Regione Lombardia: assemblea generale dei lavoratori/trici su diritti e sciopero 8 marzo

LA MODIFICA UNILATERALE DELL’ORARIO DI LAVORO, LA SPERIMENTAZIONE FERIE A ORE, I NUOVI CRITERI PER L’ATTRIBUZIONE DEL BUONO PASTO, TOCCANO TUTTE E TUTTI, SIA SUL VERSANTE DEI DIRITTI CHE SU QUELLO ECONOMICO.
DOPO LE ASSEMBLEE DEL 10 E 20 DICEMBRE E’ ORA DI TROVARCI NUOVAMENTE PER DISCUTERE COME PROSEGUIRE E INTENSIFICARE LA MOBILITAZIONE. 

ASSEMBLEA GENERALE DELLE LAVORATRICI E DEI LAVORATORI

POSTICIPATA DALL’AMMINISTRAZIONE A
GIOVEDÌ 7 MARZO DALLE 10 ALLE 12.30

SALA PIRELLI C/O PALAZZO PIRELLI

Intervengono: Nadia De Mond Non Una Di Meno; Antonella Fierro (Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario)

(cod. DPER281H + DEST011H per il viaggio – videoconferenza per le sedi distaccate)

Per i part time, dal punto di vista delle ferie non cambia niente ma vengono fortemente penalizzati economicamente con i nuovi criteri di attribuzione del ticket, addirittura negati totalmente ai part time orizzontali pomeridiani.

Per i tempo pieno, probabilmente, i nuovi criteri per l’attribuzione del buono pasto non sortiscono particolari problemi, se non al venerdì, ma la sperimentazione delle ferie a ore “ruba” 2 giorni e mezzo di ferie l’anno, senza alcuna integrazione economica: questa si configura come una vera e propria riduzione dello stipendio orario senza contropartite, vietata dalla vigente normativa.

Per tutti, part time e tempo pieno, il combinato disposto del CCNL, che prevede che il debito orario debba essere recuperato entro il mese e le nuove regolo sull’orario delle Regione Lombardia, che non prevedono più la possibilità di portare un saldo positivo ai mesi successivi, fa sì che la flessibilità oraria sia di fatto completamente cancellata, tutto deve essere gestito nel mese.

Certo, la diminuzione della pausa pranzo obbligatoria a mezz’ora e l’ampliamento fino alla 14,30 è una cosa positiva …

OPPURE SFUMARE: L’impatto negativo di queste modifiche non è certo compensato dalla riduzione della pausa pranzo obbligatoria a mezz’ora e dall’ampliamento fino alla 14,30 della pausa pranzo.

E allora, visto che dall’orario di lavoro dipende una buona fetta della nostra organizzazione di vita extra lavoro, e che comunque si tratta di organizzare l’orario, ma sempre nelle 36 ore settimanali di contratto … facciamoci sentire, chiediamo che vengano modificate o cancellate quelle “novità” che ci penalizzano … dopo tutto ovunque si fa un gran parlare di conciliazione dei tempi di vita/lavoro, la nostra Regione organizza convegni e dibattiti ma evidentemente pensa che ciò debba valere per tutte le aziende e per tutti i lavoratori ma non per se stessa e per i propri dipendenti. Senza contare poi che il numero maggiore di dipendenti in regione sono donne, le più penalizzate dalle modifiche unilaterali all’orario e all’erogazione dei buoni pasto.

Anche nel nostro ente, infatti, la discriminazione di genere la fa da padrona: le donne sono circa 2/3 delle/dei dipendenti, ma la loro percentuale diminuisce man mano che aumentano le responsabilità e gli stipendi. Anche in Regione sono le donne che pagano con pesanti tagli sarariali la carenza di servizi assistenziali e sanitari a minori e anziani e la divisione del lavoro iniqua in ambito famigliare: su 500 part-time, 450 sono donne e analogo è il rapporto donne/uomini fra telelavoratrici e smart-work.

VENERDI’ 8 MARZO PARTECIPIAMO
ALLO SCIOPERO GENERALE GLOBALE DELLE DONNE (E DEGLI UOMINI)
PRESIDIO ORE 9 PIAZZA OBERDAN