25 novembre: Solidaires (Francia) contro la violenza sulle donne

Appello unitario per la mobilitazione del 25 novembre dell’Union Syndicale Solidaires (Francia), membro della rete Sindacale Internazionale di Solidarietà e di Lotta.

Traduzione a cura di Sial Cobas

Il 25 novembre, giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne, giunge quest’anno sulla scia di eventi di estrema gravità. Due settimane dopo che lo stupro di una bambina di 11 anni è stato qualificato come “abuso sessuale” dalla procura, centinaia di migliaia di donne vittime di molestie e di aggressioni sessuali si mobilitano per denunciare pubblicamente i loro aggressori, conosciuti o meno, con l’hastags  #BalanceTonPorc e #MoiAussi. Il movimento è mondiale. 

Alcuni sembrano scoprire oggi il problema e si stupiscono del numero delle vittime. Eppure, le violenze patriarcali contro le donne non sono fatti nuovi. In Francia i numeri non si modificano quasi mai di anno in anno. Nel 2016 ben 123 donne sono state uccise da un loro famigliare/compagno o ex. Ogni giorno vengono violentate 230 donne adulte e il numero aumenta nel caso delle minori.

Le violenze patriarcali prendono numerose forme: pubblicità sessiste e degradanti, insulti, molestie per la strada o sui social media, molestie sessuali sul luogo di lavoro, lesbofobia, pestaggi, aggressioni sessuali, prostituzione e tratta, pornografia, mutilazioni sessuali, matrimoni forzati, stupri, violenze coniugali, violenze psicologiche, amministrative ed economiche, violenze contro le donne in situazione di handicap, di vulnerabilità economica, donne migranti straniere spesso vittime di doppia violenza.

Queste violenze sono universali e toccano tutte le donne. Hanno luogo in tutto il mondo e vengono fatte da uomini di ogni nazionalità, in ogni contesto sociale o paese di provenienza. Non sono realtà che riguardano solo contesti disagiati – i poveri, gli stranieri, gli abitanti di “quartieri difficili”-, come vorrebbero spesso farci credere per strumentalizzare i discorsi femministi a fini razzisti o per stigmatizzare le classi lavoratrici.

Nonostante l’azione di associazioni femministe e le testimonianze delle donne vittime, la tolleranza della società di fronte a queste violenze resta molto forte e l’impunità degli aggressori è la regola: solo l’1% degli stupratori viene condannato in Francia.

E’ tempo che la società prenda coscienza delle violenze subite dalle donne a causa del sistema patriarcale e nell’ottica del suo mantenimento. Non si può fermare le violenze senza un cambiamento globale dei rapporti tra uomini e donne. Questo presuppone una volontà politica di ampio respiro per contrastare la violenza contro le donne. Presuppone anche stanziamenti di fondi pubblici destinati al Ministero delle Pari Opportunità. Devono essere anche aumentati e stabilizzati i finanziamenti alle associazioni che svolgono un servizio pubblico in questo ambito. Le donne che vi lavorano devono veder garantito il loro posto, e quindi devono fermarsi i tagli ai contratti sovvenzionati dallo stato, come nel loro caso.

Vogliamo una Legge-quadro contro la violenza e il sessismo, che includa:

  • l’applicazione delle leggi esistenti, il rafforzamento degli strumenti giuridici, la fine dell’impunità e la protezione delle vittime;
  • la prevenzione e l’educazione all’uguaglianza fin dalla tenera età, al rispetto e alla vita affettiva e sessuale;
  • la formazione di professionisti/e sulla questione delle violenze sessuali e sessiste.

Il 25 novembre, donne e uomini, manifestiamo per porre fine alle violenze patriarcali contro le donne!