualcosa da salvare?
La scelta da fare è ripartire dalle condizioni di lavoro, dai salari troppo bassi, dalla perdita di potere di acquisto e dalla difesa dell’occupazione.
La nostra proposta è quella di coordinarsi tra lavoratori e delegati che vogliano proporre una ipotesi alternativa da far discutere e decidere nelle assemblee.
un altro contratto è possibile?
** chi è interessato a coordinarsi può contattarci a infosindacale@gmail.com.