Congresso mondiale delle Famiglie a Verona: ma quale Dio, quale Patria, quale Famiglia?

MA QUALE DIO, MA QUALE PATRIA, MA QUALE FAMIGLIA?

Dal sito di Non Una Di Meno Verona

A Verona dal 29 al 31 marzo 2019 si terrà il XIII Congresso Mondiale delle Famiglie (World Congress of Families, WCF) che riunisce «il movimento globale» pro- life. Sarà organizzato dalle tre associazioni promotrici del Family Day (Pro Vita Onlus, Comitato Difendiamo i Nostri Figli e Generazione Famiglia) e parteciperanno gruppi ed esponenti politici della destra radicale, cristiana e integralista da tutto il mondo.

Non Una di Meno sta lavorando per rendere Verona, proprio in quei giorni, una Città Transfemminista: una città-comunità che si unisce contro l’odio e per i diritti delle donne, delle persone omosessuali e transessuali, di tutte e di tutti.

Costruiamo insieme una città dove le differenze, l’inclusione, l’autodeterminazione e la solidarietà siano valori imprescindibili per una società laica e plurale. Stiamo organizzando un programma di eventi diffusi, laboratori e seminari che approfondiranno i temi dei diritti delle donne, delle persone LGTBQI+, della scuola e dell’educazione.

Uno degli eventi centrali della nostra tre giorni sarà il confronto tra movimenti femministi internazionali che, come noi, si trovano a dover resistere contro la crescente ondata della destra radicale e integralista. Vorremmo creare per tutte e tutti l’occasione di avere una relazione con le donne polacche che hanno fermato un progetto di legge per rendere inaccessibile l’interruzione volontaria di gravidanza; con le donne irlandesi che hanno finalmente reso possibile la legalizzazione dell’aborto nel loro paese; con le donne argentine da cui la nuova ondata femminista globale è iniziata; con le donne brasiliane che si oppongono al nuovo governo fascista di Bolsonaro; con attiviste, ancora, dall’Uganda, dalla Spagna, e da altri paesi ancora.

ABBIAMO AVVIATO UNA RACCOLTA FONDI CHE NASCE DALLA NECESSITÀ DI RIMBORSARE LE SPESE DI VIAGGIO DELLE ATTIVISTE INTERNAZIONALI CHE IN QUEI GIORNI VOGLIAMO SIANO CON NOI E DI PRENDERE IN AFFITTO ALCUNI SPAZI PER GLI EVENTI.

CI PUOI AIUTARE QUI.

VOGLIAMO LE DIMISSIONI IMMEDIATE DEL MINISTRO FONTANA

Durante lo sciopero dell’8 marzo Non Una di Meno ha organizzato un flashmob sotto il ministero della Famiglia a Roma per richiedere il ritiro immediato del ddl Pillon e le dimissioni del ministro Fontana.

«Saremo a Verona il 29 30 e 31 marzo a contestare il Congresso Mondiale delle Famiglie, patrocinato dal consiglio dei ministri italiano. Denunciamo il progetto internazionale per limitare la libertà delle donne e per affermare che l’unica famiglia possibile è la “famiglia naturale”. Vogliamo il ritiro del patrocinio e le dimissioni del ministro Fontana.

Ci vogliono ancelle, ci avranno ribelli! Lo stato di agitazione permanente è oggi e continua»

CHE COS’È IL CONGRESSO MONDIALE DELLE FAMIGLIE (WCF)?

«L’idea di un Congresso Mondiale delle Famiglie nasce in Russia dalle conversazioni dell’americano Allan Carlson – allora presidente del Centro per la Famiglia, la Religione e la Società – con Anatoly Antonov e Viktor Medkov, due professori di sociologia all’università statale di Lomonosov a Mosca, e con un mistico ortodosso, Ivan Shevchenko.

L’idea si materializza nel 1997 dando vita a una coalizione di destra inter-confessionale, ma dominata da cristiani, dedicata alla difesa di ciò che chiamano “la famiglia naturale”, ovvero una famiglia nucleare composta da un uomo e una donna sposati e dai loro figli, come emerge dalla World Family Declaration del 2014.

Tra i gruppi sostenitori e attivi nel Congresso Mondiale delle Famiglie vi è anche l’associazione americana Alliance Defending Freedom che, tra l’altro ha sostenuto contenziosi a favore della criminalizzazione dei rapporti omosessuali tra adulti consenzienti.

Secondo l’associazione americana Public Research Associates le stesse campagne per la “famiglia naturale” del Congresso Mondiale delle Famiglie sono usate anche per promuovere leggi che criminalizzano l’aborto e l’omosessualità.

Tra coloro che finanziano la maggior parte del lavoro del Congresso Mondiale delle Famiglie in Russia vi è Konstantin Malofeev, uno dei miliardari ortodossi che fa da ponte tra le politiche di Putin e quelle dell’estrema destra europea, tanto da aver avuto anche un ruolo rilevante nel finanziamento dei neofascisti europei e filo-russi all’interno del conflitto ucraino». (da Huffington Post).

L’organizzazione del Congresso Mondiale delle Famiglie è molto potente dal punto di vista economico e raccoglie esponenti di partiti politici e movimenti che sostengono campagne e politiche che si oppongono ai diritti delle donne, all’aborto e alle leggi sul matrimonio omosessuale. Dall’Italia e da Verona stabiliranno su questi temi una vera e propria agenda politica internazionale, alimentando di fatto campagne d’ odio contro le donne e la comunità LGBTQI+. Tutto questo con il sostegno del governo italiano: saranno infatti presenti il vicepresidente del consiglio e ministro dell’Interno Matteo Salvini, il ministro per la Famiglia Lorenzo Fontana e il ministro dell’Istruzione Marco Bussetti. Ma anche il presidente del Parlamento Europeo Antonio Tajani, il presidente della regione Veneto Luca Zaia, il sindaco di Verona Federico Sboarina, la presidente di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni, il presidente del Family Day Massimo Gandolfini. La tre giorni si concluderà con una «grande marcia per la famiglia». E ancora:

«Secondo il programma ufficiale dell’evento, al congresso interverranno alcune personalità di spicco dell’antiabortismo e dei sostenitori della famiglia tradizionale come il russo Dmitri Smirnov, presidente della Commissione patriarcale per la famiglia e la maternità che ha lo scopo di influenzare il parlamento russo, la Duma, e di aiutare il presidente russo Vladimir Putin a sviluppare politiche in linea con le indicazioni della chiesa ortodossa; la ministra per la famiglia del governo ungherese, Katalin Novak; e il presidente moldavo Igor Dodon, che ha spesso espresso posizioni omofobe. All’evento interverrà anche Theresa Okafor, un’attivista nigeriana che nel 2014 ha proposto una legge che criminalizza le unioni tra persone dello stesso sesso, e Lucy Akello, ministro ombra per lo sviluppo sociale in Uganda, che nel 2017 ha presentato al parlamento ugandese una legge contro le coppie omosessuali, già proposta nel 2014, che prevedeva originariamente la pena di morte per “omosessualità aggravata”». (da Internazionale).