Metasalute… un affare per chi?

Metasalute… un affare per chi?

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Con l’ingresso automatico dei dipendenti metalmeccanici dal 1 ottobre 2017 nel fondo assistenziale Metasalute cosa cambia in meglio e/o in peggio per i lavoratori, il padronato e soprattutto per la salute?

Sono iscritti d’autorità i dipendenti metalmeccanici e, se si vuole, anche i famigliari.

Con 13 euro mensili versati al fondo il padronato evita gli aumenti in busta paga (e quindi niente incidenza su 13esima, TFR e pensioni).

Prendiamo ad esempio la detartrasi (pulizia/igiene orale o ablazione del tartaro), una delle prestazioni fornite dal fondo Metasalute: siamo così sicuri che con il rimborso di 30-40 euro al dentista convenzionato (magari anche il vostro attuale) venga fatto un lavoro di qualità? Si può pagare con pochi euro la pulizia dentale – che significa almeno mezz’ora di lavoro con i costi annessi dello studio? Al dentista potrà convenire se trova nella bocca altri lavori da fare. La prima volta cercherà di fare un buon lavoro, ma in seguito un abbassamento della qualità potrà essere evitabile? E poi: la detartrasi verrà fatta da tutti sempre con ultrasuoni, punta metallica e striscetta – oltre alla pasta abrasiva e al gommino per lucidare -, o sarà fatta in modo più veloce e superficiale? Alcuni dentisti ammettono di essere in difficoltà a lavorare a prezzi così bassi, perchè questo implica un abbassamento della qualità della prestazione: il low cost sulla salute abbassa la qualità e rende umanamente ed economicamente impossibile garantire uno standard di intervento adeguato.

Le aziende metalmeccaniche versano 156 euro annui per i dipendenti e per i dirigenti circa 3.600 euro, quindi è ovvio che la qualità e quantità di rimborsi e di scelte (vedi specialisti) sono più ampie. Le aziende per i lavoratori bancari in servizio versano l’1% euro annui sul fondo e i lavoratori il 2% e hanno rimborsi va da sé di conseguenza migliori.

Il discorso potrebbe continuare, ma forse è meglio rivolgere lo sguardo ad altri effetti collaterali negativi con un altro milione circa di cittadini metalmeccanici che potranno rivolgersi alle strutture convenzionate con il network Previmedical (con rimborso totale, illimitato, senza franchigia. Si dovranno imparare altre terminologie). Mentre se scegli uno specialista di tua fiducia avrai meno rimborsi.

Salute e sanità che c’entrano con i fondi assicurativi?

Poco o niente. Se l’aspettativa di vita si è allungata (in realtà in questi ultimi anni le cose stanno cambiando…). non è così per l’aspettativa di vita in salute. Per dare un’idea di come alcuni fattori incidono basta pensare che in 10 anni gli abitanti della “terra dei fuochi” hanno perso 4 anni di aspettativa di vita, senza contare l’aumento della mortalità infantile in zone ad alto inquinamento ambientale.

Anche questo Governo non si smentisce: viene prevista una spesa sanitaria al di sotto del 6,5%. Ciò significa andare sotto la qualità e l’accesso alle cure previsto dall’Organizzazione Mondiale della Sanità, comportando una riduzione dell’aspettativa di vita. La fondazione Gimbe ricorda inoltre che in Italia negli ultimi 5 anni la spesa sanitaria è aumentata solo del 2,9%, mentre la media dell’Ocse registra un +20%. Mentre da noi la spesa sanitaria privata è passata dai 25 miliardi del 2007 ai 35 del 2015.

Certo non bastano da sole le cifre se non si ragiona anche sul fatto che aumenti del prezzo dei farmaci e delle tecnologie e prima ancora quelle del cemento e delle tangenti incidono negativamente sul sistema sanitario che vede perdere decine di migliaia di posti senza rimpiazzi adeguati e lavoratori (compresi i medici) coinvolti in orari assurdi fino alle 13 ore continuative. Nel settore sanità l’applicazione di contratti diversi al ribasso e le esternalizzazioni aumentano la giungla dei trattamenti e contribuiscono a produrre un abbassamento della qualità.

E’ il caso di ricordare anche fatti realmente accaduti come quelli alla clinica Santa Rita, dove venivano sostituiti operate persone senza che ce ne fosse la necessità (e parliamo di una clinica di proprietà della Chiesa che ha coinvolto anche un centinaio di preti in questa mala sanità).

Questo sistema della sanità integrativa spinge ad effettuare una pletora di esami ed interventi, spesso non necessari.

Uno dei disastri della nostra sanità è il sistema dei DRG, mutuato dalla sanità americana, che comporta il rimborso coi soldi pubblici degli interventi medici anziché il miglioramento della salute fondato sulla prevenzione. Così gli ospedali convenzionati si accaparrano gli interventi meglio remunerati e quando si esauriscono i fondi annuali stanziati per questi interventi il paziente si vede costretto ad aspettare l’inizio nell’anno successivo per poter avere accesso alle cure! Recentemente la Regione Lombardia ha introdotto per i suoi 3 milioni di cittadini malati cronici un nuovo modello di cura che comporta la scelta di un gestore privato che predisporrà un Piano di Assistenza Individuale (Pai) prevedendo le visite, gli esami e gli interventi ritenuti da lui necessari. Come spiega Vittorio Agnoletto, “la Regione ha individuato 65 malattie, per le quali ha stabilito un corrispettivo economico da attribuire al gestore a secondo della patologia presentata da ogni persona da lui gestita. Se il gestore riuscirà a spendere meno della cifra attribuitagli dalla Regione potrà mantenere per sé una quota dell’avanzo. Il gestore non deve per forza essere un medico, può essere un ente anche privato e deve avere una precisa conformazione giuridica e societaria e può gestire fino a… 200.000 persone. E’ facile immaginare che nelle scelte dei gestori conterà maggiormente il possibile guadagno piuttosto che la piena tutela della salute del paziente, il quale potrà cambiare gestore ma solo dopo un anno. Scomparirà ogni personalizzazione del percorso terapeutico e ogni rapporto personale tipico della relazione con il medico curante. Per una società che gestirà 100/200.000 Pai (Piani di Assistenza) ogni cittadino è un numero asettico potenziale produttore di guadagno”. Si tratta di un vero stravolgimento del Sistema Sanitario Lombardo che potrebbe essere esteso, in futuro, al Sistema Sanitario Nazionale!

 

 

Quindi sappiamo che non è tutto oro quello che luccica, ma quel che sarebbe necessario è una lotta generale per ripristinare il diritto alla sanità e l’accesso gratuito alle cure per tutti/e. Altro che creare centinaia di fondi assistenziali che valgono solo quando lavori e non quando sei disoccupato e che creano differenze tra lavoratori di categorie diverse!

Che fare? Boicottare disdicendo l’iscrizione automatica? Chiedere alla direzione che i 13 euro vengano messi in busta paga? Cambiare il contratto nazionale? Una soluzione semplice non c’è senza la ripresa del protagonismo e delle lotte per il ripristino della sanità gratis per tutti/e e del diritto alla salute dell’art. 32 della Costituzione.

Il 5 e 6 novembre si terrà a Milano il G7 su salute e cambiamenti climatici e sarà un momento di iniziative, dibattiti e per fare il punto su questi temi.

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Dal sito di MEDICINA DEMOCRATICA:

Incontro pubblico tenutosi a Milano il 7 ottobre 2017 alla Casa della Cultura.

“Dalla Regione Lombardia un altro attacco alla sanità pubblica: il medico di famiglia diventa gestore”

http://www.medicinademocratica.org/wp/?cat=38

Video e documenti dell’incontro contro le delibere sui gestori dei cronici della Regione Lombardia

http://www.medicinademocratica.org/wp/?p=5145

Se volete saperne di più su cosa aspetta ai tre milioni di pazienti cronici e ai loro parenti, a novembre arriverà a casa una, lettera facciamoci un’idea di cosa succede.

In questa sezione del sito sono pubblicati documenti per spiegare la contrarietà alle delibere sulla gestione dei pazienti cronici emanate dalla Regione Lombardia e sulle pericolose ricadute successive che si avranno sul servizio sanitario nazionale e di conseguenza sul diritto alla salute.

http://www.medicinademocratica.org/wp/?page_id=4916

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Manifesto per la creazione di un fronte comune per la difesa del Sistema Sanitario Nazionale

1. Non è vero che la sanità pubblica è insostenibile. Un sistema sanitario è tanto sostenibile quanto si vuole che lo sia. Secondo le valutazioni dell’OMS degli ultimi dieci anni, gli indicatori di salute dimostrano che il sistema sanitario in Italia è stato efficace e meno costoso che nella maggior parte dei Paesi occidentali ad alta industrializzazione. Un sistema sanitario sostenibile non prevede l’utilizzo illimitato delle risorse ma persegue il fine di determinare la migliore e più adatta risposta ai differenti bisogni.

2. Le varie forme assicurative integrative o sostitutive di ogni natura ed il cosiddetto secondo welfare rischiano di produrre livelli differenti di copertura sanitaria che potrebbero colpire profondamente il solidarismo del sistema sanitario basato sulla fiscalità generale, tendendo ad aumentare il consumismo sanitario e a non migliorare l’appropriatezza degli interventi. Gli attuali 35 miliardi di euro della spesa sanitaria privata italiana potrebbero costituire solo la spesa iniziale in un mercato privato che ha come sua principale finalità la massimizzazione degli utili e la minimizzazione del rischio d’impresa: la tendenza che ne risulterebbe potrà aumentare di conseguenza anche la spesa sanitaria complessiva scaricando sempre sul pubblico gli interventi più complessi e costosi (emergenza-urgenza, rianimazione, oncologia, patologie cronico-degenerative).

3. E’ deleteria l’ideologia della salute equivalente alla quantità di prestazioni erogate che significa indurre la popolazione a credere che il mantenimento della salute dipenda dal numero di visite, esami, indagini e dal consumo di farmaci: ciò è solo funzionale al sistema medico-industriale nella logica di una crescita economica illimitata ed indiscriminata e dell’accrescimento dei profitti.

4. La prevenzione primaria, intesa come andare alle cause delle cause che producono malattie e disagi nell’ambiente di vita e di lavoro, deve tornare ad essere elemento fondamentale del sistema sanitario e non può essere confusa né sostituita da pratiche di diagnosi precoce, pur se dimostrate utili. Altrettanto importanti sono le azioni di promozione della salute e del benessere, da perseguire in modo intersettoriale con approccio di “salute in tutte le politiche”: prevedere interventi di cura per poi riportare le persone nei luoghi di provenienza senza modificare le condizioni che le hanno fatte ammalare contraddice il buon senso, l’efficacia e la giustizia sociale.

5. La dimensione relazionale è centrale al rapporto di cura, e coinvolge il paziente come persona all’interno delle proprie reti familiari e sociali. Per questo serve un approccio multidisciplinare, in stretta sinergia con l’ambito d’intervento sociale.

6. Secondo l’art. 32 della Costituzione, la gratuità delle prestazioni in funzione del bisogno è dovuta in quanto il servizio sanitario è sostenuto dalla fiscalità generale secondo la logica della progressività; ciò vale specialmente in fase di crisi economica che riduce una crescente percentuale della popolazione sotto il livello di povertà.

7. Il ricorso a forme di assistenza privatistica in ambito pubblico deve essere profondamente rivisto incentivando da un lato modalità d’effettiva continuità assistenziale del processo di cura dei pazienti, dall’altro valorizzando gli operatori sanitari che aderiscano a progetti con questa finalità. L’obiettivo di riduzione delle liste d’attesa non può prescindere dalla valutazione dell’efficacia degli interventi.

8. Il servizio sanitario è un sistema che si realizza nel decentramento territoriale: appare opportuno che i responsabili siano conosciuti e identificati dai cittadini in modo tale che questi ultimi possano esercitare forme partecipate di controllo. Tale possibilità, finora peraltro mai contemplata, diventa sempre più ardua a causa della continua estensione territoriale delle ASL che allontanano sempre più dai territori locali i responsabili istituzionali.

9. Il servizio sanitario deve essere riformato dai principi costituzionali di cui agli articoli 3, 32, 41 della Costituzione, ripresi ed estesi dagli articoli 1 e 2 della legge di Riforma Sanitaria del 23 dicembre 1978.

10. Una nuova riforma sanitaria e sociale non può prescindere da una riforma del sistema di formazione dei professionisti della salute, che comprenda i criteri e le procedure di reclutamento, selezione e accesso (riduzione del gradiente sociale); gli approcci metodologici (formazione al pensiero critico); i contenuti (multidisciplinarietà); le sedi di formazione (territorio, comunità); e le modalità operative (lavoro integrato in equipe all’interno di un sistema sanitario pubblico).

Bologna, 7 Aprile 2017 – Rete Sostenibilità e Salute

Per maggiori informazioni sulla Rete Sostenibilità e Salute: rete@sostenibilitaesalute.org

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Un approfondimento non necessariamente condivisibile ma che ha il pregio di riassumere evoluzione normativa

http://www.quotidianosanita.it/studi-e-analisi/articolo.php?articolo_id=54294

Anziani: la salute peggiora molto tra i 65 e gli 80 anni. Nelle donne maggiori multicronicità. Il nuovo Rapporto Istat e il confronto con l’Ue. Il convegno Federsanità

http://www.quotidianosanita.it/studi-e-analisi/articolo.php?articolo_id=54103

In Europa più di 27 milioni di ultraottantenni. In Italia il numero più alto. Ma per aspettativa di vita a quell’età siamo al quarto posto

http://www.quotidianosanita.it/studi-e-analisi/articolo.php?articolo_id=54265

Uno strumento utile da seguire:

https://fondazioneallinearesanitaesalute.org che pubblica pillole di educazione sanitaria. Dal loro sito:

Cosa sono le Pillole di educazione sanitaria?

Sono schede di divulgazione scientifica, espresse in forma chiara, semplice e incisiva, concepite per incoraggiare i cittadini a:

– Conoscere gli elementi fondamentali di autogestione della propria salute e acquisire migliori capacità per metterli in pratica

– Dotarsi di un salutare senso critico, con maggiore consapevolezza di limiti, rischi e costi dei trattamenti correnti e della disponibilità di efficaci alternative

– Far buon uso dei servizi sanitari nella consapevolezza sia dei propri diritti sia delle proprie responsabilità

– Non sollecitare i medici a prescrizioni irrazionali di natura consumistica.”

Lì, ottobre 2017

SIAL-Cobas (Sindacato Autorganizzato Lavoratori Cobas)

Via Roma, 81 20060 Cassina dé Pecchi (MI) tel. 02/95299551 fax. 02/25137196

infosindacale@gmail.comwww.sialcobas.itsialcobas@pec.it