K-Flex licenzia e delocalizza dopo aver ottenuto 45 milioni di finanziamenti pubblici

K FLEX-7La K-Flex, il colosso brianzolo degli isolanti che ha deciso di chiudere i battenti per delocalizzare in Polonia.

Sono 187 le persone in stato di sciopero permanente da ormai 63 giorni per opporsi allo spegnimento degli impianti, a loro dire ingiustificato visto che l’azienda non solo non è in stato di crisi, ma addirittura produce utili. Ma c’è di più: l’imprenditore prima di decidere di trasferirsi nell’Europa dell’Est – dove la manodopera costa meno – era riuscito a ottenere dallo Stato 45 milioni di euro di finanziamenti pubblici. Oltre il danno la beffa, insomma.
In merito, anche il Ministero dello Sviluppo Economico ha deciso di avviare una istruttoria visto che sembra emergere che quei soldi siano stati utilizzati proprio per investimenti all’estero invece di essere utilizzati per salvare il destino dei dipendenti dell’unica sede italiana. Settimana scorsa gli operai si sono spostati a Perego, nel lecchese, dove l’azienda ha preso in affitto un capannone per smistare componenti e materiali provenienti dalla Polonia ma destinati al mercato europeo.

In tutti i tavoli di trattativa la proprietà, nonostante gli inviti da parte delle istituzioni, ha ribadito la propria posizione e non ha accettato di ridiscutere i licenziamenti o trovare soluzioni alternative.