8 marzo, uno sciopero vivo non anacronistico
Il prossimo 8 marzo su iniziativa di Non Una Di Meno, per il terzo anno consecutivo, si terrà uno sciopero mondiale per i diritti delle donne, del mondo Lgbt, degli stranieri e di tutti coloro che vengono visti come “diversi” e per questo disprezzati, emarginati, bullizzati.
Ma come nel 2019, ancora siamo agli scioperi femministi? Ma è roba ormai passata…
Ebbene no! Anzi, oggi più che mai è necessario far sentire la propria voce.
La violenza contro le donne (femminicidi, strupi, violenza domestica), continua ad avere numeri di assoluta emergenza.
La discriminazione nei luoghi di lavoro continua ad essere un fatto reale.
L’avvento del governo gialloverde ha influenzato negativamente un’ambiente già inquinato.
Con questo governo, le voci reazionarie, oscurantiste che vorrebbero ricacciare le donne ad un ruolo subalterno e succube.
Sintomatico è il Dll Pillon, le voci sempre più alte che si alzano contro il diritto all’aborto, la modifica della legge sull’aspettativa per maternità che è in realtà un peggiorativo e non un’opportunità.
Non dimentichiamo la sempre maggiore insofferenza verso il “diverso”, che sia immigrato o omosessuale o altro.
Quindi uno sciopero a difesa della L. 194 e per il potenziamento della rete nazionale dei consultori; per il ritiro del ddl Pillon su separazione a affido, per opporsi al “diritto” di lavorare fino al giorno del parto, introdotto da questo governo. Uno sciopero a difesa di chi viene considerato diverso, per il colore della pelle, per gli orientamenti sessuali o per mille altri motivi.
Un’aria pesante che non si respira solo in Italia, ma purtroppo a livello globale. Non dimentichiamo le dichiarazioni del nuovo presidente del Brasile Bolsonaro, che in campagna elettorale non ha lesinato beceri attacchi contro le donne, i “diversi”, gli indios.
Quindi oggi più che mai, questa giornata di sensibilizzazione è attuale e merita la nostra attenzione.
Una giornata di lotta, che non sia un’evento sporadico, ma una presa di coscienza dell’importanza di queste tematiche. Una giornata di lotta da cui ripartire non solo per i diritti civili, ma più in generale per i diritti sul lavoro. Non dobbiamo dimenticarci che le due cose non vanno separate, ma devono camminare in parallelo. La grave colpa della finta sinistra come il Pd è proprio quella di aver usato lo specchietto delle allodole dei diritti civili per smantellare quelli sul lavoro. Il Jobs Act grida ancora vendetta. Non serve fare la leggina che tutela il più debole se poi può essere più facilmente licenziabile grazie al Jobs Act. Allora tutti in piazza in difesa delle donne, in difesa dei più deboli, degli emarginati, ma anche per rivendicare ad alta voce i nostri diritti sul lavoro, l’accesso ai servizi pubblici per tutti/e, per esigere un ambiente salubre dentro e fuori i luoghi di lavoro.
Per una società dove l’unico emarginato sia lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo!
Sul sito di NON UNA DI MENO potete trovare maggiori informazioni.
Sial Cobas Comune di Milano